“Crebbe il mare con tanto impeto”. Il fenomeno dell’acqua alta a Venezia nella sua storia
VENEZIA – Sono giorni davvero difficili per gli abitanti della città di Venezia letteralmente invasi da una delle “Acque alte” più violente delle sua millenaria storia. Le immagini trasmesse dai diversi media hanno sottolineato la gravità di tale evento, soprattutto nel grande patrimonio artistico cittadino, ma anche nell’aspetto quotidiano della vita dei suoi cittadini. Bisogna dire che questo fenomeno ha sempre influenzato la storia e le vicende umane della città di San Marco, in un rapporto di amore ed odio verso il mare.
In questo articolo vorremmo ripercorrere, in qualche modo, la storia delle mareggiate che hanno aggredito di più la Serenissima. “In quei tempi, nella Venezia, il mare crebbe a tal punto che coprì oltremisura tutte le isole”: queste parole, che alle nostre orecchie possono sembrare di un’attualità disarmante, sono state scritte da Giovanni Diacono uno storico medievale. Siamo sotto il dogato di Giovanni, tra il 764 e l’804, quando una tremenda alluvione colpì la città. Altro attacco del mare che subì Venezia, e che le cronache hanno trasmesso, fu quello che si verificò tra il 1100 ed il 1110.
Proseguendo nel Medioevo, in cui la città di Venezia era tra le più ricche e potenti del panorama europeo, vi furono altre mareggiate: come quella del 1220 in cui vennero letteralmente sommerse alcune isole. Viceversa, nel ‘400, la città subì la bellezza di tre eventi (1410-1440 e 1444) molto violenti che misero quasi in ginocchio la città di San Marco. Molto più chiare sono state le cronache del ‘600. Tra il 18 ed il 19 dicembre del 1600 si sviluppò una tremenda mareggiata che causò gravi danni. “Crebbe il mare – si legge in una cronaca dell’epoca- con tanto impeto che, rotto diversi luogi del lido, corsero così alte l’acque nella città che le barche andavano per Piazza San Marco”.
Nel ‘700 si cominciò a pensare di porre un freno a questa situazione. Nel 1716 padre Vincenzo Coranelli progettò i famosi “Murazzi” delle dighe che dovevano proteggere la città. Tale dighe vennero realizzate da Bernardino Zendini tra il 1744 ed il 1782. Nonostante ciò, il mare continuò a farsi sentire nella città: ma questa volta anche i suoi abitanti, tramite i giornali dell’epoca, cominciarono a farsi sentire. Nella “Gazzetta urbana di Venezia” a seguito dell’ennesima mareggiata del 31 dicembre del 1738, un giornalista con spiccata ironia, cominciò a denunciare il problema.
Nell’800 si cominciò ad osservare il fenomeno dell’acqua alta da un punto prettamente scientifico. Nonostante ciò, Venezia venne investita da due gravi mareggiate: quella del 1848 in cui l’acqua arrivò a 140 cm e quella del 1867 quando l’acqua arrivò, pensate, a 153 cm. Infine, il 4 novembre del 1966 vi fu forse la più grande “Acqua alta” a Venezia: 194 cm che invasero tutta la città lagunare, provocando numerosi danni e tre morti.
Anche se questa volta sarà difficile, anche per gli ingenti danni al patrimonio artistico ed umano, Venezia ce la farà nuovamente.