L’Abruzzo va a Roma. Destinazione: Scuderie del Quirinale
L’esposizione “Tota Italia – Alle origini di una Nazione” presso le Scuderie del Quirinale, dal 14 maggio al 25 luglio 2021, è una grande occasione per mettere in mostra alcuni dei tesori di cui la terra d’Abruzzo è ricca custode. Il MuNDA – Museo Nazionale d’Abruzzo parteciperà portando un pregevole reperto archeologico, il rilievo con corteo funebre che risale alla fine del I sec. a.C./inizi del I sec. d.C. La Sovrintendenza di Celano Paludi esporrà invece, la statua in terracotta ritrovata nel santuario di Angizia a Luco dei Marsi, risalente ad un periodo tra il III e il II sec. a.C. Il Museo Archeologico Nazionale di Villa Frigerj a Chieti presterà alla grande mostra due preziosi reperti: l’Ercole Curino, piccola scultura bronzea rinvenuta a Sulmona nel 1959 e un letto d’osso della tomba 520 della necropoli di Fossa. Il reperto del corteo funebre fu rinvenuto presso l’antica città di Amiternum – città situata nel fondo valle del fiume Aterno in prossimità di S. Vittorino, vicinissima a L’Aquila – che nel 1878 fu interessata da una serie di scavi archeologici ed è considerato opera di arte popolare locale.
In pietra calcarea, si compone di due registri sovrapposti e descrive le exsequiae (onoranze funebri) e in particolare, il corteo funebre in epoca augustea; al corteo funebre sono presenti numerosi personaggi che occupano ciascuno il posto assegnato per partecipare al triste cammino: in alto a sinistra le praeficae (donne pagate per intonare le lamentazioni funebri), sul livello inferiore sono presenti il dissignator (direttore della cerimonia) che anticipa gli otto lecticarii (uomini portatori della lettiga); in basso a destra invece, sono collocati i tibicines (suonatori di flauto) e i cirnicines (suonatori di corno) preceduti dal tubicen (trombettiere). Al centro, sistemato su un letto funebre è collocato il defunto, disteso su un fianco con il gomito piegato e una mano che sorregge il capo: l’innaturalezza della posa ha fatto supporre che si trattasse di un attore che interpretava il ruolo del personaggio realmente morto.
La statua in terracotta, parzialmente acefala, rappresenta una donna assisa su una importante sedia; le braccia flesse al gomito ma mancanti delle mani, lasciano pensare che sostenessero attributi andati persi; le vesti riccamente modellate, ricadono sulle ginocchia creando un gioco di drappeggio elegante e leggero e anche le parti visibili della sedia risultano lavorate con perizia. Non si può affermare chi sia la donna rappresentata, forse la stessa Angizia ma non vi sono riferimenti certi. Fu ritrovata nel 2003 durante un’operazione di scavo che interessò l’area del lato occidentale del Fucino, ove si ergeva il santuario di Angizia.
Alta circa 40 cm la statuetta di Ercole Curino fu rinvenuta nel terrazzo superiore del santuario di Ercole Curino a Sulmona; è in bronzo e raffigura Ercole che si appoggia sul lato sinistro alla clava da dove pende anche la pelle del leone che l’eroe ha ucciso; il braccio destro è dietro la schiena; il corpo nudo, i muscoli guizzanti e possenti, la testa forse cinta da una corona di fronde in argento, la posa plastica quasi in abbandono, ci parlano di un’elegante e preziosa opera resa ancor più importante dagli effetti di colore conseguiti con gli smalti per gli occhi e per il tenore di rame usato per le labbra e i capezzoli.
Nel 1992 in modo casuale venne scoperta nella zona alluvionale orientale del fiume Aterno, una necropoli dalla quale furono recuperate circa 500 sepolture tipologicamente diverse in quanto appartenenti a diverse epoche, dal IX al I sec. a.C. Dell’età ellenistica (IV-II sec) è appunto il letto funebre di Fossa decorato con placche d’osso e ricco di elementi decorativi mitologici, assieme alle ceramiche, ai pendagli in pasta vitrea, alle pedine e ai dadi per giocare, rende testimonianza del senso artistico e del linguaggio figurativo delle popolazioni abruzzesi. Per apprezzarlo in tutta la sua bellezza, nonostante non sia rivestito d’avorio ma di semplice osso animale, servirà dividere il letto in sette elementi: i quattro sostegni, presentano decorazioni diverse; i due cuscini ai lati della struttura e il piano orizzontale, realizzato in legno con i quattro lati rivestiti di sottili lamine d’osso.
“Juravit in mea verba tota Italia – L’Italia nella sua interezza prestò giuramento per me” – affermò Augusto allorché vinse definitivamente Marco Antonio. La mostra “Tota Italia – alle origini di una Nazione”, che riprende in parte la frase di Augusto, è stata voluta e realizzata dal prof. Massimo Osanna, Direttore Generale dei Musei del MiC e dal Direttore del Museo Nazionale Romano Stéphan Verger e, coinvolgendo tutti i musei nazionali presenti sul territorio, dà ragione nei fatti, al titolo poiché narra, attraverso la muta e sublime testimonianza delle opere esposte, il processo di unificazione dell’Italia sotto le insegne di Roma, coprendo un arco temporale che va dal IV sec a.C. alla prima età Giulio-Claudia e contemporaneamente mantiene la divisione in regioni la cui ricchezza e varietà è magnificamente provata dal numero e dalla qualità delle opere presenti in esposizione.