Potenza del suono. Dai Maya all’aviazione nazista fino alla levitazione acustica

Grande cosa il potere del suono! Eppure non sempre ci rendiamo conto della sua forza… .  Sovente (ricordate?), nei film di guerra, all’approssimarsi di un bombardamento si sente una specie di ululato.

LE TROMBE DI GERICO

Il sorridente Albert

Quel suono terrorizzante che cresce di intensità all’avvicinarsi degli aeroplani: è dovuto alle “trombe di Gerico”. Erano una invenzione dei bravi germanici. Sotto al ventre dell’aeroplano era posta una vera e propria sirena azionata dal flusso d’aria generato dal movimento del velivolo. Questi simpatici oggettini furono utilizzati per la prima volta durante il secondo conflitto mondiale. Il generale Kesserling soprannominato  “Il sorridente Albert”  pare ne fosse stato l’ideatore ma secondo altri la trovata si dovette a Hitler in persona. Perché applicarono questo vezzoso oggetto agli aerei? Semplicemente per terrorizzare l’avversario.

Immaginate di essere in una città e di sentire più e più volte al giorno quell’urlo lacerante che cresce di volume diventando sempre più forte al termine del quale pezzi di palazzi saltano in aria!  Ogni volta che udrete quel suono sarete terrorizzati. Il fortunato velivolo ad essere equipaggiato con questo meccanismo fu lo Junkers Ju87, detto “Stuka”. Era un aereo impiegato spesso nel combattimento in picchiata: si gettava a capo fitto sul bersaglio ululando come un ossesso e ci piazzava la bomba proprio sopra

Le vere Trombe di Gerico

La caduta di Gerico

Perché quelle sirene si chiamavano “trombe di Gerico“? I tedeschi l’avevano pensata giusta. Il termine si riferisce ad un passo dell’Antico Testamento relativo alla caduta della città omonima, cinta d’assedio dagli israeliti.

Le mura della città crollarono al suono di sette trombe, suonate da sette sacerdoti per sette giorni di fila. Ecco il passo biblico: “Sette sacerdoti porteranno sette trombe di corno d’ariete davanti all’Arca; il settimo giorno poi girerete intorno alla città per sette volte e i sacerdoti suoneranno le trombe. Quando si suonerà il corno dell’ariete, appena voi sentirete il suono della tromba, tutto il popolo proromperà in un grande grido di guerra, allora le mura della città crolleranno e il popolo entrerà, ciascuno diritto davanti a sé.”  (Libro di Giosuè – Antico Testamento ).

Così fecero gli israeliti. Perepè, perepè assediarono la città di Gerico. Fecero sette giri per sette giorni con sette sacerdoti armati di sette trombe di corno d’ariete. Gli abitanti del posto se li guardavano dall’alto delle mura mangiando pop corn e divertendosi come matti. Arrivati all’ultimo giorno, però, anche l’Arca dell’Alleanza fece i suoi bravi sette giri, fu nuovamente dato fiato alle trombe, gli assedianti urlarono slanciandosi all’attacco e le mura della città crollarono. Forse, secondo alcuni, quelle trombe erano una sorta di arma sonica le cui frequenze sbriciolarono i possenti bastioni.

IL SUONO TRA LEGGENDE E DICERIE

Porta del Sole

Ed ecco avventurarci nel mondo della narrazione tradizionale. A Tiahuanaco, una città sul lago Titicaca, di cui oggi rimangono solo delle rovine, sono presenti numerosi complessi megalitici e templi, datati al 10.000 a.C. . La costruzione principale è la Porta del Sole, al cui centro è raffigurato il dio fondatore Viracocha sulle origini del quale se ne dicono a iosa. Si tramanda che i primi abitanti della città spostassero, suonando una tromba, grossi blocchi di pietra. In alcune leggende Maya si narra che il tempio di Uxmal, nello Yucatan, fosse stato costruito da nani che con un solo fischio riuscivano a trasportare giganteschi massi.

Tempio di Uxmal

Infine stando a Pausania, il geografo greco del secondo secolo dopo Cristo, Anfione, figlio di Zeus, eresse le mura di Tebe pizzicando la sua lira. Le tradizioni che collegano il suono alla costruzione di edifici sono universali e non si legano a una specifica etnia, cultura, religione o continente. Una cosa è certa: nulla ci è arrivato sui metodi impiegati nell’antichità per ottenere questo tipo di levitazione. Al massimo sappiamo che t’arrivava il dio o il santone di turno, faceva volteggiare un po’ di massi per aria e costruiva quel che c’era da costruire.

I tibetani

Henry Kjellson, un ingegnere svedese, raccontò nel libro “The lost techniques”, l’esperienza del Dr Jale che era un suo ipotetico amico. Questo signore ebbe la ventura di soggiornare in una lamaseria tibetana. Documentò come i monaci riuscissero a sollevare massi pesantissimi spostandoli fino a 250 metri d’altezza.

Questo “miracolo” avveniva utilizzando unicamente la levitazione acustica originata dal suono di tamburi e trombe. Jarl raccontò di avere visto monaci alzare in aria, dopo una strana pantomima della quale vi risparmio la narrazione e con il suono di 13 tamburi e 6 trombe, un masso. Pare che il repertorio filmico, ahimè, sparì… .

FINALMENTE LA SCIENZA

Daniele Foresti

Daniele Foresti ricercatore italiano, del politecnico di Zurigo è riuscito a manipolare degli oggetti con la levitazione acustica. Sfruttando la pressione generata dalle onde sonore è infatti possibile far fluttuare nell’aria solidi o liquidi senza toccarli. Lo ha dimostrato con un dispositivo del suo gruppo di lavoro. La tecnica ha numerose potenziali applicazioni, dalla lavorazione dei materiali alla biochimica. Finora per far levitare qualcosa sono stati sfruttati altri principi fisici, magnetici, elettrostatici oppure ottici. Tutti, però, limitati a scale micrometriche e a materiali ben definiti con proprietà specifiche.

COME FUNZIONA LA LEVITAZIONE ACUSTICA?

Un levitatore acustico è formato da due componenti: un trasduttore, che emette il suono e un riflettore il quale rinvia le onde emesse. Detta in parole povere uno spara un fischio e l’altro lo rimanda indietro. Spesso trasduttore e riflettore sono concavi per aiutare a concentrare il suono all’interno di un’area definita.

Posizionando questi due gingilli alla giusta distanza si genera un’onda stazionaria. Quando l’orientamento dell’onda è parallela all’attrazione della forza di gravità e le onde stazionarie hanno una pressione discendente e ascendente costante si ottiene il galleggiamento a mezz’aria dell’oggetto. E’ chiaro? No? Manco per me, però funziona e io ve l’ho detto.

LE APPLICAZIONI

Quanto descritto permette di tenere sospese piccole quantità di materia come ad esempio goccioline di liquido. Le sostanze rimangono intrappolate in punti stabiliti denominati nodi. Il metodo di Foresti è in grado di muovere proprio questi nodi. Siccome è possibile maneggiare qualsiasi materiale, riusciremo, in un futuro prossimo, a manipolare in sicurezza materiali tossici, pericolosi o radioattivi. Una curiosità: lo scienziato italiano è riuscito a preparare il primo micro caffè del mondo facendo unire una gocciolina d’acqua con un grano di caffè istantaneo ottenendo una goccia di caffè direttamente a mezz’aria.

Non solo caffè

Espresso a parte, le applicazioni di questo principio sono tante, una per tutte la “trasfezione del Dna”. Cosa è? Si tratta dell’inserimento di parti del DNA all’interno di cellule. La tecnica è molto utilizzata in ambito medico e farmaceutico durante la ricerca di vaccini e la creazione di nuovi farmaci.

Quando manipoliamo qualcosa con uno strumento si genera una pressione che provoca deformazioni. Queste. anche se infinitesimali, possono compromettere la reazione chimica tra due liquidi o altri tipi di sostanze. Un esempio: immaginate di dover infilare del materiale in una cellula con un ago. La compressione esercitata per l’inoculazione della sostanza potrebbe creare dei cambiamenti. La levitazione acustica evita il problema. Voglio mostrarvi di seguito un video realizzato dalla Bristol Interaction Group. Attraverso dei guanti sono catturate, spostate e combinate particelle di materia.

Se pensiamo a esperimenti come questo le leggende del passato perdono un po’ del loro mistero e ci fanno pensare ad una conoscenza ormai perduta nel tempo. Non parliamo di magia “tout court” ma di quella della scienza che, con il passare degli anni, rende possibile spiegare e realizzare quello che sembrava essere solo una serie di fantasticherie.

Chissà se un giorno, messa a punto la tecnica del dottor Foresti tanto da poter sollevare grandi masse, saremo ricordati nei racconti dei popoli come quelli che facevano levitare le cose. Un saluto da un metro e mezzo di distanza.

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