Osservazioni del WWF, sui lavori di svuotamento della vasca di colmata nel porto di Pescara
PESCARA – “La tutela dell’ambiente e il rispetto della normativa sono prioritari rispetto a qualsiasi altra esigenza”: si conclude con questa affermazione la nota che il WWF, a firma congiunta del Delegato Abruzzo Filomena Ricci e del presidente della struttura territoriale Chieti-Pescara Nicoletta Di Francesco, ha inviato a inizio mese al Provveditorato Interregionale OO.PP. per Lazio, Abruzzo e la Sardegna, alla Regione Abruzzo e agli altri enti interessati, per segnalare le proprie perplessità in relazione ai lavori di svuotamento della vasca di colmata all’interno del porto di Pescara.
Il documento del WWF fa seguito a un altro, scritto già a fine gennaio dall’Associazione datoriale di categoria ANIEM Pescara-Chieti, nel quale pure si esprimevano dubbi in particolare sulle procedure e sulla destinazione del materiale recuperato dalla vasca.
Svuotamento della vasca di colmata: servono chiarimenti
In via preliminare il WWF: “chiede se nella fase progettuale o comunque prima dell’apertura del cantiere siano stati o meno effettuati controlli per verificare la possibile presenza nel sito di specie di flora e fauna protette. La vasca di colmata è rimasta per diversi anni abbandonata a se stessa con il divieto assoluto di frequentazione antropica e questo potrebbe averne favorito la colonizzazione”.
Si citano, a mo’ di esempio, due organismi vegetali la cui presenza è riferita in autorevoli pubblicazioni scientifiche: Limonium sinuatum, entità floristica attualmente segnalata in Abruzzo unicamente in quel sito, e Salicornia europea, estremamente rara nella nostra regione.
È inoltre probabile la presenza del Fratino, Charadrius alexandrinus, che è stato osservato più volte in volo sulla vasca di colmata e per il quale è ragionevole ipotizzare l’utilizzo dell’area anche come sito di nidificazione.
L’Ufficio Rifiuti e Bonifiche della Regione: “Non risultano procedure di verifica ambientale”
L’individuazione di specie protette a livello comunitario nel sito comporterebbe l’obbligo di effettuare una preliminare Valutazione di incidenza ambientale (VINCA) che dovrebbe risultare agli atti del progetto.
Il WWF definisce inoltre “altamente condivisibile” ogni preoccupazione in relazione al trattamento e al destino dei fanghi di dragaggio che non possono certamente essere utilizzati tal quali o con sommari e inadeguati trattamenti né per operazioni di ripascimento né tantomeno sversati in mare, ipotesi invece apparse sui mass-media.
“Si sottolinea – scrivono Ricci e Di Francesco – che le più recenti analisi disponibili sul sito di Arta Abruzzo non sono affatto tranquillizzanti in quanto alla presenza di inquinanti nei sedimenti stabulati e che risalgono comunque al 5/4/2013”.
La preoccupazione del WWF è aumentata quando nei giorni scorsi è arrivata una nota di risposta dal Servizio Gestione Rifiuti e Bonifiche della Regione che, nel rimettere al Provveditorato Interregionale delle OO.PP. per Lazio, Abruzzo e la Sardegna, quale Autorità competente, il riscontro di merito sulle osservazioni sollevate, precisa: “Agli atti dello scrivente Ufficio non risultano procedure di verifica ambientale attivate dal Provveditorato in merito alle opere previste”.
“Restiamo in attesa di ulteriori comunicazioni sempre ricordando – concludono Ricci e Di Francesco – che ci sono priorità irrinunciabili a tutela delle quali il WWF si riserva qualsiasi azione, anche legale”.