“Alla ricerca del silenzio tra boschi e deserto sahariano”, la nuovissima mostra dell’artista marsicano Albino Moro
A partire da martedì 22 ottobre sarà aperta al pubblico la mostra ALLA RICERCA DEL SILENZIO TRA BOSCHI E DESERTO SAHARIANO dell’artista ultraottantenne Albino Moro, con la curatela di Antonio Gasbarrini presso l’ex Navata del Palazzo dell’Emiciclo a L’Aquila.
In realtà, accanto ai dipinti, libri d’artista e gioielli a confermare lo sfaccettato estro e la versatilità creativa di un uomo che, nato a Collelongo e compiuti i suoi studi ad Avezzano e Bari, si trasferisce poi a Pescara e dà inizio alla meravigliosa stagione della sua arte che ancora lascia germogliare splendidi fiori.
La mostra, in inaugurazione sabato 26 ottobre resterà aperta fino al 3 novembre 2024, lascia intendere già dal titolo, i suoi nuclei tematici: uno, quello dei boschi di cui è particolarmente ricco il territorio intorno alla sua natia Collelongo; l’altro, quello delle sabbie e delle dune del Deserto del Sahara, quelle di Tunisia, Libia, Algeria, Marocco e Mauritania.
Due contesti geografico-ambientali che amorevolmente l’artista assimila per sostenere la sua ricerca di un “silenzio” salvifico che annulli, annienti, con le potenti “armi” dell’arte l’iperurbanizzazione della società contemporanea, fagocitata dal rumore indotto perché non pensi e non si faccia domande.
Il curatore dell’esposizione, Antonio Gasbarrini pone in evidenza il “diverso approccio formale e cromatico tra gli infittiti, esili quanto vitali tronchi prevalentemente impregnati da colori su colori, prelevati quasi da un’astraente tavolozza kandinskijana-mondrianea e le flessuose, arcuate geometrie desertiche”; nell’osservare i suoi lavori artistici non sfuggiranno le rivisitazioni delle sue esperienze emotive e visive, palesate attraverso “il concertante dialogo tra nerastri segni e pigmenti materici – ad olio o acrilico – , sostanzialmente reinventati alchemicamente dall’artista con l’uso di terre frammischiate a sabbia, ricorrendo a volte anche all’antica tecnica della pittura ad encausto”.
L’abbandono fantastico, il sognare ad occhi aperti determina la stesura di uno sfondo metafisico dal quale affiora un “cosmo particolare” che, come scrive il filosofo francese Gaston Bachelard, permette di assimilare le immagini poetiche a quelle artistiche: “Un cosmo particolare si forma attorno a un’immagine particolare da quando un poeta [ma anche un artista n.d.a.] dà all’immagine un destino di grandezza. Il poeta dà all’oggetto reale il suo doppio immaginario, il suo doppio idealizzato. Questo doppio idealizzato è immediatamente idealizzante e è così che un universo nasce da un’immagine in espansione».
Sono, ancora, alcuni Libri d’artista e Gioielli innervati dalle cangianti forme desertiche, a catturare l’attenzione di fruitori diventati sempre più esigenti.
ALBINO MORO
Nato a Collelongo (AQ) studia ad Avezzano e poi a Bari. Si trasferisce a Pescara e qui respira la esaltante stagione artistica segnata dalle ricerche dei vari Summa, Spalletti e Di Blasio, che diventa un suo punto di riferimento in ambito estetico e con il quale stabilisce uno stretto rapporto d’ordine culturale e sul finire degli anni Sessanta comincia a partecipare a varie mostre collettive.
Nel 1981 inizia una lunga serie di viaggi in terra d’Africa nel deserto del Sahara (Tunisia, Libia, Algeria), insieme al giornalista e scrittore Claudio Perolino, viaggi rinverditi alcuni anni fa, questa volta attraversando i deserti del Marocco e della Mauritania. Il fecondo vissuto con un Paesaggio ed una Natura tanto diversi da quella familiare, incide fortemente nella sua poetica confluita poi in un unitario ciclo, non solo pittorico, continuamente reinterpretato e reinventato a livello formale e materico. Sue mostre personali sono state tenute in varie città italiane ed europee.
INFO
L’Aquila, Ex Navata del Palazzo dell’Emiciclo (Villa Comunale)
Opening: martedì 22 ottobre / Inaugurazione: sabato 26 ottobre ore 17,30 / Finissage: 3 novembre 2024 . Orario di apertura: tutti i giorni dalle 8 alle 20.