24 giugno, Natività di San Giovanni: oggi è il “Natale estivo”

Il 24 giugno si festeggia il cosiddetto “Natale estivo”.

La Chiesa celebra la festa di tre Natività soltanto: quella di Cristo, quella della Madonna e quella del Precursore.

Per gli altri Santi, infatti, si festeggia non la loro nascita nella carne, bensì la loro entrata nel Cielo.

San Giovanni Battista occupa quindi senz’altro una posizione eminente nella schiera dei Santi. Secondo la Tradizione è in Paradiso il più alto dopo la Madonna perché assomiglia di più a Nostro Signore, e perché, anche se non fu preservato come Maria Santissima dal peccato originale, fu purificato e consacrato nel grembo di sua madre Elisabetta nel giorno della Visitazione.

“Sarà grande davanti al Signore, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre: molti si rallegreranno della sua nascita.”
Lc 1,15.14).

Perché è chiamato il “Precursore del Redentore?”

Perché con la azione profetica e la predicazione annuncia la venuta di Gesù.

Dopo la giovinezza, Giovanni si ritirò a condurre la dura vita dell’asceta nel deserto, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico. Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio (28-29 d.C.), iniziò la sua missione lungo il fiume Giordano, con l’annuncio dell’avvento del regno messianico ormai vicino, esortava alla conversione e predicava la penitenza.

Da tutta la Giudea, da Gerusalemme e da tutta la regione intorno al Giordano, accorreva ad ascoltarlo tanta gente considerandolo un profeta; e Giovanni in segno di purificazione dai peccati e di nascita a nuova vita, immergeva nelle acque del Giordano, coloro che accoglievano la sua parola, cioè dava un Battesimo di pentimento per la remissione dei peccati, da ciò il nome di Battista che gli fu dato.

Anche i soldati del re Erode Antipa, andavano da lui a chiedergli cosa potevano fare se il loro mestiere era così disgraziato e malvisto dalla popolazione; e lui rispondeva: “Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno e contentatevi delle vostre paghe” (Lc 3, 13).

Molti cominciarono a pensare che egli fosse il Messia tanto atteso, ma Giovanni assicurava loro di essere solo il Precursore: “Io vi battezzo con acqua per la conversione, ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non sono degno neanche di sciogliere il legaccio dei sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”.

E alla delegazione ufficiale, inviatagli dai sommi sacerdoti disse, che egli non era affatto il Messia, il quale era già in mezzo a loro, ma essi non lo conoscevano; aggiungendo “Io sono la voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia”.

Per quanto ci si sforzi di annunciare adeguatamente la gloria e la grandezza del Precursore, non si arriverà mai a eguagliare l’elogio che Gesù fa di lui, affermando: “Fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni” (Lc 7,28a).

La festa della nascita del Battista si celebra nel solstizio dell’estate, sei mesi prima della nascita del Salvatore (ricordata nel solstizio dell’inverno).

La coincidenza di questa festa con il solstizio d’estate, giorno in cui le giornate iniziano ad accorciarsi, simboleggia le parole di Giovanni: «Lui deve crescere; io, invece, diminuire» (Gv 3,30).

La natività del Precursore del Signore ha un chiaro riferimento alla nascita del Redentore, celebrata sei mesi dopo.

Mentre per tutti i santi la festa ricorre il giorno della loro morte (perché in quel giorno fanno il loro ingresso in Paradiso), per la Vergine Maria e per san Giovanni Battista viene celebrata anche la festa della nascita in terra.

Gesù e Giovanni s’incontrano e si salutano nel seno delle rispettive madri. In relazione alle parole dette dall’angelo Gabriele alla Vergine: “Questo è il sesto mese per Elisabetta” (Lc 1,36) la sua nascita è fissata tre mesi dopo l’annunciazione e sei mesi prima della nascita di Gesù. Giovanni è figlio di Zaccaria ed Elisabetta, ormai in età avanzata: la sua nascita annunciata al padre dall’arcangelo Gabriele. Quando Zaccaria osa chiedere a Gabriele un segno che attesti la veridicità dell’evento annunciato, l’arcangelo lo che rende muto e gli dice che parlerà di nuovo alla nascita del figlio.

Otto giorni dopo la nascita, Giovanni deve essere circonciso e il suo nome registrato. Giovanni si ritira in giovane età nel deserto, poi si trasferisce sulle rive del Giordano per predicare l’avvento del Messia. La sua missione, infatti, è quella di precursore e preparatore della venuta del Salvatore: Giovanni è chiamato “Battista”, cioè “il battezzatore”, perché con questo atto stimola coloro che incontra a purificare la propria vita. Egli stesso battezza Gesù nel Giordano.
Giovanni trascorre la sua vita lottando contro ogni ipocrisia e immoralità, rimanendo coerente anche quando deve contrastare re e potenti, ai quali rimprovera la condotta immorale. Per la sua vita nel deserto viene preso a modello dal nascente monachesimo.

Oltre 60 città lo onorano come patrono

S. Giovanni Battista, tanto per citarne alcune, è patrono di città come Torino, Firenze, Genova, Ragusa… Per quanto riguarda le reliquie la storia è alquanto lunga e complessa. Dopo essere stato sepolto privo del capo a Sebaste in Samaria, dove sorsero due chiese in suo onore, nel 361-362 ai tempi dell’imperatore Giuliano l’Apostata, il suo sepolcro venne profanato dai pagani che bruciarono il corpo disperdendo le ceneri.

Ma a Genova nella cattedrale di S. Lorenzo, si venerano proprio quelle ceneri, portate dall’Oriente nel 1098, al tempo delle Crociate, con tutti i dubbi collegati.

Per la testa che si trovava a Costantinopoli, per alcuni invece ad Emesa, purtroppo come per tante reliquie del periodo delle Crociate, dove si faceva a gara a portare in Occidente reliquie sante e importanti, la testa si sdoppiò, una a Roma nel XII secolo e un’altra ad Amiens nel XIII sec.

A Roma si custodisce la mandibola nella chiesa di S. Silvestro in Capite, mentre la cattedrale di S. Lorenzo di Viterbo, custodirebbe il Sacro Mento.

(Fonte I percorsi di San Francesco)