Campobasso: contrasto all’illecita percezione del reddito di Cittadinanza

Circa centotrenta soggetti indebiti percettori del c.d. “Reddito di Cittadinanza” per oltre un milione di euro: è il
risultato dell’attività della Guardia di Finanza di Campobasso, a contrasto delle frodi nel comparto della “Spesa
Pubblica”, rivolta, più in particolare, alla corretta applicazione delle disposizioni, concernenti, appunto, il
“Reddito di Cittadinanza”, introdotte con il Decreto Legge n. 4/2019, convertito con Legge n. 26/2019.

Come noto, il “Reddito di Cittadinanza” è finalizzato a sostenere misure di politica attiva del lavoro nonché di
contrasto a povertà e disuguaglianza. Si tratta, in concreto, di un sostegno economico per integrare i redditi
familiari, allo scopo di consentire il reinserimento lavorativo, garantendo l’inclusione sociale.

Il predetto sostegno economico, tuttavia, è stato percepito anche da “furbetti”, ai quali non spettava.

I minuziosi e approfonditi accertamenti, vieppiù espletati attraverso l’analisi e il riscontro dei dati, contenuti
nelle autodichiarazioni presentate dai richiedenti, con quelli disponibili dalle diverse Banche Dati, presso gli
Uffici Demografici dei vari Enti Locali della Provincia ovvero attraverso mirate verifiche, sostanziali e fattuali,
in loco, hanno permesso di scoprire e segnalare, alle competenti Autorità Giudiziarie, con nulla osta, numerose
posizioni illecite, circa centotrenta soggetti indebiti percettori e per oltre un milione e mezzo di euro.

Diverse le violazioni rilevate dai militari operanti: ad esempio, indebite autodichiarazioni, possesso di beni e/o
disponibilità non dichiarate, falsificazioni di documentazione occorrente per la concessione del beneficio,
soggetti beneficiari lavoratori in nero, soggetti beneficiari stranieri senza il requisito di permanenza minima nel
territorio dello Stato, condanne in sede penale, ecc.

Inoltrate, altresì, alle competenti Direzioni Provinciali I.N.P.S., le comunicazioni di rito per la sospensione
dell’erogazione dei relativi sussidi economici ed avviate le procedure per il recupero delle somme
illegittimamente intascate.

L’attività di polizia economico-finanziaria svolta dalle Fiamme Gialle ha impedito, inoltre, che simili truffe
venissero portate ad ulteriore compimento, con ancora maggiore nocumento all’Erario. Anche il sequestro
preventivo disposto sui beni nella disponibilità dei soggetti responsabili, volto a conservare il profitto del reato ai
fini della successiva confisca, ha permesso di intervenire sugli autori degli illeciti, non ultimo aggredendo i beni
che ne hanno costituiscono il profitto, derivante dall’illecita percezione, altresì in un’ottica di deterrenza e di
recupero alla collettività di quanto illecitamente acquisito.

Proprio il corretto impiego delle risorse pubbliche, inoltre, aiuta la crescita produttiva e occupazionale, e
contribuisce, anche in momenti di congiuntura, ad arginare l’impatto negativo della crisi economica e sociale
conseguente all’emergenza pandemica, sostenendo il rilancio del Paese, nel cui ambito, lo sperpero o l’illecita
apprensione di risorse ovvero l’indebito accesso a prestazioni assistenziali e/o a misure di sostegno al reddito
genera iniquità e mina la coesione sociale, ed il contrasto alle frodi nei settori previdenziali e assistenziali mira a
garantire, sul piano sostanziale, l’effettivo sostegno alle fasce più deboli della popolazione, evitando il dispendio
di risorse a beneficio di soggetti non aventi diritto.

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