Ostia Antica, l’occhio di Roma sul mare. Una passeggiata dall’antica Urbe alla città papalina e rinascimentale
Quando si vuole visitare Roma si è abbagliati dalla venustà del luogo e dai suoi contenuti storici e culturali, dimenticando, spesso, quello che è uno dei suoi più importanti gioielli: Ostia Antica, uno dei quartieri dell’Urbe che assieme ad Ostia è la balconata della Capitale sul mare.
Consiglio a coloro che ne hanno tempo e voglia, di organizzarsi per una visita al parco archeologico perché ne vale veramente la pena, non fosse altro per il teatro romano che nulla ha da invidiare a quelli ben più famosi. Per visitare gli scavi si passa per il borgo rinascimentale di Ostia Antica. Non affrontate la passeggiata con le infradito ai piedi o roba simile, mettete scarpe comode possibilmente chiuse, date retta a me. Dicevo del Borgo… è adorabile. Papa Gregorio IV lo trasformò in una cittadella fortificata che prese il nome di “Gregoriopoli”. Non contento, Papa Martino V fece edificare un torrione cinto da un fossato a guardia del Tevere per controllare l’ultimo tratto navigabile del fiume e i relativi traffici commerciali (Ostia era il porto di Roma e risalendo il Tevere venivano portate le merci nella città). Il cardinale Guglielmo d’Estoutville, vescovo di Ostia, nel 1400, invece, disse la sua mettendo mano alle mura della vecchia Gregoriopoli costruendo successivamente al suo interno delle case a schiera, tuttora abitate.
Sempre nel Borgo, gambe in spalla, si può visitare il castello di Giulio II, realizzato dall’architetto Baccio Pontelli che poi mica è una bazzecola. Gli esperti lo ritengono un alto esempio di architettura militare (il castello non Baccio Pontelli). Strano a dirsi è visitabile gratuitamente e dai suoi spalti offre un panorama eccezionale. Col passare degli anni il castello cambiò destinazione d’uso e la bontà di Pio VII e Pio IX lo destinò ad alloggio per i forzati che iniziarono gli scavi di Ostia Antica.
Tanto per sembrare colti, l’etimologia del nome “Ostia” deriva dal termine latino Ostium cioè “foce” proprio ad indicare la sua collocazione fisica rispetto al Tevere. Secondo la tradizione, la fondò il re di Roma Anco Marzio seicento anni prima di Cristo per sfruttare le saline alla foce del Fiume. Il posto è anche registrato come Patrimonio Europeo e scusate se è poco. Dimenticavo… per gli amanti delle riprese video, data la vicinanza del parco con l’aeroporto di Fiumicino, l’area è una no drone zone per cui niente riprese volanti. Tra le cose da visitare il museo Ostiense con le sue nove sale (due sono chiuse) che, tra l’altro, ospita i reperti del castello di Giulio II.
Una curiosità, nel museo è conservato il Sarcofago delle Muse acquisito di recente a seguito di un sequestro della Guardia di Finanza. Visitato il museo, sempre che per grazia divina lo abbiamo trovato aperto è d’obbligo vedere il teatro romano, tra l’altro attivo in estate.
La sera, acquistiamo il biglietto per uno dei tanti spettacoli estivi che si svolgono al suo interno e godiamoci una bella passeggiata lungo il viale che conduce all’anfiteatro alla luce delle torce che lo illuminano. Entriamo nella platea e lasciamoci avvolgere dal gioco suggestivo delle luci e ombre del palco. Un po’ di storia? Si ma poca, poca. Fu fatto costruire da Augusto ed era una struttura maestosa e imponente per l’epoca, in grado di contenere fino a 2500 persone. Successivamente fu ampliato arrivando alla capacità di 4000 posti. Nonostante l’edificio sia stato restaurato più volte nel corso dei secoli, conserva ancora oggi tutto il fascino originale della sua epoca e poi volete mettere il contesto?.
Come vi ho anticipato scarpe chiuse e comode e vi spiego il perché: c’è tanto da vedere e da percorrere e il terreno non è dei migliori: spesso polveroso e pieno di detriti. I siti più importanti sono quarantacinque e tutti da visitare. Ve ne indicherò qualcuno a partire dall’entrata principale. Fatti alcuni passi, a destra, le Terme dei Cisiarii. Chi erano? Erano i conduttori del Cisium, un particolare tipo di carro veloce a due ruote, una sorta di spider per intenderci, utilizzato per fare avanti e indietro con Roma. Date una occhiata al mosaico sul pavimento del frigidarium. rappresenta la cinta muraria dell’Urbe con al suo interno quella di Ostia compresa di porte e torri sorrette da Telamoni. Cos’è un Telamone? Sarebbe la Cariatide in versione maschile. Quanti Telamoni con la loro bella Cariatide sottobraccio avrete visto andare in giro… .
I mosaici di Ostia Antica sono tutti in bianco e nero come quello appena descritto, siano essi geometrici, ornamentali, narrativi o come insegne delle varie corporazioni e imprese Voglio indicarvi una eccezione nota a pochi: a due passi dalle terme che abbiamo appena visitato c’è un piccolo sacello, senza nome, trascurato dalla maggior parte delle guide turistiche. Qui si trovano gli unici due mosaici policromi geometrici: vederli è d’obbligo ma bisogna saperlo… .
Proseguendo, quasi vicino al Teatro Romano, ecco la Caupona di Fortunato. A dirla tutta fortunato è chi sa cosa diavolo sia una Caupona! Le Cauponae, mi dicono, erano ostelli privati, ristoranti, oppure una sorta di bettole-bar dell’epoca. – Caio n’do vai? – – Vado a famme ‘na bira alla caupona! – –Stai sempre a perde tempo alla caupona: va a lavorà!-All’interno, sul pavimento, un bel mosaico pubblicitario che rappresenta un cratere (una sorta di coppa da vino romana) invita gli avventori: “Fortunato dice: poiché hai sete, bevi il vino dal cratere” Avete bevuto? Bene, andiamo a casa di Pantomimo Apolausto
È una bella casetta che ospita un pozzo e i frammenti della parte superiore di alcune macine da mulino. I ritrovamenti di questo sito indicano che qui si trovava con ogni probabilità un forno, circondato poi da altre botteghe.
Salto un po’ di cose altrimenti l’articolo s’allunga troppo. Dopo una bella camminata, sulla sinistra, vicino al Foro, ecco Il Ninfeo degli Eroti. Bisogna vederlo. Si tratta di una stanza quadrata, ben conservata, con una vasca al centro e con le pareti e i pavimenti ricoperti di marmo. Nelle pareti laterali delle nicchie che probabilmente ospitavano due statue di Eros con l’arco, tra l’altro successivamente rinvenute nelle vicinanze e ora conservate nel Museo Archeologico Ostiense.
Proseguendo il cammino, a destra, le Terme dei Sette Sapienti affrescate con splendide figure; sono contigue al Caseggiato degli Aurighi e a quello del Serapide, entrambi con splendidi affreschi. Andando a visitare le terme prenderete con una fava tre piccioni. Le terme si chiamano “dei Sette Sapienti” perché prendono il nome dagli affreschi di una delle stanze. Raffigurano i “sette saggi greci” che vivevano intorno al 600 a.C. che poi ne mancano tre andati distrutti! Bellissima la grande sala circolare dove, sul pavimento, c’è un mosaico di 12 metri di diametro, in bianco e nero, con scene di caccia e ornamenti vegetali. Di fronte alla sala circolare, il frigidario con un affresco della Venere Anadiomène (Anadiomène sarebbe “Venere che esce dal mare” ma dirlo a soldoni non fa fine).
Stanchi? Un po’? Andiamo al bar o meglio, alla Caupona di Alexander e Helix. Ci accoglie la sala della mescita dove si trova una vasca rivestita di marmo circondata da mosaici. Oltre al mosaico che raffigura Alexander e Helix come lottatori o pugili, c’è la raffigurazione di una Venere accompagnata da un amorino alato e cosa curiosa, un mosaico posato su uno precedente più antico. Gli archeologi sostengono che, diciamocelo sottovoce, la stanza dietro la sala di mescita fosse adibita alla prostituzione.
Ho lasciato per ultimo il Foro, la più grande piazza dell’antica città di Ostia che fu ridisegnato dall’imperatore Adriano. Il Foro era probabilmente dedicato ad Anco Marzio, re di Roma e si pensa vi fosse una sua statua ad abbellire il luogo. Ad oggi è indegnamente usato dai visitatori che, stravaccati un po’ ovunque, cercano di massaggiarsi i piedi offesi dalla lunga (ma bella) camminata. Voglio citare un sito vicino alla Caupona di Alexander e Helix: Il sepolcro di Cartilio Poplicola. Notate bene: Poplicola significa “amico del popolo”, appellativo che fu posto a questo signore dai cittadini di Ostia come riconoscimento dei suoi servigi alla città. Sulla tomba l’iscrizione: “Questo monumento è stato eretto con soldi pubblici per Caius Cartilius Poplicola, figlio di Caius … e per la moglie e i figli e i loro discendenti … ” A quanto pare, all’epoca, operare bene, pagava in riconoscenza. Come avete notato o come noterete se avrete l’occasione di visitare il Parco Acheologico, il posto era pieno di terme, bar e posti di ritrovo. Allora Ostia era un posto per villeggianti, dove chi poteva permetterselo aveva la sua brava casa al mare ove trascorrere il periodo estivo. Spero andiate a visitare Ostia: è tutta cultura che fa bene e poi pare di tornare indietro nel tempo! Un saluto da un metro e mezzo.