Avezzano, “Comunità coesa, città più sicura”: lo sport cittadino incontra la psicologia e le regole d’oro del benessere e del sorriso
AVEZZANO – “Bene comune significa fare il massimo possibile ogni giorno, allenando il cervello con parole positive. Per guidare in maniera onesta e attiva la propria vita, basterebbe domandare sempre a sé stessi: cosa posso fare oggi per migliorare la situazione in cui mi trovo?”.
Con questi originali punti fermi, si è aperto, lunedì pomeriggio, il nuovo incontro di “Comunità coesa, città più sicura”, dedicato, questa volta, al mondo dello sport, dilettantistico e agonistico, del territorio avezzanese. Hanno partecipato, infatti, i presidenti, i referenti e i tecnici di varie associazioni sportive locali. È stato un confronto diretto, ma con tante sfumature, al quale hanno preso parte sia i veterani dello sport cittadino, sia i giovani e le nuove promesse. In video-collegamento il prefetto a riposo Amalia Di Ruocco, consulente, per il secondo anno di fila, del progetto promosso dall’amministrazione comunale.
“Perché coinvolgere in maniera così esplicita le associazioni sportive di Avezzano? – ha dichiarato l’assessore alla sicurezza, Cinzia Basilico, affiancata nell’incontro dal consigliere comunale Maurizio Seritti – perché anche nelle palestre e non solo nelle scuole, si crescono gli adulti di domani. Ringrazio, in primis, il dottor Di Salvatore, che ha messo a disposizione dei presenti, del Comune e di questo progetto, tutte le sue competenze e conoscenze e, poi, dico grazie anche alle associazioni sportive, perché hanno detto di sì all’idea di intraprendere un percorso nuovo, che conduce alla condivisione delle esperienze.
La meta finale di “Comunità coesa, città più sicura” è una sola ed è il sentirsi parte attiva e costruttiva di una comunità: lo abbiamo fatto con le scuole, lo facciamo con le persone più anziane e lo stiamo facendo, ora, anche con lo sport”.
“Il cervello dei nostri giovani purtroppo dall’alcol viene solo “insultato”, nel senso che, a livello neurologico, molti neuroni muoiono e difficilmente possono venire ripristinati. – ha spiegato ieri Adelmo Di Salvatore – Nei ragazzi tra i 19 e i 39 anni, l’incidente stradale causato dal consumo di alcol è la causa di morte più frequente: anche due soli bicchieri possono offuscare i nostri sensi e la nostra reattività. Per vivere bene, possiamo agire sui fattori ambientali e sugli stili di vita da seguire: andare a piedi al lavoro o al supermercato, ad esempio, aiuta a salvaguardaci e a salvaguardare l’ambiente circostante. Il fumo, il gioco d’azzardo, le droghe, i social e l’abuso di farmaci sono altri nervi scoperti per le nuove e future generazioni.
Eppure – ha aggiunto lo psichiatra – nella nostra mente c’è il potere di cambiare in meglio le nostre abitudini: l’esempio ma anche la forza del messaggio che diamo possono fare la differenza. Oggi, i social rappresentano il vero fattore “cancerogeno” mascherato: si può, però, adottare un comportamento socio-eco-sostenibile, grazie alle sane abitudini, tra cui lo sport, che insegna dedizione e rispetto”.
Tutti i presenti, alla fine, si sono sottoposti ad un esercizio di training autogeno di gruppo, per rafforzare i concetti di volontà e possibilità.
“Il nostro progetto, non a caso, si chiama comunità coesa, proprio perché ognuno può e deve fare la propria parte di fronte ai muri dell’ignoranza, dell’odio e delle dipendenze”, ha concluso il prefetto.
Tutti coloro che lo vogliono possono mettersi in contatto con il team di “Comunità coesa, città più sicura” per organizzare percorsi specifici di consapevolezza dedicati proprio ai ragazzi che praticano sport.