Il Tar Lazio annulla decreto per il nuovo P.E.I. nelle scuole
Il 2 settembre scorso, la Provincia di Teramo ha ospitato il Convegno “Nuovo P.E.I. e inclusione scolastica” organizzato dal Coordinamento italiano insegnanti di sostegno e Abruzzo Autismo Onlus.
Nel corso del convegno è stato comunicato l’annullamento, da parte del TAR Lazio con sentenza n. 9795 del 14 settembre 2021, del D. interministeriale 182/2020 che ridefinisce Adozione del modello nazionale di piano educativo individualizzato e delle correlate linee guida, nonché modalità di assegnazione delle misure di sostegno agli alunni con disabilità, ai sensi dell’articolo 7, comma 2-ter del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66.
I giudici amministrativi hanno accolto tutti i motivi di ricorso
Il Tribunale Amministrativo Regionale ha infatti accolto tutte le otto censure che erano state presentate nel ricorso:
- dell’allegato B) Linee guida concernenti le modalità (…..) per l’assegnazione delle misure di sostegno e il modello di P.E.I. da adottare da parte delle istituzioni scolastiche;
- dell’allegato C) – Scheda per l’individuazione del Debito di funzionamento;
- dell’allegato C1) – Tabella Fabbisogno Risorse professionali per il sostegno didattico e l’assistenza;
- del modello di PEI per la scuola dell’infanzia;
- del modello di PEI per la scuola primaria;
- del modello di PEI per la scuola secondaria di primo grado;
- del modello di PEI per la scuola secondaria di secondo grado;
- della nota circolare n. 40 del 13.1.2021;.
sostenendo i ricorrenti, insieme al Presidente della Provincia Teramo, Diego Di Bonaventura, che si tratta di un provvedimento “in contrasto con le norme internazionali di tutela della disabilità”.
In realtà, la battaglia era comincia già lo scorso febbraio, ancora Ministro dell’Istruzione Azzolina, dopo che il provvedimento era passato senza che quasi nessuno dei politici prestasse attenzione alle novità introdotte con il decreto.
Sono state le associazioni dei genitori dei ragazzi diversabili e anche dei docenti di sostegno a mettere il dito nella piaga e a contestare quanto approvato.
Le motivazioni della sentenza del Tar Lazio
Le motivazioni della sentenza sono chiare e precise. Il tribunale sostiene l’annullamento per:
- L’errato utilizzo del decreto per dettare norme generali innovative in materia di inclusione, mentre si sarebbe dovuto emanare un regolamento;
- Per la diversa composizione del G.L.O. (gruppo di lavoro operativo per l’inclusione cui partecipano diversi attori) rispetto alla normativa primaria;
- La possibilità di esonero, per alcune categorie di diversabili, dalla frequenza di alcune discipline;
- Per le nuove modalità di determinazione del sostegno didattico in base a range predeterminato e in base al cosiddetto “debito di funzionamento”.
Inoltre, il TAR ha eccepito che l’amministrazione non poteva procedere a dettare disposizioni sulla compilazione del nuovo P.E.I., in assenza di una previa disciplina sulle modalità di accertamento della disabilità e del profilo di funzionamento.
Il Ministero non poteva dettare norme sul Pei senza conoscere i profili funzionali dei ragazzi
Interessantissimo leggere la sentenza con le ragioni addotte dai giudici che hanno giustamente richiamato tutti i precedenti e superiori atti giuridici e normativi (leggi, decreti legislativi etc) dai quali discendono ‘a cascata’ le norme più propriamente attuative.
Gravi “dimenticanze”, non conoscenza delle norme o volontarie omissioni? La domanda impertinente è d’obbligo.
Confortano le parole della sentenza che richiama la corretta procedura temporale degli atti non solo nazionali ma anche internazionali, che pone l’accento sulla esorbitanza della delega ricevuta dall’Amministrazione, che condanna l’intenzione di contenere la spesa pubblica attraverso restrizioni alle tutele per gli studenti diversabili, che punta sulla illegittimità delle disposizioni contenute nel decreto e sulla capziosità della giustificazione offerta e che individua, “quasi” abuso di potere, la ridefinizione in maniera radicale e in via amministrativa degli aspetti relativi all’inclusione dei discenti disabili.
Un brutto inciampo, questo del decreto interministeriale appena annullato.
Troppi errori e dimenticanze in un solo decreto
Lo Stato italiano ha, da sempre, emanato disposizioni all’avanguardia nel mondo per tutelare gli studenti diversabili e favorirne l’inclusione non solo nel contesto scolastico ma anche nella vita.
La legislazione attinente a tali problematiche è attiva dal 1971 con la Legge 118 del 30 marzo ed ha continuato a moltiplicarsi fino ai giorni nostri.
Cinquanta anni. Cinquanta lunghi anni. Una lunga lunga strada percorsa da statisti, legislatori, dirigenti, docenti, associazioni di genitori e strutture sanitarie, per costruire un orizzonte di senso e di significato che soltanto figli del genio italico potevano generare.
Con il decreto appena annullato non è stata scritta una bella pagina nella storia del Ministero dell’Istruzione.