Pescara. Smantellata dalla Squadra Mobile una rete di spaccio con Napoli. Eseguite 13 misure cautelari
PESCARA – Traffico di droga fra Pescara e Napoli, duro colpo inflitto dalla Polizia di Stato ad una estesa organizzazione con l’esecuzione di ben tredici misure cautelari.
La Questura di Pescara, in collaborazione con quella di Napoli, ha infatti eseguito una serie di misure cautelari disposte dal Gip del Tribunale di Pescara, Elio Bongrazio, nei confronti di 13 soggetti, italiani e stranieri, indiziati di essere dediti ad un’intensa attività di spaccio di droga. Le indagini, dirette dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Pescara, Andrea Papalia, hanno preso le mosse nell’ottobre 2018, a seguito dell’arresto di O.H., nigeriano di 21 anni, trovato in possesso di 2 chili di marijuana presso il capolinea dei pullman in Piazza della Repubblica a Pescara, dove era giunto a bordo di un autobus proveniente da Roma.
Dopo l’arresto, gli agenti della Squadra Mobile adriatica, analizzando i contatti telefonici dell’uomo, sono risaliti alla persona cui quel carico di droga era destinato. Si tratterebbe di C.A., 25 anni, originario del Gambia e residente a Montesilvano, con precedenti in materia di stupefacenti. I poliziotti hanno anche scoperto che il nigeriano, da luglio ad ottobre, aveva fatto altri sette viaggi “sospetti” da Roma a Pescara. La Polizia, di conseguenza, ha attivato intercettazioni telefoniche sulle utenze in uso al gambiano che, affiancate da una serie di pedinamenti, hanno permesso di appurare come il gambiano, conosciuto con il soprannome di “Aladino”, fosse dedito ad una intensissima attività di spaccio al minuto di marijuana ed hashish, che era solito vendere ai suoi clienti dando loro appuntamento nei pressi della pineta di Montesilvano o di uno dei tanti stabilimenti balneari di quella zona.
Nell’ordinanza che ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere, al gambiano C.A. vengono contestate ben 13 imputazioni di spaccio, frutto degli accertamenti degli agenti della sezione antidroga della Squadra Mobile di Pescara, che nel corso della lunga e complessa attività d’indagine hanno fermato diversi clienti che avevano appena comprato droga da “Aladino”, sequestrando lo stupefacente e procedendo alla loro segnalazione in Prefettura in quanto assuntori. Altri clienti, convocati successivamente in Questura, hanno ammesso di aver acquistato dal gambiano, anche in più di un’occasione, dosi di “fumo” o di “erba”. Peraltro, tenendo sotto osservazione “Aladino”, nel dicembre del 2018, i poliziotti arrestarono un altro nigeriano sospettato di rifornirsi dallo stesso Aladino. L’uomo, O.I.S., 25 anni, fu sorpreso mentre cedeva dello stupefacente ad un giovane senegalese; nella circostanza furono sequestrati circa 20 gr. di marijuana.
Esaminando i contatti di “Aladino” si è poi risaliti a C.A., 37 anni, di origine campana ma residente a Chieti Scalo, dedito al traffico di cocaina ed hashish nelle province di Chieti e Pescara, sostanza stupefacente che l’uomo reperiva anche nella città di Napoli. In particolare quest’ultimo, nei cui confronti il Gip ha disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza, è accusato di essere uno dei fornitori di “Aladino”, cui avrebbe venduto rilevanti quantitativi di sostanza stupefacente. Infatti, egli era stato peraltro arrestato in flagranza dagli uomini dell’antidroga agli inizi del 2019. Il 13 gennaio di quell’anno infatti, le Mobili di Pescara e Chieti, con l’ausilio della Sottosezione Polizia Stradale di Pratola Peligna, provincia dell’Aquila, lo traevano in arresto, unitamente alla sua compagna F.V., 25 anni, originaria di Roma, nella flagranza del delitto di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, fermandolo in un’area di servizio autostradale all’altezza di Brecciarola, nel territorio di Chieti, di ritorno da Napoli, dove C.A. si era recato la mattina stessa, per rifornirsi di stupefacente. La perquisizione della Fiat 500, su cui la coppia viaggiava, portò al rinvenimento, sul pianale lato passeggeri dove era seduta la donna, di una borsa di piccole dimensioni contenente 10 panetti di hashish, per un peso complessivo di 2 chili. La perquisizione fu poi estesa all’abitazione di Chieti Scalo, in cui i due risiedevano, dove furono sequestrati oltre 50 grammi di cocaina, bilancini di precisione e materiale atto al confezionamento della droga. I poliziotti, quindi, accertarono che tra i contatti di C.A. vi era anche S.A., 44 anni pescarese di origine Rom, con precedenti specifici per violazioni sulla normativa in materia di stupefacenti, su cui si concentravano le attenzioni degli investigatori.
La somma di questi elementi ha portato gli inquirenti a far luce sulla reale natura dei rapporti tra il predetto e C.A. (cui S.A. era solito rivolgersi per approvvigionarsi di hashish e cocaina, come nel caso dei 2 chili di “fumo” sequestrati a C.A. e F.V., che gli inquirenti ritengono fossero in parte destinati a S.A.) e a collocarlo al centro di una fiorente attività di spaccio. Al pescarese di origine Rom, nei confronti del quale il Gip ha applicato la misura cautelare della custodia in carcere, la Procura di Pescara contesta, fra l’altro, di aver ceduto il 1 febbraio 2019, in concorso con F.G., 29 anni e G.G., 36 anni (entrambi campani e residenti nel napoletano), 3 chilogrammi di hashish a D.C.D., 47 enne pescarese e 230 grammi di hashish a D.R.I., 32enne, residente in provincia di Chieti. Quel giorno S.A. era stato seguito dagli Agenti della Squadra Mobile, che lo avevano visto incontrarsi con D.C.D ed D.R.I vicino il centro commerciale “Arca” di Spoltore. I tre avevano atteso l’arrivo da Napoli, di F.G. e G.G. i quali, a bordo di due diverse autovetture (una in funzione di “staffetta”) avevano poi, tramite il pescarese di origine ROM, consegnato lo stupefacente a D.C.D ed a D.R.I, che quella sera stessa ricevevano però la visita dei poliziotti, i quali perquisivano i rispettivi domicili e li traevano in arresto per detenzione ai fini di spaccio. In relazione a quell’episodio F.G. e G.G. sono stati sottoposti dal GIP ad obbligo di dimora nei comuni di residenza, misura eseguita dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Napoli.
Anche la compagna del pescarese di origine ROM, H.F., rumena di 31 anni, è destinataria della misura dell’obbligo di dimora, essendo stati raccolti anche nei suoi confronti elementi in ordine al coinvolgimento nei traffici di droga. In particolare alla donna è contestato di essersi recata, nel giugno dello scorso anno, a Napoli, unitamente al compagno, per acquistare 5 chili di hashish e 150 grammi di cocaina. In quell’occasione la coppia si accorse di essere seguita dalla Polizia, che arrestò in flagranza di reato un uomo di 42 anni, del posto, trovato in possesso dello stupefacente, destinato alla coppia pescarese. Indagando su S.A., la sezione antidroga della Squadra Mobile pescarese, subito dopo, ha aperto un altro fronte d’indagine, che coinvolgeva F.G., nato in Belgio 32 anni fa e suo padre F.A., 58 anni, anch’egli originario del Belgio ma da anni residente con il figlio a Cappelle sul Tavo, in provincia di Pescara. Anche nei confronti di costoro il Gip., ritenendo la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di detenzione e spaccio di sostanze psicotrope, ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere.
I ripetuti servizi di osservazione svolti dalla polizia giudiziaria a Cappelle sul Tavo, nonché le intercettazioni telefoniche attivate sulle loro utenze, ha fatto emergere come, avvalendosi anche della collaborazione di una loro parente, F.L., 41 anni, nata in Belgio, loro convivente nella casa di Cappelle sul Tavo e finita agli arresti domiciliari, i due utilizzassero la loro abitazione come punto di riferimento logistico per l’attività di spaccio al minuto di marijuana e cocaina. Utilizzando un linguaggio convenzionale (per indicare la droga si parlava di “birra”, “accendini”, “lampadine”) intrattenevano rapporti con numerosi clienti, i quali erano soliti recarsi a Cappelle sul Tavo per rifornirsi della dose quotidiana. La Squadra Mobile, appostata nei paraggi, aveva avuto modo di riscontrare dette compravendite di stupefacente, segnalando gli assuntori alla Prefettura in quanto dediti al consumo di droga. In un occasione i poliziotti avevano fermato anche un uomo di 50 anni, alla guida di un’ambulanza, che aveva appena acquistato una dose di cocaina. Diversi clienti, al termine dell’indagine, negli uffici della Questura confermavano i rapporti con il citato nucleo familiare ed i frequenti acquisti di droga fatti presso la loro abitazione.
F.G. e S.A. sono inoltre accusati con D.L.A., 34 anni di Atri residente a Montesilvano, di aver ceduto ad un cittadino egiziano, M.E.S., 39 anni, domiciliato a Cappelle sul Tavo, 50 grammi di cocaina che l’egiziano consegnava poi ad una dona pescarese di 45 anni, residente a Francavilla al Mare, arrestata in flagranza di reato dalla Squadra Mobile di Pescara il 17 aprile 2019. In relazione all’episodio di cui sopra il Gip ha disposto nei confronti di D.L.A e di M.E.S. la misura cautelare dell’obbligo di dimora nei rispettivi comuni di residenza. L’attività di indagine ha poi consentito di individuare un ulteriore fornitore del nucleo familiare di Cappelle sul Tavo, il cittadino albanese T.R., 34 anni, residente a Montesilvano, cui padre e figlio si rivolgevano per acquistare la cocaina da smerciare successivamente al dettaglio. L’albanese è stato arrestato dagli agenti della mobile il 16 aprile 2019, proprio nei pressi dell’abitazione di padre e figlio, dove lo straniero si era recato per consegnare una partita di droga. A seguito di perquisizione i poliziotti lo trovavano in possesso di oltre 50 grammi di cocaina. Altri 50 grammi della medesima sostanza erano stati poi rinvenuti nella sua abitazione di Montesilvano. Nei confronti dell’albanese il G.I.P. ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere.
Nell’ambito dell’operazione è finita agli arresti domiciliari anche P.D., di Pescara, 31 anni. La donna è accusata di essersi rifornita in più occasioni da S.A. di svariati quantitativi di cocaina, che avrebbe poi venduto a sua volta a terzi, come quando fu sorpresa, il 22 marzo dello scorso anno, dai poliziotti della questura di Pescara con quasi 10 grammi di cocaina, subito dopo aver ceduto ad un suo conoscente un grammo della medesima sostanza. Oltre ai 13 soggetti destinatari dei provvedimenti restrittivi disposti dall’Autorità Giudiziaria, l’indagine della Procura di Pescara vede indagati, sempre per la violazione della normativa sulle sostanze stupefacenti, altri 3 soggetti, nei cui confronti è stato emesso avviso di conclusione delle indagini preliminari. Nel corso della perquisizione eseguita questa mattina presso l’abitazione di Via Pignatara di Cappelle sul Tavo, cui hanno preso parte anche unità cinofile antidroga in forza all’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura, sono stati sequestrati otto involucri contenenti un totale di 4 grammi di cocaina di cui F.G. e F.A. tentavano di disfarsi, scaricandoli nel wc, nonché 4 involucri contenenti gr.13,6 di marijuana, oltre a un bilancino di precisione. Pertanto gli uomini della Mobile hanno proceduto, con ulteriore comunicazione di reato, a segnalare questi ultimi indagati alla Procura poiché ritenuti responsabili di detenzione ai fini di spaccio di tale quantitativo di droga.