Meo Carbone a Roma con “Angeli tra cielo e terra”. Le opere dell’artista dedicate agli operatori sanitari
Roma – La cinquecentesca Basilica di S. Maria degli Angeli e dei Martiri, in Piazza della Repubblica a Roma, ospiterà dal 17 giugno 2021 una singolare quanto commovente mostra, “Angeli tra cielo e terra”, importante progetto dell’artista Meo Carbone.
Le opere, precedentemente esposte in un’esposizione digitale, sono tutte dedicate agli operatori sanitari, che hanno indefessamente prestato la loro opera durante il triste e buio periodo della pandemia e alle vittime di quest’ultima; persone giovani e meno giovani che hanno pagato il più alto tributo alla terribile malattia che è il Covid-19.
Contemporaneamente verrà presentato anche il volume che contiene le opere realizzate per il progetto e nelle quali Carbone, attraverso la ricerca artistica, ha profuso la sua profonda spiritualità da sempre attenta agli umani valori universali. Il volume, realizzato dalla Fondazione “The Dream – Per non dimenticare”, contiene un’intensa riflessione del Parroco di Santa Maria degli Angeli, Don Franco Cutrone, ed un pensiero dell’arch. Pascale Carbone, Presidente della citata Fondazione ma ci sono anche tante altre testimonianze e contributi che vengono da personalità italiane e straniere che mostrano di apprezzare profondamente la intensa produzione pittorica, ricca di significati, di Meo Carbone.
Caludio Crescentini che ha curato la presentazione del volume, richiama il S. Tommaso della Summa Teologica quando, per dar ragione della spirituale produzione, afferma che:”…l’angelo conosce per immagini mandategli da Dio ed è esso stesso immagine, non di Dio, prerogativa questa dell’uomo, ma dello spirito ed è attraverso quella immagine che ci è dato conoscere lo spirito divino e che Meo Carbone traduce con il sublime linguaggio dell’arte”. I concettuali usi della materia cromatica, della linea destrutturata, della luce/colore, della matrice geometrico-formale dei fenomeni cinetici della realtà contemporanea, si uniscono ad un disegno dal tratto sintattico e vigoroso per dar vita ad Angeli/concetti nei quali il corpo destrutturato da linee e fratture, li avvicina al Metafisico. “Angeli/concetti che danno la dimensione del riflettere di Carbone sul post-costruttivismo e sul post-cubismo, senza sfuggire, sul piano cromatico, all’ipertensione dei colori sempre più pop e nuances acide a effetto flou”.
Ma, come scrive Goffredo Palermini, nella incessante ricerca artistica non dimentica, Carbone, “l’altro, l’emarginato, il diverso”. Gli Angeli di Carbone sono metafora di quanti, uomini e donne, hanno sofferto la malattia, la solitudine, la sofferenza, la morte; essi hanno rimesso il loro spirito nelle mani del Creatore, hanno avuto sollievo nell’affidarsi a Dio dopo aver “condiviso con Cristo Gesù la terribile esperienza della Croce”. Tra questi Angeli , tanti altri medici infermieri e operatori del soccorso che hanno accolto, assistito, abbracciato, sostenuto, infuso coraggio e, infine, chiuso dolcemente gli occhi; è questo, un potente “messaggio universale di fraternità, di nuovo umanesimo, di ritorno alla dimensione spirituale. Di ritorno alla Fede. Una Fede che trova il suo significato più autentico quando saremo capaci di diventare buoni samaritani verso il prossimo, verso gli ultimi che ci sono accanto”.
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Meo Carbone, pittore e scultore, è nato nel 1945 a Minervino Murge (Bari). A 14 anni realizza i ritratti di Eisenhower e Kruscev per ricordare lo storico incontro tra i due presidenti negli Stati Uniti d’America. Nel 1963 frequenta lo studio dello scultore Lorenzo Ferri dove apprende e perfeziona le tecniche artistiche dalla pittura alla scultura. Dal 1971 inizia la sua attività artistica realizzando la sua prima mostra a Roma e vincendo a Colonia il premio “Tevere – Reno”. Nel 1975 è invitato alla 10ª Quadriennale di Roma “The New Generation” e sarà più volte segnalato nel catalogo Bolaffi dai professori Giovanni Carandente ed Arturo Bovi, mentre lo storico prof. Giulio Carlo Argan lo segnala per un anno accademico a Parigi. Dal 1977 si trasferisce a Los Angeles con la moglie, di nazionalità americana, e viene invitato dal Los Angeles County Museum of Modern Art a partecipare con una mostra a confronto con artisti della California. Nel 1980 rientra in Italia ed inizia un lungo periodo di riflessione; nel frattempo partecipa a Baden Baden alla 3° Biennale di Grafica Europea, e a Firenze al Forte Belvedere, alla mostra dedicata ai “Libri e Pagine d’artista”. Successivamente, nel 1989, torna nuovamente negli Stati Uniti alla ricerca della propria identità artistica. Attraverso alcune letture rimane affascinato dalla cultura dei Nativi–Americani e viene catturato da alcuni simboli delle loro divinità.
Nel 1992, il professor Paolo Portoghesi presenta il libro “Deities”, omaggio, attraverso le sue prime sculture-totem, alle divinità indiane del Nord America, in occasione del 500° anniversario della scoperta dell’America. La mostra, esposta in alcune città italiane tra cui Pescara, Spoleto e Roma a Palazzo dei Congressi, dal 1994 diventa itinerante negli Stati Uniti partendo da Miami, Orlando, Chicago, Salt Lake City ed infine San Francisco. A Chicago, nel 1995, incontra il prof. Dominic Candeloro dell’Università dell’Illinois, storico dell’immigrazione italiana del Nord America, ed ancora una volta Meo Carbone viene attratto da una mostra di fotografie, “La Storia degli Italiani a Chicago” curata da Candeloro. Nasce così un’intesa. Queste immagini lo riportano a riflettere sulla propria infanzia e sulla propria condizione di artista peregrinante, dove scopre di essere lui stesso un emigrante. Grazie a questo incontro decide di iniziare una serie di opere dedicate alle famiglie italiane, protagoniste della diaspora del popolo italiano negli Stati Uniti d’America. Contemporaneamente alla mostra sull’Emigrazione Italiana porta avanti un progetto dedicato ai Grandi Capi Indiani. A cavallo del nuovo millennio, realizza una serie di mostre dedicate all’emigrazione, di cui, nel 2005 presso l’Archivio Centrale dello Stato, nel 2013 presso il Complesso del Vittoriano, nel 2017 dedica un progetto al Centenario della morte di Santa Francesca Saverio Cabrini. Questa mostra è stata esposta anche in alcune città americane come Washington, San Francisco, Pittsburgh e Chicago. Il progetto sugli Angeli dedicato alle vittime del covid-19 è impresa artistica attuale.