Storia di fatti e miracoli marsicani legati alla figura di Sant’Antonio da Padova
AVEZZANO- Sant’Antonio da Padova è una delle figure di Santità più venerate del mondo cattolico: un santo che si trovò spesso nel lottare contro ogni forma di sopruso e di strapotere dei potenti contro il popolo. Anche nel nostro Abruzzo la figura del Santo Patavino inoltre è stata parte integrate anche della vita sociale e storica di alcuni centri della regione come fu nel caso del miracolo avvenuto a Tagliacozzo nel 1648 e a Magliano dei Marsi il 20 ottobre del 1860. In questo articolo vi racconteremo questi fatti.
“Volendo Cristo Benedetto dimostrare la grande santità del suo fedelissimo servo messere santo Antonio, e come devotamente era da udire la sua predicazione e la sua dottrina […]”. Questo passo estratto dall’introduzione del capitolo 40 dei “Fioretti di San Francesco” ci può far palpare la santità che il piccolo frate portoghese aveva già prima della sua dipartita. Ma chi era Antonio? Al secolo Fernando Martins figlio di una famiglia aristocratica di Lisbona dopo una breve esistenza da cavaliere sentì forte il richiamo di Cristo. Entrò nell’ordine dei Canonici regolari della Santa Croce e cominciò a studiare diventando una delle menti più eccelse del medioevo: papa Gregorio IX lo definì “l’arca del testamento”. Nel 1219 vi fu una spedizione di missionari laici francescani in Marocco: il sacrificio di quei frati sconvolse l’esistenza di Fernando. Da quel momento egli divenne parte della famiglia francescana: nel famosissimo capitolo delle stuoie ebbe la fortuna di conoscere Francesco D’Assisi che gli diede il privilegio di esser predicatore del popolo. Predicò in lungo ed in largo per l’Europa compiendo anche grandissimi miracoli. Ma Padova restava la sua città amata: e da lì continuò la sua predicazione avendo anche una forza d’animo che lo portò a scontrarsi con gli usurai del tempo. In un sermone egli scrisse: “L’usuraio non rispetta né il Signore, né gli uomini; ha i denti sempre in moto, intento a rapinare, maciullare e inghiottire i beni dei poveri, degli orfani e delle vedove […]”. Morirà giovanissimo, all’età di 36 anni nel 1231. L’anno successivo, papa Gregorio IX – il papa che canonizzò sia Francesco d’Assisi che Domenico di Guzmàn- lo proclamò santo, una delle canonizzazioni più rapide della storia della chiesa.
Ma cosa successe a Tagliacozzo? Siamo nel 1648 nella ridente cittadina di Tagliacozzo, all’interno di uno stretto passaggio nella chiesa di San Francesco si trovarono, nello stesso momento, a passare due uomini. Nessuno dei due voleva cedere il posto all’altro visto che appartenevano a famiglie nobiliari rivali: e da lì scoppiò una furibonda lotta. La notizia dei tumulti arrivò a Napoli, che era alle prese dall’anno precedente, con la rivolta di Masaniello che stava spodestando il potere spagnolo nella città. Il nuovo viceré spagnolo, Don Rodrigo Ponce de Leòn, avendo risistemato le cose a Napoli, decise di porre freno alla situazione creatasi a Tagliacozzo. Tale notizia arrivò nel centro marsicano e fu così lo grande spavento per la popolazione che decise di rivolgersi all’Alto: Antonio da Padova gli concesse il miracolo e la cittadina fu salva. Da quell’anno Sant’Antonio da Padova divenne il santo patrono di Tagliacozzo.
Similmente successe a Magliano dei Marsi. Siamo nel 1860, l’Italia stava giocandosi la carta dell’unità quando nel paesino di Magliano si votò a favore di tale causa, provocando il risentimento dei reali Borbonici. Il 20 ottobre, di quel medesimo anno, in una Magliano senza difesa, in balia del pericolo delle truppe del generale La Grance poste al di fuori delle antiche mura, la popolazione decise di uscire con i simulacri della Madonna e dei santi Giovanni e Paolo, Lucia e Antonio da Padova. Alfonso La Grance, figlio del generale, una volta viste le statue dei santi, riferì al padre di un sogno fatto qualche notte precedente. Nel sogno c’erano i santi visti in processione che intimavano la resa: così successe e Magliano dei Marsi fu salva.