Visita ispettiva carcere di Pescara del vicepresidente del consiglio regionale
Pettinari: “Situazione ancora al limite”
PESCARA – “Gravi carenze strutturali, impianti antincendio non funzionati e una carenza di personale che sembra insanabile, visto che nonostante le unità assegnate negli ultimi mesi l’organico è ancora al di sotto di 50 unità rispetto a quelle necessarie”. È un bollettino di guerra quello riportato dal Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari che questa mattina si è recato in visita ispettiva nel Carcere San Donato di Pescara, al suo fianco le sigle sindacali della Polizia penitenziaria SINAPPE, OSAP, CISL e UIL.
“È la mia quarta visita ispettiva qui a San Donato, la situazione è al limite e mi chiedo come sia possibile che detenuti e personale debbano resistere in queste situazioni. Sarà mia premura chiedere immediatamente un resoconto della visita ispettiva ministeriale eseguita nei giorni scorsi, contestualmente segnalerò nuovamente al Ministero tutte le carenze dal punto di vista strutturale, della sicurezza e della disponibilità di organico che ho riscontrato questa mattina e che mi sono state segnalate dai rappresentanti delle maggiori sigle sindacali”.
“Dal punto di vista strutturale – spiega nel dettaglio Pettinari – la prima cosa che salta all’occhio è sicuramente il muro di cinta, troppo basso e facilmente scavalcabile, per un carcere che si trova in pieno centro abitato. Potrei evadere da qui anche io che non sono certo un atleta. All’interno, poi, c’è una sola scala per il passaggio dalla seconda alla terza sezione penale in cui transitano tutti i 190 detenuti, senza distinzione e separazione. Abbiamo chiesto più volte che siano attivati gli automatismi dalle celle alla cabina di regia per attivare il famoso Servizio dinamico che però, nonostante lavori da 180 mila euro eseguiti per la sua realizzazione, sembra non essere ancora operativo e pienamente funzionante. Infine, come ci è stato segnalato da un addetto alla sicurezza, sembrerebbe che il sistema antincendio del laboratorio di calzoleria e pelletteria sia fuori uso”.
“Dal punto di vista del personale la situazione non sembra migliorare nonostante l’arrivo di nuovi agenti. La pianta organica è al di sotto della soglia di 50 unità e, sempre da come lamentano i sindacati, c’è una mancanza di dialogo tra il comparto dirigenziale e i rappresentanti degli agenti che non permetterebbe una reale ottimizzazione del personale”.
“Dal canto mio – conclude – continuerò a combattere per ottenere tutto quanto necessario alla risoluzione dei problemi: scriverò nuovamente a tutti gli organi ministeriali interessati per segnalare quanto visto e quanto mi è stato riportato in sede di visita ispettiva e chiederò conto delle relazioni delle visite ispettive ministeriali. Tenere alta l’attenzione è il minimo che dobbiamo agli uomini e alle donne che quotidianamente lavorano nelle case circondariali per la tutela della nostra sicurezza e anche dei detenuti”.