Cinecittà, quella fabbrica dei sogni che sorge in mezzo alla Città Eterna
A Los Angeles ci sono i Paramount Studios, a Hollywood gli Universal Studios e ancora quelli della Warner Bros. Pure in Marocco ci sono studi famosissimi come gli Atlas vicino a Ouarzazate dove sono stati girati film del calibro di La Mummia, Black Hawk Down e Star Wars. In Italia, modestamente, abbiamo Cinecittà che a Roma, col tempo, ha dato origine ad un grosso quartiere popolare.
Il posto è un complesso di 73 edifici con 16 teatri di posa, 40 mila mq. di strade e piazze, 35 mila mq. di giardini. Nel corso dei suoi 80 anni di storia, oltre 3.000 film hanno preso vita qui, 90 hanno ricevuto una nomination al premio Oscar e 51 pellicole lo hanno vinto. Chiesero a Fellini in quale città avrebbe voluto vivere e lui rispose “a Cinecittà”. Nella vita reale viveva al centro di Roma in una delle strade più suggestive: via Margutta 110. Non tutti sanno che Cinecittà raggruppa gli studi cinematografici più grandi d’Europa e secondi al mondo dopo quelli di Hollywood.
La struttura comprende il famoso studio numero 5, il teatro di posa più grande d’Europa considerato da Federico Fellini la sua seconda casa. Facciamo un po’ di storia: Il grande complesso di teatri di posa per il cinema fu inaugurato il 28 aprile del 1937. La sua costruzione, durante il regime fascista era motivata dal fatto che il cinema voleva essere uno strumento di propaganda dell’identità italiana e delle opere del regime stesso. Durante la seconda guerra mondiale, però, tutto andò storto e i suoi studi furono adibiti a campo profughi e ospedale. In seguito, a partire dagli anni Cinquanta ebbe il suo massimo splendore divenendo la “Hollywood del Tevere”, la fabbrica dei sogni all’italiana. Nei suoi studi girarono niente meno che il kolossal americano “Quo vadis?”, seguito da Ben Hur nel 1959.
Tra le sue mura sono state realizzate le migliori scenografie della storia del cinema quali la New York degli Anni ’30 di C’era una volta in America, quella di metà Ottocento di Gangs of New York e la Gerusalemme di The Passion diretto da Mel Gibson. L’impianto è visitabile pagando un biglietto (tutto è a pagamento al giorno d’oggi). Arrivarci è comodo perché, dalla stazione Termini, la metropolitana vi depositerà proprio davanti agli studi. Entrati, vale la pena visitare il museo, anzi la mostra dedicata sia alla storia del cinema che a quella di Cinecittà, dove fanno bella mostra gli arredi, le scenografie, i costumi ed accessori del cinema italiano appartenenti ai più importanti film girati negli studi romani. Passeggiando, ci si ritrova in mezzo a strade, piazze, monumenti, il tutto magistralmente fasullo ma eccezionalmente realistico.
Dopo una strada americana ci ritroviamo nell’Antica Roma o meglio nel set realizzato per lo sceneggiato Rome (prodotta da HBO, BBC e Rai Fiction dal 2004 al 2007) e successivamente riutilizzata per altri film. Fa un “effettone” trovarsi non in mezzo a dei ruderi, ma ad una antica Roma intatta, passeggiando tra vie e borghi perfettamente ricostruiti. A pochi passi, ecco una Firenze medioevale, o meglio la cittadina di Assisi, realizzata per lo sceneggiato Francesco e siccome non si butta niente, il set fu riadattato per altri film tra cui “Amici miei, come tutto ebbe inizio”. Ricordate la serie tv Rai Un medico in famiglia? Qui c’è il viale con la casa.
Sbirciando qui e là si corre il rischio di ritrovarsi in un sommergibile! È il set del sottomarino americano S-33 realizzato per il film U-571 del regista Jonathan Mostow. Le scene in acqua sono state girate proprio a Cinecittà all’interno del famoso Teatro 5.
Fellini ci sguazzava a Cinecittà tanto che aveva persino una camera per trascorrervi la notte. Nel film Amarcord la parte predominante di Rimini, le due piazze, il corso, la chiesa e il passaggio notturno del Rex, della Mille Miglia, il raccordo anulare fino al blocco di auto davanti al Colosseo, nonché la stazione da dove arriva il gerarca fascista per festeggiare il 21 aprile, sono state ricostruite negli studi romani. La sagoma del Rex fu realizzata con migliaia di pezzi costruiti in un teatro di posa e poi incollati sul fondale della piscina di Cinecittà. Le uniche cose vere della nave erano il fumo dei fumaioli, direzionato da ventilatori, le lampadine dei pavesi e degli oblò e un getto d’acqua davanti alla prua per dare l’impressione del movimento della nave, che poi tutto questo ambaradam manco piaceva al Maestro il quale non gradiva molto l’eccessivo “realismo” nei suoi film.
Se ancora non siete paghi della vostra visita, perché non andare a mettere il naso in quelle fasi della costruzione di un film e vedere come è realizzato? Ci sono sei sale a disposizione: le prime cinque dedicate alla regia, la sceneggiatura, il sonoro, il costume, la finzione. l’ultima racconta gli 80 anni di Cinecittà. Ecco quindi la stanza del regista con libri, gli oggetti, le fotografie e gli effetti personali attraverso i quali conoscere Federico Fellini, Sergio Leone, Lina Wertmüller, Martin Scorsese, Carlo Verdone, Roberto Benigni. A seguire la stanza della sceneggiatura dove è illustrato il passaggio da testo a racconto filmico grazie a degli stralci di sceneggiature, storyboard e sequenze di film. La parte audio dei lungometraggi è descritta nella stanza del sonoro. Le tracce audio di alcuni film sono scomposte per permettere di ascoltare separatamente i dialoghi, i rumori e la colonna sonora. Anche la realizzazione dei costumi di scena è mostrata in una stanza apposita. Possono essere costruiti virtualmente dei costumi, combinando abiti, accessori e parrucche tratti da film girati qui per mezzo di alcuni “touch screen”. Infine la finzione. Una stanza per scoprire come sono creati gli effetti speciali, le grandi ricostruzioni dei set e la trasformazione del volto di un attore attraverso il trucco.
Cinecittà è famosa e carismatica. Un produttore che girava tutti i film in Bulgaria affermò che i costi là sono vantaggiosi a tal punto da fargli acquistare dei teatri di posa. Quando, però, chiamava un attore protagonista, questi gli chiedeva 20 milioni di dollari in più, cosa che non accadeva girando a Roma! Questa è la fabbrica dei sogni della Capitale. Visitarla vale la pena e siccome è piuttosto grandicella: 40 ettari, o vi portate un bel po’ di panini oppure ve ne andate al ristorante interno: magari ci trovate anche qualche attore famoso là a desinare.
La visita al complesso è suggestiva e potrebbe essere una giornata alternativa alle solite visite ai monumenti e ai cadaveri eccellenti ospitati nell’Urbe. Se ben fatta, la passeggiata, è comunque istruttiva e se ne possono imparare di cose… . Se siete fortunati, magari, potrete anche visitare un teatro di posa o l’attrezzeria. Termino con un brano del più appassionato amante di Cinecittà: Fellini.
Nel libro “Fare un film” racconta nella sua maniera trasognante il suo primo incontro con gli studi quando “lassù, a più di mille metri, su una poltrona Frau saldamente avvitata alla piattaforma della gru, con i gambali di cuoio scintillanti, un foulard al collo di seta indiana, un elmo in testa e tre megafoni, quattro microfoni e una ventina di fischietti appesi al collo c’era un uomo: era lui, era il regista, era Blasetti”. Nel corso di oltre trent’anni il Maestro si impegnò in affascinanti ricostruzioni: il marciapiede di via Veneto con le macchine in transito davanti ai tavolini del Café de Paris per La dolce vita; il panorama fantasioso di Fellini Satyricon; la Venezia settecentesca per Il Casanova di Federico Fellini del quale rimane il “capoccione” situato nei giardini di Cinecittà; il transatlantico di E la nave va e l’immenso studio televisivo di Ginger e Fred. Andate a vedere la nostra Hollywood romana se ne avete occasione. Un saluto cinematografico sempre a un metro e mezzo di disanza!