Programmato dal Comune di Pescara il taglio di circa 60 alberi per far posto all’asfalto. Proteste del WWF
Il WWF: «La “nuova” via Pantini: un’idea vecchia da ripensare profondamente»
PESCARA – Ci sono due problemi di fondo nel dibattito in corso sulla strage di alberi (circa 60) programmata dal Comune di Pescara in via Pantini per l’allargamento della sede stradale. Il primo lo ha inconsapevolmente denunciato il presidente della Commissione Mobilità Armando Foschi parlando di un’opera pubblica “che mira esclusivamente a migliorare la qualità della vita del territorio”. Un palese errore di prospettiva: sostituire un viale alberato con una strada ampia, presumibilmente molto frequentata e a rapida percorrenza rappresenta infatti al contrario un evidente peggioramento della qualità della vita del territorio, che si misura con il benessere dei cittadini, il loro stato di salute, la qualità dell’aria che respirano… L’altro nodo deriva dal fatto che si sottolinea come le alberature sotto attacco siano fuori dal perimetro della Riserva dannunziana, come se questo ne diminuisse il valore e l’importanza. In ogni caso si tratta di una affermazione imprecisa: la Riserva non è soltanto la parte racchiusa da recinzioni (una presenza peraltro nient’affatto “naturale”) ma va ben oltre e via Pantini col suo verde ne fa parte e rappresenta un possibile corridoio ecologico per le essenze vegetali e per gli animali, una funzione che verrebbe del tutto cancellata da un ampio nastro di cemento. Un danno enorme, insomma, che ci si propone di “mitigare” con la piantumazione di un gran numero di nuovi alberi all’interno dell’area protetta. Non è dato sapere se questa ipotetica nuova piantumazione sia stata o meno preceduta da un accurato studio, come dovrebbe essere, visto che non stiamo parlando di un giardino urbano ma di un Parco di valenza regionale. Ancora: gli alberi che si vorrebbero sacrificare sono maturi e svolgono una serie di funzioni importanti per la qualità dell’aria e per il benessere (in questo caso è la parola giusta) dei cittadini. Le piante giovani impiegherebbero anni a raggiungere le medesime funzioni e in ogni caso le svolgerebbero altrove e non in una “nuova” via Pantini radicalmente trasformata in peggio.
Il WWF chiede all’amministrazione municipale di riflettere prima di arrecare danni irreparabili al patrimonio verde di tutti i cittadini e soprattutto chiede di mettere l’ambiente al primo posto nella propria agenda: quel che è accaduto negli ultimi due anni, con la pandemia che ha messo in ginocchio ogni nostra attività, avrebbe dovuto insegnarci che le scelte che abbiamo compiuto nella pianificazione urbanistica e nella gestione degli spazi urbani sono state spesso errate e hanno portato gravi conseguenze negative. Siamo tuttavia in tempo per cambiare, rinnegando decisioni che, come quella di via Pantini, uno o due decenni fa sembravano le migliori ma che oggi, alla luce della nuova situazione, andrebbero profondamente riviste.