Un Cioccolatino Storico. “Parola d’ordine: Resistere!”, storia di un popolo che non si è arreso
TRASACCO – Buongiorno a tutti voi carissimi lettori ma soprattutto benvenuti in questo nuovo cioccolatino storico. Oggi vi racconteremo una storia davvero particolare, ove il protagonista è una popolazione di una paese della Marsica che si è opposta, combattendo con le unghie e con i denti, contro un nemico crudele e senza scrupoli ma che alla fine è riuscito vincitore. Sperando che tutto ciò sia di buon auspicio in questa battaglia che stiamo combattendo contro il Covid-19.
Era il 25 aprile del 1592, Trasacco era un paese che viveva tranquillamente adagiato sulla riva del Lago Fucino, quando la tranquillità del paese venne sconquassata dall’arrivo di un celebre brigante: Marco Sciarra, denominato da molti “Il Flagello di Dio”. Il celebre brigante che balzò alle cronache dell’epoca anche perché rapì e prese in ostaggio il celebre poeta Torquato Tasso. Immaginiamoci lo stato emotivo della popolazione trasaccana: paura, terrore e senso di perdita.
Ma quello non era il giorno per la resa! Gli abitanti furono incoraggiati da due capitani davvero coraggiosi: Annibale e Alessandro Baronio, parenti di quel Cesare Baronio cardinale ed amico di San Filippo Neri. Per ben sette ore, sotto una pesante grandinata di colpi di archibugio, i briganti dello Sciarra non riuscirono a spezzare l’assedio. Decisero quindi, dopo aver lasciato sul terreno parecchi di loro, di togliere l’assedio a Trasacco.
Si disse che tale vittoria venne attribuita, oltre al coraggio dei due Baronio, all’intervento di San Cesidio. A tal proposito fra Bernardino Mezzadri nelle sue “Memorie Critiche Istoriche della venerabile chiesa abbaziale collegiata e parrocchia di San Cesidio Prete e Martire del 1769, su tale episodio scrisse: “La ricordanza di questo valoroso, e prode Capitano Alessandro Baroni, e la distinta narrazione della sconfitta di Marco Sciarra descritta dal celebre Abbate Muzio Febonio , ci obligarebbono a dire alcune cose appartenenti egualmente ad entrambe le di loro famiglie, ſra le quali vi fu una strettissima parentela , di cui molto gloriosi l’Eminentissimo Annalista Baronio, cioè che la di lui stirpe materna proveniva dalla Famiglia Febonia di Trasacco”. Viceversa, nel Giornale araldico di scienze, lettere ed arti Tomo CLXXXIV della Nuova serie XXXIX Luglio Agosto 1863 possiamo leggere una descrizione molto più accurata: “Nel tempo che Marco di Sciarra famoso bandito andava saccheggiando l’Abruzzo , dopo avere saccheggiata la terra di Gioia, se ne calava per il monte Carbonaro (che oggi dicesi Labrone) a pie’ del quale è fabbricato Trasacco, e dominando dal monte la piazza faceva grandinare in essa l’archibugiate senza che nessuna mai ne colpisse; e sconfidati li terrazani delle proprie forze non avevano altro aiuto che la protezione del santo, al quale divotamente ricorsero, aprendo la sua statua e cantando le lodi di Dio. La sera avanti sopravvennero li capitani Annibale ed Alessandro Baroni, nipoti dell’e.mo cardinale, a visitare li parenti che avevano nella terra[…], questi fecero animo alle genti, e volendo per difensione fare alcune feritore nelle muraglie della terra , che finora ritrovasi d’intorno fortificata di mura, trovarono ivi miracolosamente un barile di polvere che di già n’avevano poco o niente, con la quale scaramucciarono animosamente per sett’ore continue, ributtando li nemici con perdita di molti di loro e senza offesa del terrazzano; e benché Marco facesse dar fuoco alli corpi de’ suoi uccisi acciò non fossero pervenuti in potere de’ trasaccani, restarono molte ossa non consumate che in memoria del fatto si vedono fino ad oggi murate nella piazza. Dicono che mentre si combatteva usciva la vista, e fu veduta da tutti sudare; riferiscono ancora che un uomo venerando a cavallo scorreva per la terra animando la difesa”.
Un Abbraccio Storico