Ordine del giorno dell’assemblea regionale Cgil Abruzzo a sostegno dei lavoratori di forze dell’ordine e forze armate: “Governo immobile”
PESCARA – “Nonostante le continue proteste degli ultimi mesi da parte di Fp Cgil e Silp Cgil e le critiche sollevate anche dai sindacati dei militari, il Governo continua a mostrare un totale immobilismo nel rinnovo del contratto per le forze di polizia e le forze armate.
Gli incontri sinora svolti non hanno portato a alcun progresso tangibile. È evidente che l’attuale Esecutivo, nonostante i proclami e le promesse, non ha la volontà di rispondere concretamente alle legittime richieste delle lavoratrici e dei lavoratori nel settore della sicurezza e della difesa”.
Lo affermano la Cgil, la Fp Cgil e il Silp Cgil Abruzzo e Molise a sostegno dei lavoratori delle forze dell’ordine e delle forze armate. La Cgil mette il dito nella piaga evidenziando problemi di sottorganici storici, strutture e strumentazioni spesso obsolete se non addirittura inesistenti, e poi orari massacranti e condizioni di lavoro, soprattutto per la Polizia Penitenziaria, estremamente rischiose.
Insomma, un quadro assolutamente fosco per un settore importante e strategico come quello della sicurezza, sia a livello di ordine pubblico, sia a livello di difesa e protezione civile.
La Cgil Abruzzo Molise, nel corso dell’assemblea regionale, in corso oggi alla presenza del segretario confederale nazionale Pino Gesmundo, ha approvato un ordine del giorno finalizzato ad esprimere solidarietà e vicinanza alle forze dell’ordine. Una mozione che arriva proprio nel giorno della manifestazione a Roma alla presenza del segretario generale del sindacato, Maurizio Landini, e di presidi e volantinaggi in tutta Italia.
Il sindacato di Polizia Silp Cgil e Fp Cgil avanzano con forza una serie di richieste al Governo: garanzie di risorse economiche per un contratto dignitoso che permetta il recupero del potere d’acquisto per le donne e gli uomini in divisa; un piano straordinario di assunzioni per aumentare gli organici del personale operante nei molteplici servizi di sicurezza svolti dalle forze di polizia e militari; miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita per contrastare il preoccupante fenomeno dei suicidi tra le lavoratrici e i lavoratori; garanzia di una pensione dignitosa e attivazione della previdenza complementare per garantire un futuro sicuro ai lavoratori.
“Il Governo, pur vantandosi di essere vicino alle forze dell’ordine e alle forze armate – affermano i sindacati – dimostra di essere sordo alle legittime richieste avanzate dalle lavoratrici e dai lavoratori: salario equo, diritti tutelati, previdenza protetta, tutela della salute e della sicurezza sul lavoro per la dignità di ogni operatore”.
Preoccupazione per l’attuale situazione viene espressa dal segretario regionale del Silp Cgil, David Belgiorno: “Il nostro territorio – afferma – soffre da tempo di carenze organiche importanti che riguardano le Questure, i Commissariati e le specialità, tutti quei presidi di sicurezza che garantiscono ogni giorno il controllo del territorio e la prevenzione dei reati.
Il fenomeno della carenza di personale, che riguarda anche le altre forze di polizia, si unisce all’elevata età media, che supera i 50 anni e criticità legate alle strutture e ai mezzi. Inoltre Pescara, unica Questura della regione che, tolti quei pochi uomini aggregati solo per il periodo estivo, a malapena sufficienti per far usufruire le ferie agli effettivi, non solo non ha ricevuto nessuna nuova assegnazione nei trasferimenti di agenti di giugno, ma ha visto la riduzione di uomini dedicati all’attività di controllo del territorio a causa dell’intensificarsi della vigilanza del Palazzo del Governo.
È giunto il momento di alzare la voce e far sentire le legittime rivendicazioni dei lavoratori del comparto sicurezza e difesa”.
Il segretario generale Fp Cgil Abruzzo Molise, Luca Fusari sottolinea “la situazione della polizia penitenziaria sia in Abruzzo sia in Molise, che deve gestire una situazione carceraria sovraffollata con personale insufficiente, con i dipendenti costretti, il più delle volte, a fare turni anche di 8 o 12 ore rispetto alle 6 ore previste dal Contratto.
La polizia penitenziaria – afferma – si trova anche a gestire detenuti con problemi psichiatrici che devono essere trattati in modo differenziato rispetto agli altri detenuti vista la loro condizione che potrebbe sfociare in atteggiamenti, involontari e non prevedibili, violenti.
La sicurezza del personale di polizia penitenziaria e quella degli stessi detenuti, pertanto, è assicurata in primis dall’adeguatezza della dotazione organica negli Istituti penitenziari, situazione che ci si trova ulteriormente a segnalare e rispetto alla quale si chiede l’intervento delle istituzioni”.