Ospedale di Avezzano. Il PD attacca “Il grande bluff della sub-intensiva”
Avezzano – “E’ passato più di un anno dall’inizio dell’emergenza, ASL e Regione non hanno fatto altro che proclami e promesse mai mantenute nel sostanziale silenzio dell’Amministrazione cittadina. Sono passati i mesi e le nostre denunce si sono fatte sempre più forti per raccogliere il grido di allarme di tutto il personale sanitario che di fatto non è messo in condizione di poter lavorare e a cui si chiede però la responsabilità della presa in carico dei e delle pazienti”. Così dichiara Anna Paolini -coordinatrice del PD Avezzano, che sottolinea la sua preoccupazione per una situazione sanitaria che non vede margine di miglioramento, nonostante i contagi siano diminuiti in Marsica.
“Bisognerebbe ancora andare indietro con la memoria e ricordare che l’ospedale di Avezzano, a detta della stessa Regione, doveva essere un ospedale Covid-free: così non è stato e ad oggi i già insufficienti 210 posti letto dell’ospedale (su una popolazione di 130 mila abitanti) sono ridotti a 150. I rimanenti sono dedicati ai pazienti Covid, ma non bastano. E continuano ad essere quotidiani gli episodi di pazienti che stazionano in Pronto Soccorso in attesa che si liberi un posto per il ricovero, creando assembramenti e pericoli connessi che sono intuibili. In questo contesto circa un mese fa il manager della ASL 1 Roberto Testa annunciava l’inaugurazione di 6 posti di terapia sub intensiva in un’ala del nosocomio di Avezzano “L’allestimento (…) costituisce una delle tappe programmate dall’azienda per potenziare progressivamente l’ospedale (…)” dichiarava lo stesso manager . Uno dei più grandi e gravi bluff di questi mesi: nella realizzazione operativa l’annuncio si è tradotto in un’improvvida riduzione di altri 6 posti letto per pazienti acuti nei reparti medici dell’ospedale (in particolare cardiologia, neurologia, malattie infettive, geriatria e medicina). Risultato netto: i sei posti letto della subintensiva non sono posti in più ma invece sono sei posti in meno per i reparti, riducendo ancora la possibilità di ricovero per pazienti acuti non-Covid. In questa annunciata tragedia, le conseguenze estreme sulla salute della cittadinanza sono note, meno note sono le condizioni strutturali per via dei macchinari non funzionanti e la precaria organizzazione del personale. Su circa 25 unità operative – tra semplici e complesse – 20 sono senza primario, o meglio hanno un direttore facente funzioni, che non ha pieni poteri per prendere qualsivoglia decisione” dichiara la Consigliera comunale Lorenza Panei che guarda con preoccupazione il progressivo e grave impoverimento dell’offerta sanitaria che l’ospedale è in grado di offrire, sia in termini quantitativi che qualitativi.
“È giusto ricollocare in questo scenario il fatto che nell’ospedale ci sono almeno 4 reparti che sono ritenuti delle eccellenze a livello nazionale, ma così si rischierà invece che i pazienti marsicani si rivolgeranno al privato o a L’Aquila o fuori Regione. E’ verosimile che ci sarà un’ondata di ritorno di patologie che attualmente sono messe in secondo piano e stando così le cose non si potrà dare una risposta adeguata. Porteremo il caso dell’Ospedale SS. Filippo e Nicola e della sanità marsicana in Consiglio regionale – conclude il Capogruppo in Consiglio Regionale Silvio Paolucci – la vicenda dei sei posti di sub intensiva è l’ennesimo atto di depauperamento della struttura ospedaliera che, ad oggi, non sappiamo se e come riprenderà le normali attività nei prossimi mesi. Allo stesso modo riteniamo grave che dopo mesi di annunci e smentite ancora non sia in piena funzione la macchina per i tamponi: una vicenda che non consente di gestire in sicurezza l’assistenza ai pazienti esponendo gli operatori a rischi ulteriori”