Caccia ai cervi in Abruzzo, ricorso al Tar contro la delibera: le associazioni Lav, Lndc e Wwf chiedono la sospensione del provvedimento

Foto di Angelina Iannarelli - Fotografia Naturalistica

PESCARA – Le associazioni Lav, Lndc Animal Protection e Wwf Italia hanno depositato al Tar dell’Aquila il ricorso con il quale chiedono in prima istanza la sospensione della delibera della Regione Abruzzo che autorizza la caccia di selezione a 469 cervi, così da garantire la vita degli animali, per poi procedere alla censura della stessa delibera.

“Non è tollerabile che le interazioni fra gli animali selvatici e le attività umane che si svolgono sui territori si risolvano sempre con la condanna a morte degli animali – dichiarano le associazioni – tanto più in un caso come questo dove mancano dati certi e il censimento dei cervi è stato eseguito dai cacciatori”.

Le associazioni riferiscono che la decisione di far uccidere i cervi e il numero di individui da uccidere dipendono dal conteggio di animali fatto dai cacciatori che poi, attraverso gli Ambiti Territoriali di Caccia, beneficeranno delle somme pagate per ogni capo abbattuto.

“É evidente – sostengono in una nota – il fragoroso conflitto d’interesse che si risolve in ogni caso con il versamento del sangue di animali che fanno semplicemente ciò che per loro, come per noi, è necessario per sopravvivere: mangiare”.

Peraltro, non ci sono certezze riguardo ai presunti danni alle colture o al pericolo per la viabilità, “poiché i dati della Relazione su cui si basa la delibera sono quanto meno fumosi”.

“Ora attendiamo con fiducia il pronunciamento del Tar: auspichiamo ancora che la Regione Abruzzo voglia rivedere questa decisione e giungere almeno ad una sospensione della delibera e all’avvio di un confronto tecnico, fino ad oggi mancato.

La tutela degli animali selvatici è interesse di tutti i cittadini – concludono le associazioni – e non deve soccombere alle mire dei cacciatori, un’irrisoria minoranza oramai in via d’estinzione.”