Esistono gli “Alieni”? La storia degli umanoidi ritrovati nelle Piramidi
Diceva il fu Tonino Guerra: “Gianni, l’ottimismo è il profumo della vita!”, ricordate? Tanto era ottimista e profumato che passò a miglior vita… .
Come si capisce io non credo molto all’ottimismo perché a mio avviso produce vittime. L’ottimista dice: “ non ti preoccupare vedrai che andrà bene” e poi ci si ritrova in un ottimistico disastro. L’ottimista è colui che sfida a petto nudo le pallottole del nemico perché tanto ne uscirà illeso e il pessimista se lo deve caricare a spalla per portarlo all’ospedale da campo. L’ottimista è quello che ti dice sotto al temporale: ”Vedrai che tra poco spiove” e t’arriva un uragano.
Nel 1912 il capitano Edward John Smith, altro ottimistone, guardò il ghiaccio attorno alla sua nave e disse: “ma si che ce la facciamo tanto è inaffondabile…” E il Titanic si inabissò. Di ottimisti son piene le fosse, si può dire parafrasando un celebre proverbio, il guaio è che riescono anche a convincere gli altri: dopo che il comandante della Exxon Valdez chiese al locale comando della guardia costiera che voleva cambiare rotta per evitare alcuni piccoli iceberg ebbe in risposta dall’ottimista di turno:” Ma va che la petroliera è grande che vuoi che succeda?” accadde una collisione e furono dissipati in mare 40,9 milioni di litri di petrolio. Una ottimistica società diHong Kong ne acquistò il relitto rimettendolo in sesto ottimisticamente certi che:”Il fulmine non colpisce mai due volte lo stesso posto” e infatti la petroliera entrò in collisione con un’altra nave, nel Mar Cinese Meridionale, andando a pezzi. Quando si è ottimisti si pensa, ad esempio, che civiltà aliene, nel passato, non avessero altro da fare che sbarcare sul nostro pianeta a far cosa non si sa. Ecco, quindi, qualche storia su presunte tracce extraterrestri sulla Terra.
Nel 1987 l’egittologo francese Louis Caparat iniziò i negoziati con il governo egiziano per fare una serie di scavi nella Grande Piramide di Cheope. Era un ottimista e una settimana prima che scadesse il tempo concessogli dal governo egiziano per effettuare le ricerche archeologiche, Caparat trovò quello che sembrava essere l’inizio di un accesso. Siccome, come si è detto, era un ottimista, si diede da fare e In sessantuno giorni sgombrò il passaggio dagli ostacoli scoprendo una tomba.
Nella sepoltura dentro a una teca cristallina era presente un corpo che non sembrava essere di origini umane; tra i suoi piedi un papiro. che fu tradotto dallo stesso archeologo. Il contenuto riportava la narrazione di un patto tra un alieno e il faraone Cheope; il primo offriva conoscenza e protezione in cambio di ospitalità fino alla sua morte. Caparat invitò in Egitto un suo collega biologo, spagnolo, Francisco de Braga, per prelevare campioni di sangue, cellule, tessuto e DNA della strana salma, ma quando questi arrivò al Cairo, fu fermato dal Ministero di Stato della Sicurezza e rimesso su un aereo per Madrid. Nel marzo 2000 il giornale egiziano Rose al-Yusuf, riportò che il governo locale aveva interrotto bruscamente il lavoro di Caparat e rispedito l’archeologo in Francia. Prima di fermare i lavori la Polizia, gli aveva sequestrato il papiro ed i suoi quaderni di appunti. Il corpo ritrovato fu portato dall’Intelligence egiziana presso un laboratorio in una località sconosciuta. Successivamente alcuni giornali egiziani riportarono la notizia del reperimento di una statua di pietra in una teca di cristallo. Intervistato sulla sua vicenda, Caparat ha sottolineato che nessun fatto descritto è stato travisato o esagerato.
Come se una non bastasse ecco spuntare una nuova mummia, sempre in Egitto, in una piccola piramide di El-Lahun, a sud della tomba del faraone Senusret II (sarebbe Sesostri II). La scoperta fu fatta da Viktor Lubek, un professore in pensione all’Università della Pennsylvania, nel 1997: trovò la mummia di una creatura lunga circa 1,5 metri. La salma era stata sepolta con speciali onori.
Una edizione del 2003 di Weekly World News riportava: “La mummia risale al 1880 aC ed è umanoide, ma non chiaramente umana. Il suo sesso non è chiaro, ma sappiamo che ha la pelle simile a un rettile, senza orecchie e grandi occhi a mandorla.” Iscrizioni all’interno della tomba riportavano che la mummia apparteneva al consigliere del re. Il suo nome era Osirunet cioè “inviato dai cieli”. Il suo corpo era stato conservato in un modo molto insolito: ricoperto da fasce di lino e una miscela di argilla e oro. Pare che la scoperta fosse stata particolarmente preoccupante per i funzionari egiziani tanto da segretarla. Successivamente pare che la mummia sia stata portata in Florida per un’analisi approfondita, ma non se ne seppe più nulla.
In un articolo precedente accennai ad un ritrovamento nientemeno che sul suolo lunare. La Missione Apollo 20 sarebbe partita nell’agosto del 1976, con equipaggio misto Russo-Americano; era stata decisa per indagare su un oggetto avvistato da alcune sonde, rivelatosi poi un’astronave aliena e i resti di una Città nei pressi del cratere Izsak.
All’interno del veicolo spaziale trovarono ai comandi una donna di razza asiatica alta 1,65 metri, con mani prensili dotate di sei dita, poste su due comandi. Indossava solo una pellicola trasparente e una garza che le fasciava il collo. Due bastoncini alla bocca e visori applicati agli occhi. Non sembrava morta ma in sospensione. L’essere femminile fu chiamato EBE o anche Monna Lisa della Luna. Il ricercatore italiano Luca Scantamburlo è riuscito ad ottenere ulteriori informazioni da William Rutledge, che asserisce di essere stato uno degli astronauti di questa missione. Vi lascio alle sue dichiarazioni: “Non so come, i sovietici sono stati informati della presenza di una astronave sul lato opposto della luna. Nel mese di luglio, il Lunar 15 si è schiantato poco più a sud della prua dell’astronave (quella aliena). È stata una sonda simile al Ranger e Lunar Orbiter a fornire delle mappe accurate di questo settore.[…] Mona Lisa? Non mi ricordo chi ha chiamato in questo modo la donna aliena che senza ombra di dubbio era una BSE” (Entità Biologica Extraterrestre)”. Aggiungiamo un colpo di scena?“L’aliena si trova sulla Terra e non è morta“, ha dichiarato Scantamburlo !!
C’è poi la vicenda di Roswell secondo la quale un UFO cadde nelle vicinanze della cittadina statunitense. Dai resti del velivolo furono recuperati dei corpi alieni in seguito oggetto di una autopsia.
A testimonianza dell’accaduto il filmato di una autopsia eseguita sul corpo di uno dei fantomatici alieni di Roswell. La notizia si propagò nel 1995 e l’autore del filmato rimase ignoto fino al 2006. Si trattava di John Humphreys, esperto di effetti speciali, impiegato nella realizzazione di fiction fantascientifiche quali Max Headroom e Doctor Who; quando il filmato cominciò ad essere pubblicato, uno dei più grandi maestri degli effetti speciali, Carlo Rambaldi (padre di ET), lo liquidò subito come una rappresentazione scadente. Nelle riprese lo stesso Humphreys è uno dei “chirurghi” ripresi mentre eseguono l’autopsia. Il filmato è noto come quello di “Ray Santilli” il produttore che lo presentò alle reti televisive di tutto il Mondo, riuscendo a venderlo, naturalmente, anche alla Rai.
L’astronauta messicano dove lo mettiamo? Nel giugno del 1952 in una piramide Maya a Palenque fu rinvenuta una tomba coperta da una colossale lastra di pietra scolpita, del peso di cinque tonnellate. L’uomo che sepolto era chiamato Halac Uinic, ossia il “Vero Uomo.” Sulla lastra è ritratta una figura umana in pose molto simili a quelle di un astronauta in una navicella, nell’atteggiamento di pilotarla. Alla base della raffigurazione una struttura (che qualcuno ha creduto di identificare come un motore) da cui fuoriescono delle fiamme intorno apparati per la respirazione e per la guida del mezzo.
Per quanto si possa essere ottimisti sull’inequivocabile dimostrazione dell’esistenza di un alieno arrivato sulla Terra qualche annetto fa, come sostiene lo scrittore Erich von Daniken che su queste cose ci campa, antropologi e archeologi hanno tenuto a precisare che l’immagine dell’uomo non è quella di un alieno, ma considerati i suoi tratti somatici di un maya; alcuni simboli presenti in questa raffigurazione, interpretati molto fantasiosamente come strumenti spaziali, sono simboli religiosi. Insomma, per farla breve, la pietra tombale non rappresenta un viaggiatore spaziale, ma il cammino dell’uomo dalla vita terrena al mondo dell’aldilà.
Torniamo con i piedi sulla Terra: per quanto si voglia discutere di ritrovamenti alieni, alla fine, non se ne hanno le prove. Nel caso di Roswell l’unica cosa degna di una qualche nota fu il beneficio turistico per la cittadina. Cosa dire di Palenque? Stessa cosa. Della tomba aliena nella Grande Piramide non se ne hanno più notizie, idem per la “mummietta” di Osirunet. Rimane la lunare Mona Lisa della quale, parimenti, se ne sa men che meno. Se di falso si tratta, la sua realizzazione deve essere costata veramente tanto denaro. La ragazza aliena, la donna mostrata nei filmati, sembra altro non essere che un’opera d’arte intitolata “Alien Mona Lisa”, realizzata dall’artista francese Thierry Speth.
Ottimisticamente abbiamo puntato le antenne del radiotelescopio di Arecibo, che s’è pure rotto e ormai inutilizzabile, alla ricerca di segnali di altre intelligenze, abbiamo inviato sonde, abbiamo fatto di tutto per cercarci dei guai extraterrestri ma nulla. Io sto qui ad aspettare ma manco ci spero tanto. Un saluto da un metro e mezzo.