Il Consiglio di Stato “ferma” la mattanza dei cervi in Abruzzo. Delibera della Regione sospesa. Tutto era stato rinviato per l’impreparazione degli Atc
L’AQUILA – In “Zona Cesarini” è stata prima fermata e poi sospesa la mattanza dei cervi in Abruzzo. Il Consiglio di Stato, infatti, ha accolto la richiesta di sospensiva allegata al ricorso presentato da Wwf e Lega nazionale per la protezione del cane, insieme ad altre associazioni animaliste e ambientaliste, per fermare l’abbattimento di 469 cervi in Abruzzo.
Una decisione che rimette tutto in discussione, e che va ad aggiungersi alla necessità di rimandare tutto perché gli ambiti territoriali di caccia abruzzesi non erano preparati all’apertura della caccia la cervo.
La decisione è stata adottata, con urgenza, dalla sezione sesta del Consiglio di Stato che ha accolto la richiesta di sospensiva contro l’abbattimento di 469 esemplari di cervo in Abruzzo. Le associazioni avevano impugnato l’ordinanza del Tar Abruzzo che, mercoledì scorso, aveva dato il via libera all’abbattimento.
Il presidente della sezione, Carmine Volpe, si è espresso con un provvedimento urgente e ha sospeso la delibera della Giunta regionale d’Abruzzo, fissando l’udienza in camera di consiglio per il 7 novembre.
Era previsto per oggi, ma è stato rinviato a novembre l’avvio della caccia selettiva di 469 cervi nei territori degli Ambiti territoriali di caccia di Avezzano, Sulmona, area Subequana, L’Aquila e Barisciano e al di fuori delle aree protette e delle aree ad esse contigue.
Lo ha reso noto l’assessore all’Agricoltura e vicepresidente della Regione Abruzzo, Emanuele Imprudente, spiegando che la decisione è legata al fatto che gli Ambiti territoriali di caccia (Atc) devono ancora emanare gli avvisi pubblici per l’assegnazione dei capi da abbattere.
Sono ancora da definire anche aspetti tecnici relativi ai regolamenti a cui i selecontrollori devono attenersi. Ci sarebbero anche ritardi nell’acquisto delle fascette necessarie a punzonare e identificare i capi abbattuti. Insomma, tutto sulla carta, ma in realtà la regione di concreto nopn era prona a are nulla.
Gli ambientalisti dell’Aidaa, Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente, in un comunicato di questa mattina commentano: “Si tratta di una decisione presa dalla Regione Abruzzo in attesa della decisione del Consiglio di Stato sul ricorso delle associazioni animaliste a cui va il nostro ringraziamento e il nostro plauso e della presa di posizione contro questa decisione di migliaia di persone e personaggi, ultimo dei quali, in ordine di tempo, Franz Di Cioccio, leader della PFM.
Ci auguriamo che la Regione faccia un passo indietro definitivo revocando questa scellerata decisione”.
“Abbiamo notificato e presentato il ricorso al Consiglio di Stato sabato scorso – ricorda all’ANSA l’avvocato Michele Pezone, che ha curato il ricorso al Tar per conto di Lav, Lndc Animal protection e Wwf Italia – attendiamo per le prossime ore un pronunciamento dei giudici in regime di urgenza. Abbiamo appreso della decisione di rinviare l’abbattimento che, a nostro avviso, potrebbe essere legata a una questione di opportunità”.
“La struttura e l’iter burocratico non sono ancora pronti per dare avvio all’abbattimento – spiegano dall’Atc di Sulmona -.
C’è un elenco abilitato di persone che hanno effettuato anche il corso di addestramento, ma al momento c’è difficoltà a reperire gli accompagnatori. Bisogna ancora entrare nell’ottica”.