“South Beach”: interviene la sezione Abruzzo e Molise dell’associazione erpetologi italiani. Dalla “SHI” un fermo no alla cementificazione della costa molisana
Nell’area insiste un Sito di Interesse Comunitario e sono presenti animali a rischio estinzione
MONTENERO DI BISACCIA – Nell’area insiste il SIC IT7228221 “Foce Trigno-Marina di Petacciato” che annovera nel formulario tra le specie di Rettili di interesse comunitario Emys orbicularis e Testudo hermanni, la cui presenza è confermata dai dati raccolti sul campo dai soci della sezione locale SHI. Si tratta di due testuggini la cui distribuzione è in forte contrazione in tutto l’areale: incendi, bonifiche, disboscamento, introduzione di specie aliene sono tra le cause che stanno portando la testuggine di Hermann e la testuggine palustre sulla via dell’estinzione.
La Societas Herpetologica Italica sez. Abruzzo e Molise “A. Bellini” si oppone con fermezza alla realizzazione di quanto previsto dal progetto denominato “South Beach” che prevede la realizzazione di edifici turistici e ville per oltre 11.000 alloggi con ben 5 milioni di mc di cemento che sarebbero riversati lungo la fascia costiera molisana nel comune di Montenero di Bisaccia (CB).
Lungo la spiaggia ci sono stati inoltre diversi i casi di rinvenimento di carcasse della tartaruga marina Caretta caretta, a conferma della presenza costante della specie nel tratto di mare considerato. L’episodio di nidificazione nel comune di Campomarino (CB), qualche anno fa, indica un’idoneità ambientale adeguata dell’intera costa molisana, che deve essere conservata o migliorata non certo soffocata da un ammasso di cemento.
«La diminuzione della biodiversità di habitat e specie – dichiara Marco Carafa, coordinatore della sezione SHI Abruzzo e Molise – la cui dinamica è confermata da monitoraggi continui condotti su varia scala vede tra le sue principali cause la scomparsa e la frammentazione di ambienti idonei a causa all’urbanizzazione o al cambio di destinazione d’uso. In un contesto internazionale dove gli impegni volti alla sostenibilità ambientale sono ribaditi in trattati, accordi, protocolli e convenzioni finalizzati alla tutela delle matrici ambientali e dell’equilibrio ecologico, il progetto risulta in evidente contrasto, un’iniziativa fuori contesto, anacronistica, quasi provocatoria».
«Le fasce costiere, con i loro ambienti dunali e retrodunali – aggiunge Nicoletta Di Francesco, referente per la conservazione della SHI Abruzzo e Molise – rappresentano ecosistemi ecotonali (di transizione) tanto ricchi di vita quanto fragili, fondamentali per la protezione dell’entroterra quando ne viene conservato un elevato grado di naturalità. L’aggressione urbanistica nei confronti di tali ecosistemi costieri ha portato invece a una profonda contrazione della loro estensione: in Italia rappresentano oggi soltanto il 4% degli oltre 8400 km di costa! Una politica maggiormente conservativa è stata implementata nelle aree interne dove la presenza di specie faunistiche maggiormente carismatiche ha spinto alla creazioni di parchi nazionali e riserve naturali che da un lato ne vincolano la conservazione, dall’altro alimentano un turismo naturalistico di qualità in continuo e costante incremento. Una buona pratica che va al più presto estesa alle coste».
I principi della sostenibilità e i goal enunciati nell’Agenda 2030 sono studiati in tutte le scuole del vecchio continente di ogni ordine e grado quale strumento formativo imprescindibile per la costituzione dei futuri cittadini europei. La proposta in questione si pone in una imbarazzante posizione di contrasto con ognuno degli obiettivi indicati dall’Agenda.