Droga: un argomento che spesso cade in una sorta di letargia giornalistica
Scrivere di droga, argomento ostico, pericoloso, preda del moralismo e del suo contrario non è propriamente facile ecco perché, spesso, l’argomento cade in una sorta di letargia giornalistica. Ho vissuto l’epoca dello sviluppo delle droghe e visto passare a miglior vita il fiore della gioventù degli anni settanta e ottanta, falcidiare quella del secolo attuale e per questo vorrei affrontare un po’ la cosa, tanto per non farla sopire e tenerla sempre presente. Si dice che le strade dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni e quelle che portano agli stupefacenti non fanno eccezione.
Nel maggio del 1886 un tale Pemberton, farmacista, riprese la ricetta di un medico corso: Angelo Mariani il quale aveva prodotto una bevanda divenuta famosa col nome di vin Mariani. Che fece Pemberton? Prese l’idea e la sviluppò per creare una medicina che facesse da rimedio per la stanchezza e il mal di testa. Nel prodotto c’era dell’alcool e delle foglie di coca (quelle per fare la cocaina). Per capirci la prima versione della Coca Cola.
Uno dei più ferventi sostenitori della bevanda fu Sigmund Freud che la apprezzava in quanto a suo dire gli curava la depressione periodica e migliorava i suoi impulsi sessuali. All’epoca la dipendenza da morfina era molto diffusa, i veterani della Guerra Civile la usavano per alleviare i loro dolori e anche per questo, lo stesso Pemberton che ne faceva uso, mise a punto la bevanda per combattere questa dipendenza. Chi l’avrebbe mai detto eh? Ci si drogava con una bevanda…
Ma, sentite questa: sintetizzando la morfina, il chimico Alder Wright produsse l’eroina ma la scoperta non ebbe notorietà finchè vent’anni dopo il dottor Felix Hoffmann, ricercatore della casa farmaceutica Bayer la sintetizzò nuovamente ed eccola commercializzata come medicinale per il trattamento della tosse, dei problemi respiratori e per combattere la dipendenza dalla morfina. Il nome della medicina? Heroin e all’epoca (guarda un po’) fu un successo enorme. Cosa divenne questo farmaco successivamente è storia. A seguire, negli anni Trenta furono sviluppate delle sostanze psicoattive indicate per curare la depressione e uso eccessivo di ipnofarmaci, si tratta delle amfetamine. Tra le caratteristiche del prodotto la proprietà anoressizzante e psicostimolante e quella di far diminuire il sonno, la stanchezza e lo sconforto. Furono subito utilizzate in ambito militare. Oggi hanno lasciato il passo alle metanfetamine meglio conosciute come “speed”, “ice” o “crystal” (questi ultimi due nomi si riferiscono in particolare a quelle che si fumano) e che furono originariamente usate nei decongestionanti nasali e negli spray bronchiali.
Negli anni Quaranta lo svizzero Albert Hofmann sintetizza la “dietilemide dell’acido lisergico”, comunemente detta LSD. Estratta dal fungo ergot era usata in psicoterapia e come stimolante contro I’alcool. Successivamente divenne una delle droghe psicotrope più terribili. L’LSD è un allucinogeno che fa vedere le cose più assurde, non solo, ma altera totalmente la percezione della realtà, non a caso, negli anni’80, sovente, i giornali riportavano notizie su persone che, sotto l’influsso della droga e convinti di poter volare, si lanciavano nel vuoto dall’ultimo piano degli edifici con il risultato immaginabile. Spesso era spacciato in una forma apparentemente innoqua: su piccoli francobolli che andavano ingeriti o leccati. Per rendere l’idea degli effetti allucinatori che produce l’acido lisergico voglio raccontarvi un aneddoto. Un giorno passeggiavo per il lungomare di Ostia, il quartiere balneare di Roma, quando vedo un mio amico che camminava quasi accovacciato, arrancando faticosamente. Gli chiesi come mai si muovesse in quel modo e lui stupito mi rispose: “Ma non vedi quant’ è ripida ‘sta salita?” Inutile dire che un lungomare è piatto… .
Alla droga si affianca una seconda piaga altrettanto sanguinosa se non di più che è quella dell’alcolismo. Si stima che in un anno, in Italia, si verifichino circa 334 decessi causati dall’uso della droga contro i 40.000 dell’alcolismo. Vi propongo alcuni numeri relativi ai danni causati dall’abuso etilico: il 10% di tutte le malattie, il 10% di tutti i tumori, il 63% di tutte le cirrosi epatiche, il 41% degli omicidi, il 45% di tutti gli incidenti, il 9% delle invalidità o delle malattie croniche.
L’alcol è ormai poco citato, non fa notizia, lo troviamo nelle cronache delle movide o in quelle locali in caso di incidenti gravi. D’altronde è parte importante del PIL nazionale tant’è che seppure dannoso è in libera vendita a quattro soldi ovunque. Negli Stati Uniti hanno risolto (non so se con un velo di ipocrisia) il problema dell’etilismo: l’alcol non può essere venduto ai minori di sedici anni ma è consentito berlo in pubblico purchè il suo contenitore (ad esempio una bottiglia) sia infilato dentro a un involto di carta che ne celi la vista. Il legislatore forse riteneva che, quando il cittadino comune americano vede un compatriota portarsi un sacchetto di carta alla bocca, pensi che lo stia burlescamente gonfiando per farlo poi esplodere con le mani… .
Tornando alla droga, il suo spaccio è ormai diventato fonte inesauribile di trovate, che spesso sfociano in vere e proprie “gag”. È di alcuni giorni la notizia apparsa su “La Stampa” di un pusher 19enne che lanciava “al volo” le dosi di droga ai clienti, un po’ come oltreoceano si fa per consegnare il giornale.
Vicino Firenze la polizia ha rinvenuto nel comodino di uno spacciatore 5 grammi di hashish e un bilancino di precisione, nella legnaia 10 grammi di cocaina pronta allo smercio, ma la cosa curiosa (e qui si vede la vis comica e culturale dello spacciatore), tra le pagine del capolavoro manzoniano, “Promessi sposi”, circa 3.000 euro in contanti e in due libri comicamente a tema: “El Chapo” e “Droga rosso sangue” altri 2.000. Alle volte ci si mette la sfortuna e così a Siena accade che dei balordi nascondono cocaina per un valore di 20.000 euro in un bosco, dopodiché un cinghiale la scova distruggendola. Gli spacciatori sono in preda alla immaginabile disperazione mentre nel bosco, da due giorni, un cinghiale corre come una trottola impazzita saltando qua e là.
L’umano ingegno è sempre in movimento e se la canapa indiana, il marocchino, l’eroina, l’LSD iniziano a fruttare meno economicamente ecco che il mercato propone nuovi prodotti. A Milano, nell’aprile 2017 la polizia trovò il corpo senza vita di un 39enne con accanto una siringa, un accendino e della polvere marrone. Per le forze dell’ordine pareva una chiara “Overdose da eroina”. Un anno e mezzo dopo, nel settembre del 2018, l’Istituto superiore di Sanità scoprì che si trattava di ben altro: era una droga sintetica derivata dal fentanyl, una molecola usata in medicina nei pazienti con gravi dolori cronici e in chirurgia come anestetico prima di un’operazione e che un anno prima, negli USA, aveva causato la morte di 30mila persone.
Cos’è una “droga sintetica”? È la versione chimica di una droga illegale, leggermente modificata per evitare che sia classificata come tale. In pratica è una nuova droga che può essere venduta legalmente proprio perché non ancora classificata. Quando queste nuove sostanze chimiche, in seguito, sono identificate come stupefacenti, diventano a loro volta illegali. I fabbricanti, quindi, escogitano nuove varianti e il ciclo si ripete. Alcune di queste droghe sono camuffate come prodotti “non destinato al consumo umano” (“incenso di erbe”,“fertilizzanti”, “sali da bagno” o “detergente per gioielli”) per mascherarne le finalità e aggirare le norme di salute e sicurezza.
Producendo infinite varianti di una droga, dagli oggi e dagli domani, si arriva al punto che se ne ottiene una totalmente nuova e dagli effetti non solo sconosciuti ma della quale non si conosce l’impatto sulla salute del consumatore; pensate che Negli Stati Uniti, tra il 2009 e il 2014, sono state identificate dalle 200 alle 300 nuove droghe sintetiche per la maggior parte sviluppate in Cina e che negli ultimi dieci anni più di 650 hanno inondato l’Europa. Tristemente alcune contengono sostanze chimiche che non sono ancora state del tutto identificate e i cui effetti sul corpo umano e la mente sono ignoti. Una curiosità? La “marijuana sintetica” chiamata “Spice” o “K2”, gli “stimolanti sintetici” e la “N-bomb”, sono deliziosamente classificati come “droghe ricreazionali”.
Ai miei tempi per ricrearsi ci si dedicava al biliardo, allo sport in generale, alla cultura, si andava a vedere un film o una commedia oppure si leggeva un buon libro. Oggi si usano le “droghe ricreazionali” e con quel nome sembrano far meno male, un po’ come ritenere che con il termine “roulette russa” ci si riferisca ad un gioco di società. Un saluto da un metro e mezzo di distanza.