Covid-19. Zone Rosse Aquilano. Marsilio: «Polemiche fuori luogo. Situazione critica e decisioni anticipate dai sindaci»

Marco Marsilio

Il Presidente della Regione invita al rispetto delle regole per evitare la Zona Rossa in tutta la Regione. Uno dei primi a lamentarsi, il Sindaco di Avezzano che aveva chiuso le scuole per gli stessi motivi

L’AQUILA – Lunga e netta dichiarazione del Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, all’indomani delle polemiche, sollevate da alcuni sindaci dell’Aquilano, fra i quali quello di Avezzano, sulla dichiarazione di Zona Rossa da domani, lunedì 12 Aprile.

Marsilio stigmatizza una certa strumentalizzazione, visto che la situazione risulta oggettivamente critica tanto che, si espone a dire lo stesso Marsilio, se non si rispetteranno le regole, si rischia di trascinare in Rosso tutta la regione.

Proprio il Sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, aveva prima chiuso le scuole della città, proprio per l’aumento dei contagi, ma poi è stato uno dei primi, col sostegno del torpedone di capigruppo in Consiglio, a lamentarsi per la decisione di “Zona Rossa” chiedendo immediati ristori e quant’altro.

Questa la posizione integrale espressa da Marsilio: «Non possiamo vanificare due mesi di sacrifici e sofferenze. I dati della provincia aquilana sono preoccupanti e giustificano ampiamente le misure restrittive che entrano in vigore da lunedì. Come ogni venerdì, l’unità di crisi ha lungamente valutato i dati epidemiologici, e nel tardo pomeriggio sono state assunte le decisioni poi formalizzate nella consueta Ordinanza. Dispiace che alcuni sindaci, sugli oltre 40 interessati, abbiano ricevuto la comunicazione dalla mia segreteria o dalla Asl qualche minuto dopo aver raccolto la notizia dai telegiornali. Può essere dipeso dalla numerosità dei comuni coinvolti e dall’ampiezza dell’area sottoposta alla zona rossa; tuttavia, la decorrenza a partire da lunedì mattina delle misure adottate consente a tutti di avere il tempo necessario ad organizzarsi.

Quanto a chi lamenta misure “eccessive”, sottolineo che a partire dal comune più popoloso coinvolto dalle nuove misure, la situazione di criticità e di pericolo era talmente evidente da aver spinto le autorità cittadine ad adottare una misura di chiusura delle scuole, peraltro nemmeno prevista nell’attuale normativa. Come si sa, l’ultimo decreto-legge sottrae a Regioni e comuni il potere di chiudere le scuole, che restano aperte anche nelle zone rosse almeno fino alla prima media. L’unica misura legittima per tenere chiuse le scuole dalla seconda media in su, è quella di adottare la disciplina della zona rossa in ragione del superamento del limite dell’incidenza di 250/100.000 casi settimanali o a causa della presenza di varianti e di diffusione del virus particolarmente significativa e con gravi conseguenze di morbilità e letalità. Esattamente quello che sta accadendo in gran parte della Marsica, della Val Roveto, della Valle Subequana e della Piana di Navelli.

Una zona dove la pressione sulle strutture ospedaliere è ancora al di sopra delle soglie di allarme, e che difficilmente potrebbe reggere un ulteriore urto. Nell’ultimo report settimanale, la provincia dell’Aquila ha registrato un’incidenza di 216, nonostante almeno un paio di giorni a cavallo di Pasqua caratterizzati da scarsa attività diagnostica. Vuol dire che il dato ‘reale’ sarebbe stato sicuramente più elevato, molto prossimo se non superiore alle soglie di legge. Anche in questi ultimi due giorni la provincia ha continuato a registrare numeri al limite della soglia. Nell’analisi puntuale del territorio, è emerso che tali casi non siano egualmente diffusi: l’Alto Sangro, la Valle Peligna e del Sagittario, l’Alto Aterno e la città dell’Aquila sono sensibilmente al di sotto della soglia, che al contrario è ampiamente superata nelle aree poi circoscritte e delimitate come zone rosse. In tale quadro, assume scarso rilievo se alcuni comuni inseriti nella zona rossa attualmente registrano pochi casi, vista l’immersione in un contesto di forti e consolidate relazioni e interscambi.

La speranza e l’auspicio è che, con la collaborazione di tutti, a partire dai cittadini responsabili dei comportamenti individuali, si arrivi presto a superare tale situazione di criticità. La Regione ha conosciuto settimane di discesa dell’indice Rt, arrivato a 0,81. Nell’ultima settimana è tornato a salire a 0.89, a causa della sola provincia aquilana, abbondantemente sopra l’1 da almeno due settimane. Se non arrestiamo questa dinamica, come abbiamo fatto per Chieti e Pescara che oggi – non a caso – non conoscono più comuni in zona rossa, rischiamo che tutto l’Abruzzo venga trascinato in arancione o addirittura in rosso. Sarebbe una beffa, visto che questa che inizia è la quarta settimana che la nostra Regione avrebbe registrato dati da zona gialla (abolita per decreto-legge): arrivare al giorno delle riaperture in condizioni da non poterlo fare.

Quanto ai ristori, o sostegni che dir si voglia, mi unisco alla richiesta di famiglie e imprese affinché arrivino dal Governo maggiori e più eque sostanze. L’annuncio di un nuovo scostamento di Bilancio va in questa direzione. Nel frattempo, la maggioranza di centrodestra in Consiglio regionale è pronta a depositare un nuovo disegno di legge per autorizzare la finanziaria regionale a erogare altri 10 milioni di euro alle aziende in difficoltà».

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