10 telefonini in 10 giorni. Prosegue in maniera serrata l’operazione di Polizia in carcere a Sulmona. Nardella(SPP): intanto il DAP continua a fare arrivare “Tiktoker” da altri istituti ma a non farli partire da qui



Sulmona(AQ) – È un gruppo di poliziotti quello di stanza al carcere di Sulmona al comando del Primo Dirigente Alessandra Costantini che sembra essere divenuto un nugolo di ottimi “cercatori” di telefonini.
Dall’inizio dell’anno sono più di 50 i dispositivi trovati (10 negli ultimi giorni) con elevata professionalità e diligenza dai baschi blu sulmonesi specializzati come lo sono diventati a scovarli dappertutto.
Un metodo quello che si sono dati gli uomini e le donne di Polizia Penitenziaria operanti nel carcere ovidiano che sta dando non pochi frutti.
Resta da capire come facciano ad entrare. Tuttavia anche su quello si starebbero concentrando le indagini.
Interviene in merito il Segretario Nazionale del Sindacato di Polizia Penitenziaria Mauro Nardella la cui critica nei confronti del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria si sta acuendo sempre più, soprattutto in merito al fatto che pur avendo la Direzione del Carcere chiesto di trasferire tutti coloro i quali sono stati trovati con i dispositivi in camera nessuna delle richieste avanzate negli ultimi tempi ha trovato ancora accoglimento.


Eppure a Sulmona continuano ad arrivare “Tiktoker” colti in fallo in altri istituti italiani.
Eppure a Sulmona continua a non essere implementato un sistema volto a disturbare la frequenza dei dispositivi tecnologici così da evitare da un lato di farli entrare i dispositivi attraverso l’utilizzo di droni e dall’altro di farli smettere di funzionare così da renderli quanto meno innocui dal punto di vista comunicativo.
Insomma i poliziotti penitenziari di Sulmona stanno collassando per via dello sfinimento dettato dal consumo di energie psichico fisiche derivante dalla ricerca spasmodica degli oggetti non consentiti ma non vengono supportati da un più valido e auspicabile metodo impostato sul prevenire piuttosto che reprimere.
Il personale di polizia è ancora troppo poco per rispondere ai dettami operativi e se neanche i mezzi messi a loro disposizione sono idonei al soddisfacimento dell’opera preventiva la frittata è fatta. Sarebbe un po’ come svuotare un lago con un secchiello.
Nardella invita tutti i senatori e i deputati di buona volontà a farsi carico della critica situazione nella quale sembra essere finito il mondo delle carceri e, attraverso mirate interrogazioni dirette al Ministro della Giustizia Nordio, farsi dare risposte e possibilmente soluzioni – conclude Nardella-