Viaggio in uno dei borghi più belli d’Italia: Pettorano sul Gizio


Perttorano sul Gizio (AQ) – Dopo la bellezza di Tocco da Casauria, l’interessante chiesa di San Tommaso Apostolo e l’affascinante Roccacaramanico, oggi vi racconteremo di un posto che i tre aggettivi appena citati li possiede tutti.

Stiamo parlando di Pettorano sul Gizio, uno dei borghi più belli d’Italia, distante pochi chilometri da Sulmona e posta sulla direttrice che porta a Roccaraso.


Chi avrà la fortuna di visitare questo incantevole posto si ritroverà davanti
un panorama tra i più belli d’Abruzzo e talmente interessante da avere affascinato e ispirato uno dei più famosi poeti della storia italiana qual è Ovidio.


La storia in questo posto la si legge in tutti i suoi dettagli e in tutti i suoi angoli. Quello che la rende estremamente affascinante è la mancanza di modernità.

Anche qui, infatti, il tempo sembra essersi fermato giacché nel suo insieme emergono architetture che, seppur connotate da impostazioni medievali (la pianta del paese e le mura), le inquadra per lo più sotto le effige barocche in conseguenza anche del terremoto che nel 1706 ne aveva obbligato una pressoché completa ricostruzione.


Anche qui, così come in tante delle realtà abruzzesi, l’emigrazione avvenuta negli anni ne sta contrassegnando la demografia.
Molte, infatti, sono le case disabitate, per lo più adibite a seconda abitazione e per turisti incantati dal loro fascino e dal religioso silenzio che fa da cornice al bel quadro che sono in grado di rappresentare.

Il tutto grazie anche alla presenza di porte dalle pregevoli fattezze sovrastate da artistici stemmi; dalle innumerevoli scalette che irrompono nei cortili di antichi edifici di età tardo rinascimentale e barocca.


A proposito di edifici non possono non essere fotografati palazzo De Stephanis, la cui facciata è in pregevole stile rococò; palazzo Croce, che al suo interno ritroverete l’unico frammento rinvenuto in Occidente dell’Editto di Diocleziano, palazzo Giuliani, del XVIII sec., e palazzo Vitto-Massei.


Sei sono le porte un tempo baluardo di sicurezza ma che oggi il loro unico scopo è quello di offrire il benvenuto a chi fa ingresso nel borgo. Ogni Porta ha un suo nome per cui ritroverete Porta San Nicola, sul cui arco superiore avrete l’opportunità di visionare un affresco seicentesco raffigurante Santa Margherita che sorregge il paese con la mano sinistra, Porta Cencia, Porta San Marco, Porta del Mulino che da sul parco di archeologia industriale costituito dai resti dei mulini lungo il fiume Gizio e Porta Santa Margherita.


A sovrastare la piazza principale vi è la chiesa madre sulle cui pareti è incastonata una lapide che riporta i caduti in guerra e il cui busto di un soldato posto su un piedistallo prospiciente la stessa ne rappresenta il monumento.


Il belvedere da solo varrebbe il prezzo del figurativo biglietto. Lo stesso coniuga perfettamente la bellezza naturale del monte Genzana con l’architettura di ciò che contorna il centro abitato a partire dalle due piccole case-gallerie, sovrastate da artigianali lampioni, che danno accesso alla piazza dove insistono la casa comunale e una stupenda fontana.


Il percorso avviato dalla strada e aperto da cotante bellezze, porta a far tappa alla chiesa di San Rocco, salvo poi condurre al Castello che del paese ne chiude il lato sud.


Gli imponenti resti del bastione, di recente ristrutturazione e aperto al pubblico previo pagamento di un biglietto dall’irrisorio dal costo di due euro, vegliano il borgo.


Il castello così come palazzo Ducale, dove attualmente è ubicata la casa comunale, rappresentavano la residenza dei Cantelmo, la famiglia signorile di Pettorano.


Perttorano è un trionfo di bellezza ma anche di bontà culinaria. Famosi sono la polenta tignosa e, ovviamente, i piatti tipici a base di funghi e tartufi raccolti nei boschi del circondario. Pietanze che potrete assaggiare, innaffiati da dell’ottimo vino, nei caratteristici ristoranti del posto e che nei loro menù non fanno mancare piatti vegani.


I boschi che circondano Pettorano rappresentano un invito a salubri passeggiate. Performanti sono le escursioni lungo il fiume Gizio, in corrispondenza dell’area dei mulini e in tutto il Parco fluviale oltre che nella Riserva Naturale di Monte Genzana.L’area archeologica del Vallone di Santa Margherita offrirà agli amanti di questa materia spunti di enorme interesse.


Insomma un luogo tutto da visitare e da godere. Lo dico soprattutto per chi la nostalgia del passato la vorrebbe rivivere facendolo traslare dal mondo dei loro sogni.
Un ultimo consiglio…per gli amanti del silenzio e delle atmosfere brigantesche è consigliata la visita in notturna nel posto.

Talmente considerata pura magia da chi vi parla da voler chiudere il video che troverete nell’articolo e che, ovviamente, vi invito a seguire sperando vi piaccia.