“Quota Mille” a Scontrone, “paese dei Musei” e della Società Anonima Birra d’Abruzzo del 1921
Scontrone – A 1038 metri sul livello del mare, Scontrone, è uno dei comuni più a sud della provincia dell’Aquila. Il pittoresco borgo di Scontrone sorge su uno sperone del Monte Tre Confini, allo sbocco della gola di Barrea, proprio al confine con il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Il paese è costituito dal borgo centrale, posto in posizione collinare, e dal borgo a valle chiamato Villa Scontrone, più riparato e verdeggiante.
La natura qui è stata generosa, con il fiume Sangro ad attraversarlo e i Monti della Meta come scenografia.Le telecamere Rai con Sem Cipriani son partite alla volta di questo borgo, uno dei luoghi più “panoramici” in assoluto per conoscerne la storia insieme allo scrittore Peppe Millanta per la rubrica a cura di Paolo Pacitti,“Quota Mille”: da qui passavano le greggi sul Regio Tratturo che da Pescasseroli portava a Candela, da qui erano visibili le prime locomotive di quella che è diventata oggi la Transiberiana d’Italia.
E sempre da qui passò la Linea Gustav durante la Seconda Guerra Mondiale.Vista questa ricchezza storica, non è un caso se oggi Scontrone è definito ‘Il Paese dei Musei’, il suo centro storico presenta murales che lo colorano, se ne contano addirittura cinque, ed è presente anche il Centro di documentazione Paleontologica, uno dei più importanti per lo studio del Miocene superiore.
“L’origine del nome Scontrone è tuttora incerta – spiega Peppe Millanta. – Per alcuni deriverebbe da una parola di origine germanica, legata a un personaggio di origine longobarda. Per altri dal greco, e starebbe per ‘grossa pietra’. Agli abitanti però piace pensare che il nome derivi da un enorme scontro avvenuto proprio tra i suoi monti tra Romani e Sanniti”.
E’ a Scontrone che nel 1921 nacque la Società Anonima Birra d’Abruzzo: nel birrificio lavoravano circa 120 persone, principalmente del posto, che utilizzavano soltanto prodotti locali come la buonissima acqua del Sangro per preparare la “Bionda d’Abruzzo”.
Come racconta Millanta: “nel giro di pochi anni, grazie alla sua qualità e al suo prezzo, la società riuscì incredibilmente a triplicare la propria produzione annua, avvalendosi anche dell’aiuto del vicino tracciato ferroviario, che permise al birrificio di raggiungere capillarmente città, borghi e villaggi, anche i più sperduti della regione.
La Società crebbe così tanto da non riuscire più a soddisfare le richieste neanche con i turni di notte e con l’installazione di imbottigliatrici automatiche, mentre conquistava via via fette di mercato sempre più ampie raggiungendo Roma e perfino Milano.Quei numeri però fecero tremare qualcuno, e nel 1930 un grande marchio del nord, sempre più preoccupato da questa temibile concorrenza, decise di acquistare il pacchetto di maggioranza della società.
La fabbrica a poco a poco fu lasciata spegnersi, e fu chiusa già nel 1936, mettendo purtroppo fine a questo miracolo economico tutto abruzzese”.
Oggi Scontrone sta lavorando per rilanciare l’ex birrificio, con l’intento di farlo tornare ad essere nuovamente una risorsa per il territorio.