Antonio Zenadocchio, il pittore aquilano che illustra l’anima dell’uomo contemporaneo
Antonio Zenadocchio, artista aquilano a 360 gradi, fra pittura e poesia, con l’amore per la musica che lo ha portato accanto al M° Ennio Morricone. Vi presentiamo oggi questo interprete della pittura e dell’arte, dalle svariate sfumature e coloriture, frutto di una vita e di un amore per la cultura e per l’uomo contemporaneo decisamente non comuni e che trovano radici lontane e ben salde.
Antonio Zenadocchio è nato nel 1953 a Frosinone da padre aquilano e madre di Veroli, ma a L’Aquila dal 1975. Ha ereditato la passione per la pittura da suo padre, che era un decoratore e dipingeva. Negli anni 1970 e 1971 ha studiato composizione musicale con Ennio Morricone. Questa esperienza è stata molto importante per acquisire una mentalità artistica improntata alla ricerca della bellezza. Per ragioni di vita non ha potuto coltivare la passione per la pittura in modo completo fino al momento della pensione, nel 2014, ma da allora ha partecipato a oltre 100 mostre, in Italia e all’estero a Barcellona, Parigi, Budapest, Corea del Sud, Atene.
Suoi lavori sono in esposizione permanente in:
- Museo Haegeumgang nella città di Geoje, Corea del Sud;
- Museo Sant’Oreste, Roma;
- Museo Internacional de Electrografia nella città di Cuenca, Spagna.
E’ presente nel Catalogo dell’Arte Moderna n° 55, anno 2019, Giorgio Mondadori (ex Bolaffi) e in diverse pubblicazioni, tra cui i volumi: Percorsi d’Arte in Italia 2018 e Panorama dell’arte contemporanea in Italia 2019, Rubbettino editore, Artisti ’19 della casa editrice Effetto Arte distribuito da Arnoldo Mondadori Store, nei volumi Leonardo 500 anni di arte, Raffaello, e Covid’arte, della casa editrice Il Quadrato di Milano, nei cataloghi KALOS 2019, 2020 e 2021 di Irdidestinazionearte del critico d’arte abruzzese Massimo Pasqualone.
Ha ricevuto diversi premi, tra cui nel 2019 una menzione speciale a firma del prof. Vittorio Sgarbi da parte di Spoleto Arte nell’ambito della Mostra Internazionale tenuta nel contesto del Festival dei due mondi di Spoleto e Artista dell’anno 2019 dalla casa editrice Effetto Arte di Sandro Serradifalco. Nel 2020 da Irdidestinazionearte, associazione artistica e culturale, ha ricevuto sia il premio come Maestro d’arte, sia un premio alla cultura a Fuerteventura (Isole Canarie).
Insieme ad altri artisti ha contribuito a fondare la pinacoteca di Sant’Elia (L’Aquila) che ha per oggetto la sacralità della vita. Ha dipinto e donato una pala per l’altare maggiore della basilica di San Benedetto di Arischia (origine nel XII secolo) in corso di restauro dopo il sisma del 2009, raffigurante il santo.
Il senso della sua arte è indicato nella frase di apertura del suo sito web www.antoniozena.com : “L’arte è ricerca delle profondità della vita”.
Tra le altre recensioni, è molto calzante quella della critica d’arte Marta Lock, che di lui ha scritto: “Sembra essere un percorso all’interno dell’animo umano quello raccontato negli affascinanti dipinti dell’artista laziale, ma residente a L’Aquila praticamente da sempre, un’esplorazione di tutti i dubbi, le perplessità, le incertezze del vivere contemporaneo. Davanti alla natura e ai grandi misteri della vita l’uomo spesso si sente piccolo e in questa dimensione sproporzionata Antonio Zenadocchio vuole suggerire tutta la fragilità e la provvisorietà dell’esistenza, la temporaneità di un umano che è solo un piccolo dettaglio, un soffio, quando si colloca nel contesto di un ambiente, di un creato, che gli sopravvive nei secoli. Al tempo stesso però, è proprio in virtù di quella contrapposizione, quel sentirsi parte, seppur minima, di un mondo che va oltre, che sente l’esigenza di guardare dentro se stesso, decidendo di voler comprendere e trovare risposte sulla propria interiorità che spesso corrisponde a un mistero ben maggiore, eppure più facilmente svelabile, rispetto a quello esterno che rimarrà inconosciuto. Questa sembra essere l’esortazione di Zenadocchio, la cui Metafisica diventa espressione del disagio dell’essere in una società contemporanea che induce spesso l’individuo a nascondersi dietro facciate dentro le quali egli stesso si imprigiona senza essere più capace di riconoscere la propria vera essenza. […]La sua filosofia per immagini conquista l’osservatore proprio perché lo pone davanti alle debolezze dell’essere umano, alle maschere che deve, ma più spesso vuole, indossare, alla sensazione che quel cammino che spesso si affanna a percorrere non è che un frammento nel tempo più dilatato di un universo che ci guarda dall’alto. Il desiderio di libertà fa tendere verso un posto indefinito, a metà tra cielo e terra, tra le abitudini quotidiane e la spinta a trovare un luogo senza pareti, senza gabbie. Quando mette in primo piano l’uomo sceglie di raccontarlo nella sua nudità, suggerendo che è solo da vicino, solo quando è con se stesso, che diventa consapevole delle proprie debolezze, le guarda, ne prende atto e approfondisce il percorso verso un’interiorità che a quel punto non può più essere ignorata.”
Un’altra passione che coltiva da tempo è la poesia. Il 20 giugno scorso ha ricevuto anche un premio della critica in occasione del Premio internazionale città di Firenze “Ut pictura poesis di Irdidestinazionearte” e, sempre per i tipi della stessa associazione, sta per pubblicare la plaquette poetica “Io e me” con prefazione del critico letterario Massimo Pasqualone che verrà presentata a L’Aquila il 5 agosto prossimo.