Deficit alle stelle, mobilità passiva altissima, aree interne abbandonate. Marrelli (Cgil) fa i conti alla Asl1 e tira le somme: «Fallimento totale»
AVEZZANO – Deficit alle stelle, mobilità passiva impressionante, servizi sanitari quantomeno insufficienti e arretrati, un sistema sanitario assente in gran parte delle aree interne e più difficili da raggiungere nella provincia dell’Aquila.
Questo il desolante quadro tracciato dal segretario provinciale della Cgil dell’Aquila, Francesco Marrelli, in risposta alle affermazioni della dirigenza Asl1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, e del suo manager in primis , Fernando Romano, che parlano di risultati positivi e di crescita.
Questa la lunga e dettagliata disamina del segretario Cgil L’Aquila, Francesco Marrelli.
«Come non definire fallimentare la gestione del sistema sanitario provinciale da parte dell’attuale Direzione Strategica, tra passività di bilancio e peggioramento del saldo di mobilità, del sistema della prevenzione, dell’emergenza/urgenza, di liste di attesa interminabili e carenza di personale?
Eppure, con fare sprezzante, il Direttore Generale della ASL1 si arroga il merito del miglioramento del sistema sanitario pubblico, nonostante i dati di bilancio dicano, invece, ben altro, come, del resto, l’opinione pubblica. Ben diverso, infatti, è il racconto di storie ed accadimenti quotidiani che centinaia di persone si trovano ad affrontare ogni qual volta abbiano la necessità di ricorrere al sistema sanitario provinciale.
Partiamo dal passivo in bilancio: nel 2023 è di oltre 46 milioni di euro, nel 2022 di 67 milioni, nel 2021 di circa 29 milioni, nel 2020 e nel 2019 di 24 milioni; ciò, nonostante un peggioramento del sistema sanitario e dei servizi dedicati alle cittadine ed ai cittadini della nostra Provincia.
A dimostrazione del fatto che, nel generare tale grave passività, non trova giustificazione alcuna la retorica degli investimenti fatti. Non vorremmo ritrovarci, infatti, per porre riparo ai danni prodotti, con un’ulteriore riduzione dei servizi, o con il licenziamento di lavoratrici e lavoratori degli appalti, riduzioni di orario di lavoro e salario, per responsabilità imputabili esclusivamente a chi ha causato una tale situazione.
Come, d’altronde, è già avvenuto per i Nuclei di Cure Primarie con la mancata sostituzione dei medici di medicina generale in quiescenza, che ha compromesso la continuità assistenziale h12 per migliaia di cittadine e cittadine, arrecando, allo stesso tempo, un grave pregiudizio al personale impiegato nei Nuclei.
Ciò, ammesso dalla stessa Direzione nel Piano Strategico, è stato riconfermato nel bilancio consuntivo 2023, nella parte in cui si legge che nell’anno di riferimento si è verificato “un decremento nel complesso della voce “Acquisti di servizi sanitari – Medicina di base” pari ad euro 1.461.308 dovuti per i MMG alla cessazione di convenzionamenti e al contenimento di subentri in forme associative…omissis…”.
Quanto sta accadendo al nostro sistema sanitario si evince, inoltre, dal dato del saldo complessivo della mobilità che, infatti, è passato da un saldo positivo del 2019, di circa 4 milioni di euro, ad un saldo negativo di oltre 24 milioni nel 2023 (mentre il 2022 si era chiuso con un saldo negativo di quasi 16 milioni, il 2021 di oltre 9 milioni ed il 2020 di circa 5,5 milioni).
Nel 2023 si è raggiunto, poi, il record negativo per la mobilità passiva, con oltre 77 milioni di euro, quota mai raggiunta negli anni precedenti, almeno dal 2019 in poi; contestualmente la mobilità attiva ha raggiunto il valore di 52 milioni, il più basso dal 2019.
Il numero crescente delle persone che sono costrette a spostarsi per curarsi è confermato nel 2023 dal forte aumento della mobilità passiva da pubblico extra-regione di oltre 6 milioni di euro rispetto al 2022.
Non v’è chi non veda, quindi, il progressivo peggioramento del dato di mobilità passiva ed attiva (che ha raggiunto il valore massimo per il primo ed il valore minimo per il secondo nell’anno 2023), che coincide “casualmente” con il periodo di governo dell’attuale Direzione Strategica.
La mobilità, invero, è un fenomeno che coinvolge sì elementi sanitari, ma anche sociali ed economici, con ricadute sul territorio implicanti le gravi disuguaglianze che stanno esplodendo nella nostra Provincia.
Il saldo di mobilità dimostra come, nonostante l’immane sforzo compiuto da tutto il personale dei vari profili professionali, stia peggiorando il livello di qualità dell’assistenza erogata, rendendo sempre meno attrattivo e funzionale il nostro sistema sanitario provinciale.
Le lunghe liste di attesa non rispondono alle esigenze di salute di cittadine e cittadini e l’assenza e/o la scarsità di servizi sanitari e di personale stanno portando migliaia di persone a curarsi fuori provincia, o addirittura fuori regione, con il ricorso sempre più frequente anche alla sanità privata e l’insorgenza di un’ulteriore disuguaglianza tra chi può permettersi le cure e chi no.
La provincia dell’Aquila non merita questa grave disattenzione da parte di chi è estraneo alla nostra comunità per conoscenza e senso di responsabilità.
Questo territorio ha necessità di investimenti condivisi, di una programmazione che parta dai bisogni sanitari insoddisfatti e che veda tornare ad essere punto di riferimento, per la prevenzione e per la cura, il sistema sanitario pubblico, riconfermandone i principi di universalità, equità e gratuità.
Solo attraverso questo cambiamento eviteremo il costante spopolamento e l’impoverimento del nostro territorio». Francesco Marrelli, Segretario Generale CGIL della Provincia dell’Aquila