Taglio di bosco abusivo nel versante laziale del Pnalm. Denunciato il responsabile
Picinisco (FR) – Un taglio abusivo, su una superficie di circa 1 ettaro, in comune di Picinisco (FR), in una zona ricadente nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è stato scoperto dai Carabinieri Parco di Picinisco. Un’operazione nel versante laziale dell’area protetta, nell’ambito dei consueti controlli finalizzati alla tutela e salvaguardia del territorio..
La Ditta responsabile dell’abuso, al lavoro su un appezzamento di bosco dove il taglio era stato regolarmente autorizzato dal Parco e dalla Regione, aveva, infatti, esteso l’intervento alla zona confinante, in parte di proprietà privata ed in parte comunale, soggetta ad uso civico. Il tutto però senza autorizzazione forestale e nulla-osta dell’Ente Parco.
“L’azione di controllo e vigilanza sul territorio del Parco e le sue preziose componenti naturali, il bosco, le acque, le specie di flora e fauna protette, non viene mai meno – ha dichiarato il Direttore del PNALM, Luciano Sammarone – neanche in un periodo come questo, segnato dalla grave crisi epidemica, anzi, maggiore è l’impegno a contrastare i comportamenti illegali di chi vorrebbe approfittarne per perseguire il proprio profitto a scapito dell’interesse generale”.
Inoltre, aspetto ancora più grave trattandosi di un’area protetta, erano state abbattute anche le piante da lasciare “ad invecchiamento indefinito”, ovvero le più grandi presenti, il cui ruolo di rifugio per uccelli, pipistrelli e per varie specie di insetti e funghi è essenziale per la conservazione della biodiversità e la sopravvivenza stessa del bosco.
Il titolare della Ditta è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per violazione alla Legge Quadro sui Parchi ed alle norme inerenti il Vincolo Paesaggistico.
Gli sono state inoltre contestate le sanzioni amministrative previste dalla Legge Forestale della Regione Lazio mentre la legna derivante dal taglio non autorizzato è stata posta sotto sequestro penale a fini probatori.
Si suppone che il trasgressore, considerata la posizione isolata della località, scarsamente visibile dalle vie di comunicazione più frequentate, e presumendo una minore attenzione da parte del personale preposto alla Sorveglianza e al controllo a causa dell’emergenza coronavirus, abbia creduto di poter procedere indisturbato e prelevare così il maggior quantitativo possibile di legna, ovviamente con danni evidenti per il patrimonio forestale, la tutela degli habitat e degli interessi della collettività.