Il “Messia d’Abruzzo” torna a casa, domani appuntamento a Cappelle sul Tavo

Il nuovo spettacolo “I Matti di Dio – Il Messia d’Abruzzo” prodotto da Uao spettacoli prosegue la
sua corsa e proprio domani 5 settembre sarà a Cappelle sul Tavo, da dove tutto ha origine, anche lo
stesso protagonista; l’appuntamento, possibile grazie all’associazione locale L’Eco del Tavo con il
sostegno della BCC di Cappelle sul Tavo, sarà ospitato in piazza Marconi alle ore 21.30.

Il comune di area vestina è pronto ad accogliere la storia di Oreste De Amicis; il capocomico
Domenico interpretato da Federico Perrotta sarà affiancato dai tre inseparabili compagni che
vestono i panni dei diversi personaggi che hanno avuto a che fare con lui.

Tutto inizia con un gruppo di amici che, come da tradizione, gira l’Italia per raccontare la storia di
quest’uomo di origine vestina, nel pescarese appunto. Sul palco come un’Armata Brancaleone,
irrompono Andrea D’Andreagiovanni, Massimiliano Elia, Giacomo Rasetti accompagnati da
musiche dal vivo e da canzoni del repertorio abruzzese arrangiate in chiave moderna, coreografate
ed interpretate dai quattro.

“I Matti di Dio, ovvero la vera storia del ‘Messia d’Abruzzo’ – così ne spiega l’origine Perrotta –
nasce da un’intuizione di Ariele Vincenti, storico collaboratore di Simone Cristicchi, che
guardandomi in uno spettacolo che ho fatto tempo fa, mi associò lasciandomi senza parole, alla
figura del ‘Messia d’Abruzzo’, e mi raccontò di una storia che a molti, compreso al sottoscritto, è
sconosciuta”.

“Si tratta di un frate poi diventato prete del comune di Cappelle sul Tavo, che si è autoproclamato
‘Messia d’Abruzzo’- prosegue l’artista; – dietro queste nuove Crociate abruzzesi dal tono
assolutamente ironico e divertente, come è nello stile di ciò che realizzo sempre, c’è la voglia di
lanciare un messaggio forte ossia non perdere mai di vista il lume della ragione: quando si diventa
a furor di popolo un capo spirituale il rischio di peccare di presunzione è veramente molto forte”.
“E’ un monito? – conclude Perrotta. – Non credo! Ma un voler porre l’attenzione su qual è il limite
tra il genio e la follia”.

Scritto e diretto da Ariele Vincenti, si tratta di uno spettacolo che mostra un pezzo d’Abruzzo mai
perso che torna a vivere; questa è storia vera che viene spolverata e tramandata grazie anche ad una
comicità senza tempo: “durante delle ricerche che stavo facendo tra le montagne e i paesini
dell’Abruzzo ho trovato la storia di Oreste De Amicis. La prima cosa che mi ha colpito è il suo stare
sempre dalla parte degli ultimi, dargli voce e dignità pagando lui in prima persona – spiega Ariele
Vincenti.

“Nel suo caso – prosegue – sono i contadini  di allora alle prese con le ingerenze dei potenti e di
una parte del clero, non sempre disposti a difenderli e tutelarli. Dall’altro lato c’è il discorso
spirituale intrapreso dal Messia d’Abruzzo che ritengo sia attuale oggi più che mai. In una società
priva di valori e di punti di riferimento il concetto di spirito e di recupero delle piccole cose può
aiutarci a costruire la nostra casa comune distaccandoci dall’egoismo individuale che ci allontana
gli uni con gli altri. Era un sognatore Oreste De Amicis. Sognava  una società migliore basata
sull’uguaglianza sociale e sul rispetto delle persone come fondamento del suo credo. Anche se a
volte si rendeva protagonista di situazioni  grottesche e al limite del paradossale, la sua vita merita
di essere divulgata, perché questa è una delle tante storie che se non te le raccontano, non le sai. E
Federico Perrotta grazie alla sua sensibilità e al suo carisma è l’interprete ideale che racchiude i
canoni di una recitazione moderna con la tradizione popolare musicale ed ironica”.

Le musiche sono di Francesco Mammola, le scene ed i costumi di Graziella Pera, l’aiuto regia di
Marco D’Angelo.
Lo spettacolo è ad ingresso in gratuito, ed in ogni caso è richiesto il Green Pass o un tampone
effettuato nelle 48 ore precedenti gli orari dei rispettivi spettacoli.

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