Pescara, una città sotto choc: fiori e messaggi per Thomas brutalmente ucciso dai suoi coetanei. Intanto emergono nuovi terribili dettagli del delitto 

PESCARA – Una città sotto choc. Appare così Pescara a meno di due giorni dal brutale omicidio di Thomas Luciani. Girando per le vie del capoluogo adriatico, il terribile fatto di cronaca è uno dei principali argomenti di conversazione.

Sui social tanti i post e i commenti agli articoli di stampa. I temi principali tirati in ballo dagli utenti, oltre alla sicurezza in città, sono il disagio giovanile, il ruolo dei genitori e quello della scuola. Tanti anche i biglietti e i mazzi di fiori, rossi e bianchi, lasciati al parco “Baden Powell” di via Raffaello, a pochi minuti dal centro cittadino.

“Da questo momento tutti torneranno a vivere la propria vita normalmente, in una società che ci hanno lasciato rotta. Cosa vogliamo fare dei suoi cocci? Ingiustificabile”.

C’è un’ammissione di sconfitta mista a un grido di dolore e a un appello a fare qualcosa, se ancora possibile, in uno dei bigliettini lasciati, insieme a fiori bianchi e rossi, all’ingresso del parco “Baden Powell” di via Raffaello a Pescara dove domenica pomeriggio è stato brutalmente ucciso Thomas Luciani.

Sul diciassettenne hanno infierito con 25 coltellate, poi lo hanno abbandonato in una zona semi nascosta del parco, a ridosso del muro sovrastato dalla ferrovia.

“Non sarai mai più solo Non sarai mai più dimenticato nel mio cuore, ti voglio bene” recita un altro dei biglietti lasciati sul cancello del parco ricavato in mezzo a eleganti palazzine a pochi minuti dal centro cittadino.

Quindici coltellate sferrate dall’uno, dieci dall’altro. Sputi sulla vittima agonizzante a terra e perfino una sigaretta spenta sul volto. Poi, una volta al mare, macabre battute su come il ragazzino era stato ridotto.

A meno di due giorni dall’omicidio di Christopher Thomas Luciani, il 17enne di Rosciano ucciso domenica pomeriggio con 25 coltellate in un parco del centro di Pescara, emergono nuovi dettagli sul delitto. A svelarli è il quotidiano abruzzese ‘il Centro’ nell’edizione odierna. 

terribili dettagli del delitto sono contenuti nel decreto di fermo dove si sottolinea che i due 15enni “in concorso tra loro”, uccidevano Christopher Thomas Luciani “con 25 coltellate”, “arrecando sevizie e operando con crudeltà, mediante calci e sputi mentre era riverso sul terreno esanime”.

“Ciò che emerge è l’assenza di empatia emotiva con un fatto di tale inaudita efferatezza, tale da inveire sul cadavere, recandosi presso lo stabilimento balneare per fare il bagno al mare, senza chiamare soccorsi o denunciare il fatto alle autorità, anzi chiacchierare con macabra ironia sul fatto appena avvenuto”, si legge nel decreto.

I rantoli di Thomas agonizzante e i due 15enni che gli dicevano “stai zitto”. E’ il racconto del testimone del terribile delitto di Pescara. “Ero allibito, volevo fermarli ma non sapevo come fare. Sembrava che non ci stessero più con la testa”, ha detto il giovane che ha fatto poi scattare l’allarme. E aggiunge: “Nonostante l’accaduto siamo andati al mare a fare il bagno” e lì uno dei due presunti assassini “si è disfatto del coltello che aveva avvolto in un calzino sporco di sangue, lasciandolo dietro agli scogli”. 

“Diceva che per lui era diventata una questione di rispetto”. Era infatti la vittima a dover dare 250 euro a uno dei due ragazzi 16enni indagati per l’omicidio di Thomas Luciani avvenuto domenica sera a Pescara. Lo si legge nei verbali degli interrogatori a cui sono stati sottoposti nella notte di domenica gli altri ragazzini che sono coinvolti nella vicenda. Secondo la ricostruzione tutti si sono incontrati alla stazione di Pescara e da lì sono andati al Parco Baden Powell: uno dei due ragazzi indagati aveva già il coltello. Quando chiedono ai ragazzi testimoni perché uno dei due pur non avendo nessun credito nei confronti della vittima e non conoscendolo neanche abbia preso il coltello e abbia sferrato anche lui dei fendenti su Thomas a terra la risposta è stata “perché sono amici”. Dai verbali emerge che il ‘creditore’ era un piccolo spacciatore come anche la vittima.

Sull’uso di stupefacenti, come probabile concausa dei fatti, uno dei testimoni è stato chiaro: “Io non ho fumato stupefacenti. Mentre eravamo insieme non hanno fatto uso di sostanze stupefacenti. In seguito hanno fumato erba, ma non io”. 

Dai verbali degli interrogatori dei giovani testimoni emerge, inoltre, che i due avrebbero raccontato delle coltellate agli amici, non si sa se per vantarsi.

Mantovano, vicende come Thomas si ripetono sistematicamente

“Siamo rimasti sconvolti dall’ultimo fatto di cronaca, in cui riemerge quanto sia grave oggi la questione ella droga, che riguarda la morte del 16enne Thomas a Pescara. Non è una storia di degrado perché le famiglie dei presunti assassini sono famiglie che con linguaggio usuale definiremmo per bene e ora sono nella disperazione come i familiari di Thomas. È una storia che è l’esito di una scelta e si ripete sistematicamente perché sono anni se non decenni in cui incidenti stradali dalla causale non spiegabile e omicidi a cui si arriva per la totale assenza di freni inibitori hanno uno solo filo conduttore che è l’assunzione di droga”. Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, alla conferenza sulla relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2024.