Emergenza Covid-19. Tamponi lenti ad Avezzano. Segnalazioni dei cittadini e lettera di “Credici” e “Codacons”
La Asl invita tutti a non farsi prendere dal panico e a non effettuare test inutili
AVEZZANO – E’ la lentezza nell’effettuazione e nella lavorazione dei tamponi a preoccupare i cittadini della Marsica e di Avezzano in particolare. Questo lo stato delle cose facendo il putno in base a qunto ci è stato segnalato da alcuni lettori.
In molti, infatti, parlano di attese infinte sia al numero indicato, sia per quanto concerne le operazioni di effettuazione del tampone stesso. A tal proposito, interviene la Asl stessa con una sua nota, nella quale si invitano i cittadini a non fare tamponi senza un reale motivo.
Questo il testo dell’appello della Asl Avezzano, Sulmona, L’Aquila: «A seguito dell’aumento di alcuni casi di positività a SARS-COV2, verificatisi nell’ambito del territorio della ASL 01 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, più accentuati nel Capoluogo, legati, peraltro, ad alcuni focolai, ben individuati, collegati ad attività ludiche (palestre, feste di compleanno, assembramenti in locali di intrattenimento), si sta assistendo, prevalentemente in L’Aquila ed in zone limitrofe, ad un’immotivata ondata di panico, che sta determinando, nella popolazione, una corsa alla ricerca dell’effettuazione del test molecolare (tampone naso-faringeo), senza preventiva consultazione dei sanitari di riferimento. Nel raccomandare alla popolazione che non è di alcuna utilità lasciarsi andare a forme di immotivata e, per certi versi isterica, preoccupazione, si rammentano alcune raccomandazioni che è opportuno seguire con attenzione e costanza:
- In primis attenersi scrupolosamente alle più volte raccomandate norme di comportamento (distanziamento sociale, utilizzo delle mascherine protettive in ogni frangente sia all’aperto che in luoghi chiusi, lavaggio costante e frequente delle mani, evitare assembramenti e permanenza in luoghi affollati, comportamenti virtuosi anche in casa in presenza di persone fragili);
- In caso di sintomatologia, anche lieve, ma che possa destare nel cittadino, un qualsivoglia sospetto di malattia legata al COVID-19, evitare assolutamente il fai da te; rivolgersi al proprio medico curante, che sarà il primo baluardo verso il diffondersi dell’infezione; sarà, infatti lui, ad effettuare la valutazione clinica e ad individuare il giusto percorso e diagnostico e terapeutico; assolutamente ingiustificata quindi la corsa al “tampone” senza preventiva valutazione medica, corsa al tampone che potrebbe, addirittura, dimostrarsi deleteria, se non effettuata con le dovute raccomandazioni e prescrizioni (possibilità di divenire vettori di malattia);
- Il medico curante, fatte le opportune valutazioni, prescriverà e comunicherà al Dipartimento di Prevenzione ed al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica, la necessità di effettuare una valutazione diagnostica mediante test molecolare con tampone naso-faringeo, permettendo, in tal modo, al Servizio di Igiene, struttura dedicata al tracciamento dei contatti, di inserire nel proprio data-base tutte le informazioni del caso segnalato, ulteriormente approfondite da un mirato colloquio telefonico;
- In caso di positività a malattia da SARS-COV2, gli operatori del Dipartimento di Prevenzione, già allertati, potranno dedicarsi a rintracciare tutte le persone che, nell’arco temporale indicato dai D. Lgs. vigenti, hanno avuto un contatto stretto con il positivo, permettendo in tal modo, l’isolamento ed il corretto tracciamento del focolaio.
Non seguire le predette norme di comportamento ed affannarsi verso un deleterio “ci penso io” potrà determinare un mancato completo controllo di possibili focolai locali, impedendo agli operatori del Servizio di Igiene, particolarmente esperti nel contact-tracing, di valutare le modalità di trasmissione di eventuali contagi. I cittadini della nostra Provincia, persone che hanno saputo soffrire e risollevarsi dal terremoto, non devono lasciarsi andare ad immotivate forme di psicosi sociale, devono affidarsi ai professionisti della salute della struttura pubblica e lasciarsi guidare da chi, nel corso di questi lunghi mesi, ha saputo controllare la diffusione del virus nel nostro territorio. Il COVID-19 finirà e sarà sconfitto con i comportamenti virtuosi e di attenzione sociale e con disciplina di vita, anche nel seguire le prescrizioni mediche».
Sul frote opposto, però, oltre ai citatdini, ci sono due associaizoni, la “Credici” di Pierluigi Palmieri e il “Codacons” di Carlo Rienzi, che battono il tasto proprio della lentezza die tamponi. Le due assocaizoni, nella lettera aperta alle istituzini che pubblichiao integralmente, chioedono provvedimenti e ipotizzano il possbile ricordo alla magistratura. Questa la lettara aperta di “Credici e “Codacons”:
«Se nel Lazio e in Campania si piange in Abruzzo non si ride. Giungono, ora dopo ora, a questa Associazione per i Diritti Civili continue segnalazioni sulle gravi difficoltà che i cittadini incontrano nel tentativo di sottoporsi al prelievo dei tamponi per il controllo del Covid19. Ad oggi per sottoporsi all’esame molecolare ed anche ai test rapidi i cittadini sono inseriti in liste di attesa lunghissimi e poi costretti a code interminabili davanti ai centri e spesso vengono rimandati indietro in gran numero perché le strutture non riescono a smaltire le richieste. Il prof. Pierluigi Palmieri Presidente dell’Associazione CREDICI per la tutela dei Diritti Civili, ha contattato il suo amico ed omologo del CODACONS avv. Carlo Rienzi per affiancarlo nell’iniziativa di presentare un esposto presso le procure di Roma e Napoli, che, a detta dell’associazione di tutela dei consumatori, sarebbero le città dove si sono verificati i più gravi problemi e disservizi a danno dei cittadini.
CREDICI e CODACONS segnalano attese fino a 6 giorni per avere il risultato dei test con conseguente obbligo per i sottoposti al tampone di restare chiusi in isolamento; centralini telefonici in tilt; regole che cambiano con frequenza; informazioni non sempre chiare su dove andare e cosa fare.
Con l’impennata dei casi Covid, sottolinea Palmieri, gli stessi disservizi della Campania e del Lazio, dove le file fuori dalle strutture arrivano anche a 10-12 ore, ce li ritroveremo pari pari in Abruzzo. La ricaduta su Avezzano e sulla Marsica è ancora più grave, perché anche da noi si registra un nuovo allarme con una vera e propria caccia al tampone da parte dei cittadini, che però devono recarsi all’Aquila, presso un drive in privato, dove peraltro in questi giorni pur essendo stato raddoppiato il numero dei prelievi, da 100 a 200, vengono “respinte” centinaia di persone Le motivazioni dell’esposto CODACONS, sostiene Palmieri, sono condivise ed estese al nostro territorio e le responsabilità dei gestori della Sanità, ivi compresi i sindaci, si aggraverebbero di molto se non si dovesse procedere “ad horas” alla istituzione di un drive in al servizio di tutta la marsica, la cui localizzazione, sin dal marzo scorso, abbiamo sostenuto la creazione all’ex CRAB e/o all’Interporto.
Il Presidente Palmieri però sente l’obbligo di spezzare una lancia in favore dei Medici di Base e di offrire loro la piena solidarietà dell’Associazione Credici, ai quali il sistema dei tamponi in Abruzzo sta creando problemi pressoché insormontabili, caricandoli di responsabilità decisionali che vanno oltre i loro compiti istituzionali. Il terminale più vicino al cittadino riesce solo parzialmente a “tamponare” la grossa falla delle scelte politiche, che si caratterizzano per le improvvide scelte di bilancio e per la carenza di lungimiranza progettuale. Sono i medici di Famiglia che stanno tentando di “chiudere la stalla prima che i buoi scappino”. Credici e Codacons preannunciano un’imminente Conferenza dibattito nel corso della quale illustreranno la loro iniziativa che tende anche a mettere con le spalle al muro i virologi che, scimmiottando i politici, proprio sull’attendibilità dei tamponi stanno creando “correnti” di pensiero spesso in totale contraddizione».