Spaccio mortale nel centro dell’Aquila. Tredici arresti della Polizia
Altri tre indagati all’obbligo di dimora. Operazione a L’Aquila, Pescara e Roma
L’AQUILA – All’alba di questa mattina, il personale della Squadra Mobile, al termine di una complessa e articolata attività investigativa che vede indagate 16 persone, ha eseguito, a L’Aquila, Pescara e Roma, altrettante misure cautelari nei confronti di 10 cittadini italiani, 4 gambiani e 2 senegalesi, ritenuti responsabili di numerosi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti.
In particolare, 9 persone sono state raggiunte dalla misura cautelare della cutodia in carcere, 4 da quella degli arresti domiciliari e 3 dall’obbligo di dimora nel comune di residenza. I provvedimenti sono stati disposti dal Gip del Tribunale di L’Aquila, Guendalina Buccella, su richiesta del Sostituto Procuratore, Roberta D’Avolio, che ha coordinato le indagini svolte dagli investigatori aquilani.
A seguito del tragico decesso di un cittadino aquilano, avvenuto per presunta overdose da eroina, sono state avviate le attività investigative che hanno ora consentito di individuare la presenza di un folto gruppo di soggetti, italiani ed extracomunitari, dediti all’illecita attività di procacciamento e successiva cessione di eroina nel territorio aquilano, favoriti in ciò dalla notevole richiesta di tale sostanza da parte di numerosi tossicodipendenti. Le indagini svolte avrebbero ricostruito responsabilità e ruoli di ciascun indagato, anche grazie a intercettazione telefoniche e ai riscontri ottenuti nel corso di servizi di polizia giudiziaria che sono spesso sfociati in sequestri di stupefacenti con denunce e arresti operati nella flagranza di reato.
E’ stato dimostrato come gli indagati abbiano immesso, nel “mercato aquilano”, ingenti quantitativi di eroina, fatto avvalorato anche dalle dichiarazioni rese dai numerosi acquirenti le quali, oltre a confermare quanto riscontrato nel corso delle attività investigative, hanno consentito di stabilire la presenza di una regolare e continua attività di spaccio della droga da parte degli attuali indagati. Gli stessi, infatti, erano soliti rifornirsi di eroina nella Capitale, dove si recavano con cadenza quasi giornaliera, utilizzando sia autovetture che mezzi di trasporto pubblici, e, preceduti da contatti telefonici con i rifornitori extracomunitari, si incontravano in zona Torre Angela per l’acquisto dello stupefacente, al costo di circa 50 euro al grammo. Rientrati a L’Aquila, consumavano parte della droga acquistata e ne rivendevano il resto ai clienti locali, assicurandosi così disponibilità economiche per i successivi acquisti; in molte occasioni, gli stessi rifornitori stranieri partivano da Roma alla volta di L’Aquila per consegnare la droga agli indagati aquilani che, a loro volta, la distribuivano in città.
In particolare, un indagato gambiano aveva preso in affitto un appartamento a L’Aquila, in via Polidori, nel quale conservava la droga, trasportata da Roma, destinata alla distribuzione al dettaglio: l’attività di contrasto messa in campo dalla Squadra Mobile aveva consentito di individuare l’alloggio e di sequestrare circa 450 grammi di eroina, nonché la somma di 4800 euro in contanti, frutto dell’illecito traffico: in tale circostanza, il cittadino gambiano era stato tratto in arresto. Le indagini, inoltre, hanno messo in luce il concreto pericolo rappresentato dalla scarsa qualità dell’eroina che, in alcune occasioni, provocava dei malori riconducibili a battito cardiaco accelerato e sudorazioni a freddo, tanto da far preoccupare gli stessi acquirenti/spacciatori che si lamentavano con il rifornitore straniero perché l’eroina era stata “tagliata male” e, quindi, loro stessi avevano ricevuto rimostranze dai consumatori finali: “ questa qua non va bene, non si riesce a lavorà bene!…questa da troppe lamentele…troppe lamentele…”, le rimostranze degli spacciatori locali e dei oro stessi clienti.
Gli accordi tra i rifornitori e gli spacciatori aquilani e tra questi e i “clienti” venivano sempre presi telefonicamente o di persona, ricorrendo ad un linguaggio volutamente criptico: preparare “due panini” per indicare due dosi di eroina, o “un tavolo da quattordici e uno da otto” sempre per indicare i quantitativi di droga da acquistare, etc. La puntuale e chiara ricostruzione degli episodi di spaccio, l’individuazione dei contatti tra gli acquirenti e gli spacciatori e tra questi e i rifornitori, hanno consentito agli investigatori di prospettare alla Procura della Repubblica un solido quadro probatorio circa le responsabilità degli indagati e hanno così permesso all’Autorità Giudiziaria di disporre i provvedimenti cautelari oggi eseguiti dalla Polizia di Stato.
Il Questore di L’Aquila, Gennaro Capoluongo, ha dichiarato: «L’importante operazione della Squadra Mobile, realizzata grazie alla sinergia tra l’Autorità Giudiziaria e la Polizia di Stato, ha fatto luce su una preoccupante situazione legata al consumo e alla vendita di pericolose sostanze stupefacenti. Il nostro massimo impegno sarà sempre finalizzato a garantire la sicurezza dei cittadini anche per evitare tragiche situazioni come quelle verificatesi nel recente passato. Non è possibile che delle vite umane vadano perse per la cupidigia di alcuni malfattori».