Morte giudice Venturini, il cordoglio del Sindaco di Tagliacozzo Giovagnorio: “Oltre il bravo professionista, un uomo rispettoso e che ha molto sofferto”

TAGLIACOZZO – Commosso e sensibilmente provato il Sindaco di Tagliacozzo, Vincenzo Giovagnorio, quando ha appreso la notizia della morte di Stefano Venturini, 62 anni, tagliacozzano doc, giudice di grade levatura, ma soprattutto un amico a cui tutta la città voleva bene.

E Giovagnorio trova parole di grande considerazione soprattutto per l’uomo, oltre il valente giudice, che ha molto sofferto per dolori che lo hanno molto segnato.

“Una terribile notizia ha colpito poco fa la nostra Comunità con l’improvvisa morte di Stefano Venturini. Molti di noi erano in apprensione per il grave incidente, occorso ieri sulle strade della Capitale, ma per il quale tutti confidavamo in un esito positivo.

Avendo sentito il figlio Federico mi aveva notiziato che la gravità ipotizzata inizialmente potesse essere ridimensionata.

Stefano, per gli amici della sua generazione e per tanti di noi affettuosamente “Patata”, al di là della fulgida e considerevole carriera di magistrato, ha dovuto far fronte ad eventi che solitamente segnano gravemente il proseguo dell’esistenza e che solo grazie al suo equilibrio, alla sua pacatezza, alla serenità d’animo, alla sua non comune intelligenza e alla preparazione culturale è riuscito a metabolizzare e ad accettare, facendone tesoro per una comprensione realistica e profonda dell’esistenza umana.

Vincenzo Giovagnorio

L’aver assistito, in gioventù, all’incidente stradale e alla morte dell’amico Andrea Blasetti; l’aver trovato il papà senza vita; l’aver sofferto l’improvvisa morte del fratello minore Paolo qualche anno fa, a causa di un incidente sulla Cristoforo Colombo mentre faceva footing, sono certamente situazioni che marcano in maniera indelebile gli animi più forti in un’elezione di assennatezza e saggezza.

Quando un uomo è chiamato a giudicare altri uomini secondo la legge, di certo deve possedere doti eccezionali di commisurazione del rispetto normativo, di umanità e del senso di giustizia. Stefano aveva questi carismi! E li aveva arricchiti dall’essere stato educato a valori ispirati al rispetto della persona e della dignità umana in ogni caso.

Stefano “Patata” fa parte di quella generazione di persone che restano sempre giovani e così lo vogliamo ricordare tutti noi: un ragazzo che, nonostante tanti dolori nella vita, ha saputo realizzarsi appieno con la famiglia, con una professione prestigiosa e delicata, nello sport, nella socialità e nella cultura.

Giungano alla consorte Teresa, al figlio Federico e a tutti i congiunti le espressioni di vicinanza e di cordoglio dell’Amministrazione comunale di Tagliacozzo e mie personali.