Costruire una pacifica ed etica convivenza con l’orso bruno marsicano, si può !

Gioia dei Marsi – Si è tenuto ieri a Casali d’Aschi, un interessante e partecipato incontro pubblico che ha trattato l’argomento delle buone norme comportamentali, utili a costruire una pacifica ed etica convivenza con l’orso bruno marsicano. Questo, in pratica, era lo scopo dell’amministrazione comunale di Gioia dei Marsi, alla luce delle ultime frequentazioni dell’orsa Amarena. E, da quanto emerso anche dagli animati interventi dei cittadini del posto, va detto che si è “ben seminato” in un solco che sicuramente porterà alla mitigazione di quello che sembra un conflitto tra popolazione e plantigradi. In altri termini: dopo i tanti temi affrontati, non che il problema sia stato eliminato, ma di certo si sono gettate le basi per una proficua collaborazione, sia con l’amministrazione comunale che, soprattutto, con l’Ente Parco.

Nella location che ha ospitato l’incontro (piazza Fontana dove campeggia un bel murales sulla biodiversità, che presenta anche una immagine di un orso marsicano), i cittadini hanno potuto confrontarsi con lo stesso direttore del Pnalm, Luciano Sammarone (oltre ad altri tecnici dell’Ente) e con il sindaco e il vice del comune di Gioia dei Marsi, rispettivamente: Gianclemente Berardini e Antonio De Joris.

Le numerose domande hanno permesso al direttore Sammarone di poter puntualizzare le tante iniziative già attuate e quelle in via di realizzazione da parte dell’Ente. A partire dal punto di osservazione della fauna selvatica nello stupendo scenario di Gioia Vecchio, alle numerose recinzioni elettrificati per la messa in sicurezza dei pollai e gli stessi pollai antiorso.

Significativa la presenza di tanti giovani che, quasi in religioso silenzio, hanno appreso tecniche comportamentali in caso di avvicinamento dei plantigradi nei centri abitati.

Ovviamente, durante gli scambi di vedute, non potevano mancare i tanti perché della presenza di qualche orso nelle piccole infrastrutture degli allevatori.  Sono alla ricerca di cibo? Si sono troppo abituati alla presenza dell’uomo che non considerano più un pericolo? C’è eccessiva competizione con gli altri animali selvatici? Oppure per una questione di “dinamica della popolazione”, gli orsi aumentando di numero, espandono sempre più il loro areale?

Il direttore del Pnalm ha snocciolato tutta una serie di dati, bocciando fermamente la necessità di ricorrere a carnai o altre fonti alimentari (fittizie).

”Non si può escludere – ha detto – che la popolazione sia aumentata tanto che negli ultimi anni si è registrata la nascita di una cinquantina di cuccioli. E le teorie che volevano una mortalità al primo anno pari al 50%, l’orsa Amarena le ha sconfessate, visto che è riuscita a svezzare bene tutti e quattro i cuccioli”.

Capitolo a parte, la problematica dell’eccessiva presenza di altri selvatici e del perché non si attua una caccia selettiva.

 E qui, il direttore del Parco, spiazzando quanti non conoscono le sue convinzioni, ha ribadito di essere assolutamente d’accordo con la necessità di avviare un “contenimento”, soprattutto della popolazione di cinghiali e cervi. “Non solo è possibile ma è necessario – ha detto Sammarone – tant’è che in passato più volte ho avanzato progetti che puntavano proprio questo. Ovviamente – ha ribadito il direttore – sempre fuori l’area protetta perché la stessa legge nazionale vieta la caccia all’interno dei territori protetti”. E poi si lancia anche in un auspicio: “Perché non alimentare proprio quell’attività venatoria che porterebbe anche riflessi economici non trascurabili?”. “E perché non coinvolgere magari giovani alla gestione di un eventuale flusso turistico legato alla caccia?”.

Insomma, dall’incontro al Casali di Aschi si sono gettate le basi per una più stretta collaborazione con il mondo venatorio. E potrebbe organizzarsi (a breve) proprio un incontro tra il direttore del Parco, Luciano Sammarone e le associazioni del mondo della caccia.

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