“Discover”, personale dell’artista marsicano Giuseppe Rozzi al Castello Piccolomini di Ortucchio

ORTUCCHIO – Il Castello Piccolomini di Ortucchio quale prestigiosa cornice storica della mostra “Discover”, dell’artista marsicano Giuseppe Rozzi.

L’esposizione, che si terrà dal 10 al 18 agosto prossimi, negli orari dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, sarà inaugurata sabato 10 agosto, alle 18.

Il vernissage verrà presentato dalla giornalista Orietta Spera, alla presenza delle autorità cittadine; l’evento, organizzato dal Comitato Feste 1973 – Ortucchio (bella compagine di persone operose, presieduta da un’altra esponente della cultura, l’eccellente Erika Gigli, che interverrà nel corso della manifestazione), che ha il patrocinio del Comune, è stato fortemente voluto dal sindaco, Raffaele Favoriti.

Due parole su Giuseppe Rozzi, artista alla continua scoperta di sé (da qui il titolo “Discover” della personale): attraverso transiti cromatici che immergono lo spettatore in paesaggi d’apparente serenità, si intuisce come sospesa, sulle opere di Rozzi, la domanda: “cosa accadrà dopo?”.

È quasi come se uno spiritello inquieto voglia suggerire che quelle stesure di colore lievi e quei cieli azzurri non rappresentino soltanto il frutto di studi accurati, ma anche una sorta di ricercata catarsi che l’artista impone nella e dalla tela come a voler riscattare, se stesso e il “lettore”, da una vita frenetica che, alla fine, non appartiene a nessuno.

“Un equilibrio di luci soavi su straordinari paesaggi, senza perdere di vista il significato atavico dei luoghi”: così il critico letterario e d’arte Massimo Pasqualone, primo scopritore dell’efficacia, tecnica e “sentimentale”, di Rozzi.

Quello che la mostra promette è sicuramente un omaggio alla Marsica e, in primis ad Ortucchio e alla sua meravigliosa, piccola e magica “oasi lacustre”; probabilmente è anche l’apertura ad una prossima eventuale e altrettanto convincente (nonché insolita) “variazione sul tema”: una “tempesta su tela” di Giuseppe Rozzi, pittore di ieri e di oggi in continua evoluzione e, proprio per questo, sorprendente.