Povertà, Centrosinistra: “Servono politiche organiche e Rete permanente di concertazione. Porteremo il confronto in Consiglio comunale”

L’AQUILA – “Abbiamo fortemente  voluto questo confronto in Terza commissione per creare un ponte vero tra l’istituzione comunale ed il ricco mondo delle associazioni e delle organizzazioni sindacali che si occupano  quotidianamente delle povertà. – così l’on Stefania Pezzopane (Pd) promotrice dell’iniziativa condivisa da tutte le opposizioni. – Non ci fermiamo qui. Porteremo il confronto in consiglio comunale per far sì che il Comune dell’Aquila ascolti la voce di chi si dedica ai più bisognosi ed istituisca una Rete permanente per il contrasto alla povertà. Tutti i partecipanti al confronto, Centro Servizi Volontariato, Croce rossa, Vincenziane, Fraterna Tau, Punto Luce, Cgil, Ugl ed altri hanno sottolineato la necessità di un confronto permanente, di servizi più efficienti e rapidi per poter occuparsi delle persone in povertà in maniera efficace. Manca un dormitorio, presente in altre città, serve un ‘accoglienza diversa per chi – appartenente da sempre al ceto medio- si è trovato improvvisamente in povertà, se ne vergogna, non cerca aiuto, abbandona la società. Insomma serve un lavoro comune, umile, non muscolare, ma concreto in cui tutti gli assessorati facciano la loro parte per costruire presidi di socialità, di assistenza, di avvio a percorsi formativi e lavorativi. Abbiamo le idee chiare, proseguiremo l’impegno perché a L’Aquila la povertà aumenta troppo, bisogna esserci ed intervenire. La solidarietà deve essere il tratto distintivo della Capitale italiana della cultura.”

In commissione è intervenuto anche il consigliere Paolo Romano (L’Aquila Nuova) : “L’ultima commissione che si era svolta sul problema della povertà in città risaliva al 2019, ben cinque anni fa. Da allora il numero delle famiglie sotto la soglia di povertà è aumentato in maniera drammatica. Grazie alle opposizioni le associazioni del territorio hanno di nuovo avuto modo di essere audite dalle istituzioni per ribadire la necessità e l’urgenza di una rete in grado di affrontare la povertà in maniera costante, sinergica e concreta donando anche ai commissari una pubblicazione che chiarisce il contesto di riferimento oltre a delineare proposte a partire dalla realizzazione di un dormitorio, assolutamente necessario per i casi più gravi presenti nella nostra città.
L’assessorato in questi anni ha invece preferito operare per interventi spot o tamponare con quelli di natura emergenziale, piuttosto che creare una strutturalità in grado di aiutare singoli e famiglie in difficoltà evitando loro la strada e i pericoli ad essa connessi. Se è valso a qualcosa ascoltare le associazioni che operano nel sociale bisogna abbandonare l’utilizzo sistematico di affidamenti diretti e intervenire immediatamente con una straordinaria riforma del terzo settore. Le parole d’ordine sono co-programmazione, co-progettazione e co-gestione per costruire una macchina organizzativa del volontariato locale sotto il coordinamento del Comune dell’Aquila e con un sistema informativo delle azioni che comprenda la prima accoglienza, l’orientamento e l’accesso a norme e servizi, la comunicazione sociale.
Dalla commissione è emerso un assessorato delle politiche sociali in difficoltà nella spesa delle risorse; nel 2023, a fronte di una cassa di ben 55 mln di euro, il Comune ha liquidato solo 16 milioni di euro.
Qui si innesta il problema anche della scarsità di risorse umane all’interno dell’assessorato: il Comune dell’Aquila ha speso quasi 2 mln di euro per assunzioni con contratti interinali di assistenti sociali nonostante goda dal 2020 di contributi finalizzati proprio all’assunzione stabile di assistenti sociali per garantire almeno il rapporto di 1 operatore ogni 5000 abitanti.
Anche sul bonus una tantum che fa sempre comodo alla comunicazione politica di questa Giunta si è in ritardo: questa misura non può essere bandita sotto Natale, ma deve riuscire ad arrivare prima con una programmazione che offra certezze al cittadino. È una misura che per di più va rivista perché l’isee della povertà non può fermarsi a 7000 annui ma va innalzata alla quota di fragilità legata al contesto di oggi e già individuata dagli altri bandi comunali almeno a 10.000 euro. Tanti sono i nodi da sciogliere e il lavoro da fare: l’ipercomunicazione scomposta incentrata sulla difensiva, anche a valle di questa commissione, delinea solo la volontà di non voler comprendere le problematiche delle famiglie in difficoltà della città.”

Anche la consigliera Simona Giannangeli (L’Aquila Coraggiosa) ha aggiunto  “ Nel corso delle due sedute della III Commissione sul tema delle povertà, l’ascolto delle rappresentanti e dei rappresentanti delle associazioni del terzo settore e del volontariato ha restituito una fotografia della città quale comunità dolente.
Hanno raccontato della necessità del raccordo tra tutte le realtà che operano sul territorio, hanno denunciato a più riprese la mancanza di un Tavolo di raccordo programmatico e di confronto, nel quale articolare proposte all’istituzione comunale.
Hanno resa concreta e visibile quella parte crescente di popolazione che non ha mezzi economici, che non ha risorse per fornire alle figlie/i una formazione extrascolastica dignitosa, hanno fatto emergere quella parte di popolazione che prima aveva risorse economiche e che negli ultimi anni le ha perdute, diventando parte dei nuovi poveri.
E’ stata denunciata l’assenza di un dormitorio pubblico per accogliere chi non ha un tetto, è stata invocata la costituzione di una solida rete che permetta la comunicazione di esperienze e di criticità rilevate negli interventi.
E’ evidente che le politiche sociali attuate nei sette anni di amministrazione Biondi non sono state efficaci a prevenire nuove povertà e a contrastare quelle esistenti, perché gli interventi non sono stati organici e lungimiranti.
E’ necessario un intervento strutturale, che derivi da un’analisi puntuale dei bisogni e dalla conoscenza reale dello stato di salute della comunità.
Lo strumento delle audizioni nel corso della III commissione si è rivelato ancora una volta prezioso, perché porta nell’istituzione la voce diretta di chi opera nei diversi settori che compongono le politiche sociali di un territorio.
Abbiamo chiesto a fronte del quadro restituitoci la costituzione di un Tavolo di confronto e programmatico, ma le forze di maggioranza hanno subito opposto un no incomprensibile ed inaccettabile, proprio perché la richiesta è stata formulata a seguito delle istanze portate dalle associazioni presenti in commissione.”

Il consigliere Stefano Albano (Pd) ha inoltre sottolineato “ Una discussione necessaria quella in Terza Commissione, dato che c’è un’emergenza povertà nel nostro territorio. Tutte le associazioni coinvolte hanno ribadito la necessità di un tavolo permanente dedicato ad affrontare concretamente il fenomeno. Dispiace l’atteggiamento inutilmente sulla difensiva da parte del centrodestra, che si è limitato ad elencare le cose fatte dall’assessora Tursini senza cogliere l’appello accorato di operatori e professionisti della solidarietà. Infatti a fianco all’attività ordinaria di sostegno alle fragilità economiche e sociali, tese ad alleviare il sintomo, occorre costruire politiche che facciano emergere dalla povertà un sempre maggior numero di cittadini, partendo dall’analisi di dati. Ad esempio, fonte ISTAT, sappiamo che nella forbice fra 2012 e 2022 in provincia c’è stata la chiusura di imprese per l’1,4%, mentre nel Cratere aquilano nello stesso periodo temporale il dato supera il 5%. Ha fatto l’amministrazione una seria valutazione su questo? Conosce i dati relativi all’occupazione? Se non ci sarà disponibilità da parte del centrodestra, proseguiremo noi questa discussione fondamentale. “.

Per il consigliere Alessandro Tomassoni  ne ha concluso gli interventi del centrosinistra in 3 Commissione “La povertà in tutte le sue forme e dimensioni, inclusa la povertà estrema, rimane per ogni comunità la sfida più grande e la sua eliminazione è un requisito indispensabile per lo sviluppo sostenibile.
I contributi qualificati degli auditi hanno danno l’idea di quanto il disagio economico e sociale che vive la nostra città sia preoccupante, suffragato da dati e numeri incredibilmente impietosi.
In città c’è continua richiesta di supporto lavorativo laddove molte persone, in primis ragazzi e giovani, non riescono a garantire a se stessi e ai familiari un reddito sufficiente per una vita dignitosa, specie quelle con più figli  (1106 famiglie su 32.000 circa totali con 5 o più componenti). E poi, oltre la mancanza di lavoro, fanno riflettere  la povertà educativa – per contrastare la quale occorre superare l’idea di intervento emergenziale, seppur necessario, e strutturare azioni preventive – e quella abitativa, laddove sono state confermate le criticità dei progetti C.A.SE., destinati sempre più a divenire quartieri dormitorio e, in diverse piastre ormai in stato d’abbandono, persino riparo di fortuna per molti indigenti e senza tetto, luoghi quindi dove si annida sempre più quel degrado che poi si tramuta giocoforza in disagio sociale, quindi, in quella delinquenza di cui la città subisce da tempo le conseguenze.
Non possiamo accettare che le condizioni materiali creino una frattura così profonda nella nostra società e un inasprimento ulteriore delle diseguaglianze sociali: è indispensabile, quindi, mettere il tema della povertà sempre più in forma strutturata e continuativa al centro del dibattito pubblico e delle attenzioni di chi governa i processi decisionali, ad ogni livello ed ognuno per il ruolo che riveste, e concertando gli interventi con i portatori d’interesse.
Il principale obiettivo sarebbe quello di attuare, di più e meglio, quanto previsto dalla co-programmazione co-progettazione normate dagli art 55 e 56 del Codice del Terzo settore, con ciò sostenendo maggiormente gli enti accreditati in tutte le iniziative utili al contrasto della povertà, che sia essa assoluta o relativa, sia infrastrutturando il territorio in base alle sue necessità specifiche di “welfare in azione” (per esempio degli “Hub territoriali”)- sia destinando fondi a sostegno dei più deboli e disagiati, non solo con azioni immediate e fini a sé stesse, seppur importanti, ma tramite servizi assistenziali strategici e opportunità sempre più efficaci, gratuiti,  e stabili nel tempo.”