Ancora tre morti tra i detenuti in Italia. La Uil-Pa Polizia Penitenziaria aggiorna il drammatico conto
ROMA – Mentre il segretario generale dell UIL PA Polizia Penitenziaria sarda Michele Cireddu ci raccontava di un detenuto che muore nel carcere di Cagliari-Uta dopo essersi sentito male, e al quale i soccorsi sarebbero arrivati tardi a causa di un incendio appiccato dal suo compagno di cella, rallentando l’intervento dei medici che avrebbero potuto salvarlo, a Salerno il segretario generale sempre della UIL PA Polizia Penitenziaria Gennarino De Fazio ci comunicava del sessantatreesimo suicidio tra i detenuti dall’inizio dell’anno.
Altri due detenuti hanno deciso di porre fine alla propria esistenza. Uno nel carcere di Biella e l’altro in un insolito posto qual è il tribunale di Salerno.
Si è impiccato ieri sera presso la Casa Circondariale di Biella il 64esimo detenuto suicida dall’inizio dell’anno, cui bisogna aggiungere i 7 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria che si sono tolti la vita”, dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Aveva 55 anni, d’origini Albanesi, a nulla sono valsi i soccorsi – afferma il Segretario della UILPA PP – Nella sostanziale indifferenza del Governo, non si ferma la carneficina nelle carceri del Paese e siamo a un numero di morti assurdo, mai visto in precedenza”, conclude De Fazio.
“48 anni, originario di Montecorvino Rovella, si sarebbe suicidato impiccandosi nel bagno della camera di sicurezza del Tribunale di Salerno dov’era stato tradotto in mattinata per la convalida dell’arresto scattato per maltrattamenti in famiglia. Subito soccorso e condotto in ospedale, sarebbe spirato poco dopo. Si tratta, dunque, del 63esimo detenuto che si è tolto la vita dall’inizio dell’anno, cui bisogna aggiungere 7 appartenenti alla Polizia penitenziaria”, Dichiara Gennarino De Fazio.
“Stiamo ancora cercando di capire l’esatta dinamica e come sia potuta accadere quest’ennesima tragedia che investe il sistema d’esecuzione penale nel suo complesso. Anche se, probabilmente, in questo caso non hanno avuto neppure il tempo di avere un impatto diretto le disastrate condizioni carcerarie, di certo lo Stato, ancora una volta, non poteva permettersi che gli sfuggisse una vita che gli era stata affidata”, aggiunge il Segretario della UILPA PP.
“Noi continuiamo a pensare che la carneficina in atto vada fermata con provvedimenti tangibili e ad effetto immediato. Sono 14.500 i detenuti oltre i posti disponibili, mentre a ben 18mila ammontano le unità mancanti alla Polizia penitenziaria. A ciò si sommano carenze sanitarie, deficienze strutturali e infrastrutturali e disorganizzazione imperante. In mancanza di interventi, sarà un agosto funesto”, conclude De Fazio.