Scoperti imprenditori operanti e-commerce che effettuano vendite per oltre 630 milioni di € in evasione di imposta
A seguito di articolate attività d’indagine delegate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pescara, finalizzate ad accertare reati di evasione fiscale, in particolare in materia di I.V.A., nel settore dell’e-commerce, il Nucleo di Polizia economico finanziaria di Pescara e il Nucleo Speciale Entrate di Roma hanno scoperto oltre 100 operatori economici che hanno effettuato vendite, attraverso piattaforme online, non dichiarate al Fisco per un totale superiore ai 330 milioni di euro, in due anni. Le attività investigative hanno consentito, nello specifico, di individuare un centinaio di soggetti residenti e una decina di soggetti esteri che hanno venduto beni a privati consumatori in evasione di imposta, superando le soglie di punibilità previste per i reati di dichiarazione infedele, omessa dichiarazione e omesso versamento dell’imposta dovuta di cui agli articoli 4, 5 e 10-ter del D.Lgs. n. 74/2000.
Conseguentemente, sono stati attivati i Reparti del Corpo territorialmente competenti rispetto alle sedi dei soggetti economici emersi, per l’esecuzione di mirate verifiche fiscali. Nell’ambito della stessa attività investigativa, inoltre, è emersa la posizione di ulteriori 750 soggetti esteri, al momento privi di un identificativo fiscale italiano, che avrebbero effettuato, tramite marketplace, cessioni di beni per quasi 600 milioni di euro per i quali sono in corso mirati approfondimenti al fine di confermare il corretto assolvimento degli obblighi di dichiarazione e versamento delle imposte. Per rintracciare queste imprese si è reso necessario attivare i canali di cooperazione internazionale, anche per scongiurare, come evidenziato in numerose esperienze operative già condotte dai Reparti del Corpo, che le stesse, dopo aver effettuato numerose vendite, si rendano irreperibili, così sottraendosi, in caso di evasione, all’attività di recupero delle imposte dovute, con pregiudizio dell’Erario e delle altre imprese rispettose delle regole.
Parallelamente alle citate investigazioni, nell’ambito dell’attività di presidio del cd. “territorio virtuale” finalizzata a individuare possibili fenomeni evasivi, il Nucleo Speciale Entrate di Roma ha sviluppato una più ampia analisi di rischio fiscale nel settore dell’e-commerce, valorizzando le informazioni presenti nelle banche dati disponibili nonché i dati ed elementi comunicati dai gestori di alcuni marketplace. L’attività di analisi, intensificata durante il periodo pandemico in ragione del significativo incremento registrato nelle vendite online, ha già fatto emergere, ad oggi, in aggiunta alle
ipotesi di rilevanza penale e per le stesse annualità oggetto delle citate indagini di polizia giudiziaria, violazioni fiscali commesse da innumerevoli imprenditori (italiani e stranieri) che hanno effettuato cessioni di beni in Italia, utilizzando “vetrine virtuali”, pari a quasi 300 milioni di euro non dichiarate al Fisco che saranno oggetto di attività di verifica e recupero.
La collaborazione tra il Nucleo di Polizia economico finanziaria di Pescara e il Nucleo Speciale Entrate, pertanto, ha fatto emergere, complessivamente vendite occultate all’erario per oltre 630 milioni di euro. L’attività svolta in sinergia tra la Componente speciale e territoriale del Corpo, anche sotto l’egida dell’Autorità giudiziaria pescarese, che ha consentito di scoprire e contrastare fenomenologie evasive dannose per le casse dello Stato e comunitarie, rientra tra i compiti di polizia economico-finanziaria quotidianamente svolti dalla Guardia di Finanza a tutela dei contribuenti che operano nel rispetto delle regole, ed assume particolare rilevanza in questo periodo di crisi pandemica in cui occorre, ancor di più, assicurare la salvaguardia della leale concorrenza nel mercato a favore del tessuto sano dell’economia e della ripresa del Paese.