Carcere di Sulmona in crisi di poliziotti penitenziari. I sindacati: “Si sospendano i trasferimenti di agenti in uscita dal carcere peligno”
SULMONA – Il mondo come si sa è fatto di molti furbi, ma anche di altrettanti fessi. Da questo turbinio di situazioni non ne è esente, evidentemente, in quello che va a riguardare la compensazione della organici della polizia penitenziaria, il mondo dei penitenziari.
Capita cioè che in occasione delle assegnazioni dei nuovi agenti provenienti dai nuovi corsi si attivino contestualmente le procedure per i trasferimenti di chi aveva chiesto la mobilità per essere trasferito altrove. Solo che questo spesso vale solo per alcuni degli istituti e non per tutti.
Anzi, alcuni istituti, soprattutto se non esclusivamente quelli del Nord, godono di entrambi i benefici.
Qualcuno a giusta ragione si chiederà ma dov’è la furbizia in questi casi?
È presto detto… Gran parte dei nuovi agenti provenienti dai corsi di formazione vengono assegnati alle sedi del Nord Italia rimpinguando in quel contesto, in parte sanandole, le generali carenze organiche.
La mobilità invece che va a riguardare tutti gli istituti del centro sud non gode di questa compensazione se non attraverso l’arrivo di quel personale che la loro richiesta di attivazione del trasferimento la ottengono proprio per via della loro sostituzione con i nuovi agenti.
Se a questo ci aggiungiamo il fatto che molte direzioni bloccano di fatto questa interazione giustificandola in maniera impropria con il fatto di voler salvaguardare il piano di ferie estive la furbizia viene di fatto a materializzarsi.
Così facendo, infatti, le sedi del Nord si ritrovano con i nuovi agenti nel frattempo arrivati in aggiunta a quelli trasferiti ma di fatto in loco bloccati dalle direzioni alle quali appartenevano per le giustificazioni sopra riportate.
A passare per fesse le organizzazioni sindacali di stanza al carcere di Sulmona non ci tengono proprio.
Per evitare di subire oltre al danno di non vedere arrivare nessuno la beffa di vedere partire coloro i quali hanno maturato il diritto al trasferimento, hanno inviato una nota al provveditore attraverso la quale si chiede di sospendere la partenza dei trasferimenti in uscita da Sulmona fino a quando le direzioni non lasceranno partire quelli che hanno scelto il penitenziario peligno quale sede di destinazione.
Insomma non c’è mai pace nel mondo degli “affamati” penitenziari dove la gravissima carenza organica attiva la necessità di accaparrarsi quanto più personale possibile spesso a discapito degli altri.
Ma a tutto ci deve essere un limite compreso quello di sperequare sugli organici rendendo fessi quegli uomini in divisa che, non certo per colpa loro, sono costretti a combattere una vera e propria guerra tra poveri.
Un carcere di massima sicurezza come lo è quello di Sulmona tutto si può permettere fuorché questo.
Il tutto ammesso e non concesso che qualcuno si prenda la responsabilità di tenere ancora così fortemente sottorganico un penitenziario che tutto può concedersi fuorché quello di deflagrare.