Spaccio di droga via Whatsapp in Valle Roveto. Arrestato commerciante della zona

I Carabinieri di Tagliacozzo hanno messo fine ad un giro che fruttava al gestore della “piazza” 10mila euro mensili

TAGLIACOZZO – Traffico di cocaina e marijuana nella Valle Roveto, quattro persone raggiunte da misure cautelari eseguite stamani dai Carabinieri di Tagliacozzo. Fra loro il titolare di una bar della zona che aveva messo su un giro da 10mila euro di guadagno al mese. L’operazione è stata eseguita nella mattinata di oggi, nelle province di L’Aquila e Roma, quando i Carabinieri della Compagnia di Tagliacozzo hanno eseguito le misure cautelari emesse dal Gip di Avezzano a seguito di dettagliate indagini, avviate oltre un anno fa, nei confronti di  quattro indagati, due marsicani, un romano e uno straniero, ritenuti responsabili del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

La Compagnia dei Carabinieri di Tagliacozzo

Le indagini, avviate nella primavera del 2018 dai Carabinieri di Tagliacozzo della Capitana Silvia Gobbini, hanno avuto come obiettivo un traffico di droga nella Valle Roveto. I militari, in considerazione delle tante segnalazioni giunte, che testimoniavano un crescente allarme sociale nella zona, hanno avviato osservazioni e controlli e realizzato perquisizioni a carico dei giovani del posto, tutte con esito positivo, rinvenendo diversi quantitativi di sostanze stupefacenti, principalmente cocaina e hashish. Gli accertamenti successivi, poi, hanno indirizzato le indagini su un unico obiettivo, un esercizio commerciale gestito da uno degli indagati, divenuto punto di riferimento dei giovani della zona per il rifornimento di sostanza stupefacente. L’uomo, gestore del locale nella Valle Roveto, seppur senza alcun precedente penale, ha dimostrato di muoversi con estrema disinvoltura per eludere gli accertamenti sulla florida attività di spaccio che svolgeva. L’uomo, un trentenne, favorito nella sua attività anche dal contesto della zona di residenza, piccoli centri in una valle chiusa, è stato aiutato in modo decisivo dai suoi familiari che lo hanno sempre messo sull’avviso riguardo alla presenza delle forze dell’ordine.

Le intercettazioni svolte dagli inquirenti, poi, hanno dimostrato come i numerosissimi acquirenti si rivolgessero ad utenze telefoniche “dedicate” per stabilire i contatti del successivo smercio di droga. Le indagini, inoltre, hanno evidenziato una certa scaltrezza nell’agire. Il gestore del traffico di droga, complici e “clienti”, infatti, hanno sempre comunicato attraverso un linguaggio sintetico e criptato, cambiando periodicamente i numero di telefono utilizzati, anche una volta al mese, ed utilizzando quasi esclusivamente “Whatsapp”, per i messaggi il cui contenuto, audio e scritto, è stato di difficile intercettazione.

La Capitana Silvia Gobbini

Il quadro emerso dalle indagini dei Carabinieri di Tagliacozzo, che hanno agito al comando della Capitana Silvia Gobbini e con il coordinamento della Procura di Avezzano, ha mostrato una serie, enorme e ripetuta, di cessioni di droga avvenute in un lungo arco di tempo. Un traffico, in buona sostanza, ormai consolidato e ben organizzato che aveva configurato nella Valle Roveto una vera e redditizia “piazza di spaccio” sulla base di un altrettanto stabile organizzazione, che assicurava un commercio ricco e continuativo.

L’attività investigativa, consistita in appostamenti, interrogatori, pedinamenti ed intercettazioni telefoniche ed ambientali, ha evidenziato come il principale indagato, al fine di soddisfare le richieste dei propri clienti si rifornisse da diversi canali di approvvigionamento, su tutti un romano e un avezzanese, entrambi identificati e arrestati nell’operazione dei militari tagliacozzani. Il romano, anche lui trentenne, che riforniva la cocaina, risulta già agli arresti domiciliari per il medesimo reato, condizione che, comunque, non gli ha impedito di commettere altri reati del genere, a conferma del suo pieno inserimento nei contesti criminali legati agli stupefacenti.

Il giro stimato dagli inquirenti, inoltre, avrebbe consentito al trentenne “barista” rovetano di guadagnare circa 10mila euro mensili. Un’attività di spaccio che, oltre a garantirgli un tenore di vita notevolmente superiore alle possibilità connesse ai guadagni del bar, gli ha anche permesso di poter acquistare e ristrutturare diversi immobili. Nel corso dell’indagine è stato eseguito un arresto in flagranza di reato e sono stati sottoposti a sequestro 20 grammi circa di sostanza stupefacente del tipo di cocaina e altrettanta sostanza stupefacente del tipo marijuana. Il Gip del Tribunale di Avezzano, convenendo con le risultanze investigative ottenute dagli organi inquirenti, ha emesso il provvedimento cautelare della custodia cautelare in carcere nei confronti di uno degli indagati, gli arresti domiciliari nei confronti di un secondo indagato e la misura dell’obbligo di dimora con presentazione alla Pg nei confronti di altri due soggetti.

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