L’Università La Sapienza ….a lezione nel Parco d’Abruzzo!
Pescasseroli – Il Parco d’Abruzzo è stato sede di un’escursione didattica di 30 studenti e studentesse della Laurea Magistrale in Ecobiologia dell’Università di Roma La Sapienza, organizzata dal Prof. Paolo Ciucci (in collaborazione con lo stesso Pnalm) nell’ambito del suo corso di Ecologia Animale e Biologia della Conservazione, per il quale sono previsti crediti formativi dedicati ad attività di campo.
Nonostante condizioni meteorologiche non proprio ottimali, la presenza di neve ha permesso agli studenti e alle studentesse, muniti di ciaspole, di perlustrare ampie zone del Parco, lungo i sentieri prestabiliti. La neve, come una vera lavagna didattica, ha permesso di riconoscere tracce e segni di presenza della fauna attiva in questo periodo dell’anno.
Gli studenti e le studentesse sono stati esposti a tecniche di rilevamento quali lo snowtracking e il pellet-count e hanno imparato a individuare i segni di alimentazione, in particolare dei mammiferi prettamente erbivori (cervi, caprioli, lepri) per i quali la disponibilità alimentare è particolarmente limitata in inverno, informazioni utili per valutare l’idoneità ambientale, la distribuzione delle specie e il livello di competizione intraspecifica ed interspecifica.
Hanno così imparato a riconoscere le impronte su neve delle varie specie, le loro fatte (gli escrementi), a raccogliere e a riconoscere i peli di cervi, caprioli, cinghiali e lupi, a riconoscere i reperti ossei che possono essere trovati a terra, e a fare osservazioni di struttura delle mandrie dei cervi.
Oltre a fare esperienza diretta con questo ricco laboratorio naturale, agli studenti e alle studentesse è stata data l’opportunità di partecipare nelle ore serali a un ciclo di seminari presso la sala convegni del recentemente ristrutturato Centro Servizi di Villetta Barrea. I seminari sono stati tenuti dal personale del Servizio Scientifico e del Servizio Comunicazione dell’Ente Parco per dare contezza e fornire spunti di riflessione di come gli aspetti teorici della conservazione debbano poi essere declinati in fase di applicazione e gestione nel mondo reale. Prendendo spunto da casi emblematici come il camoscio appenninico e l’orso bruno marsicano, si è discusso di come la conservazione della biodiversità, e quindi l’operato di un Ente Parco, debba contemplare oltre ai principi biologici ed ecologici, cuore della materia, anche le dimensioni sociali, economiche, culturali, amministrative e politiche della vita del territorio di un Parco che, a differenza di parchi come lo Yellowstone negli stati Uniti, è ed è sempre stato, storicamente antropizzato.
Il Direttore del Parco, Luciano Sammarone, ha chiuso il ciclo di seminari con una riflessione sul passato, presente e futuro dei parchi nazionali, della conservazione della biodiversità e del rapporto tra gestione e ricerca. Auspicando che questa esperienza nel Parco abbia contribuito a fornire il giusto stimolo agli studenti per continuare in questo campo e raggiungere risultati d’eccellenza, ha sottolineato infine, quanto professionisti di elevata qualità siano essenziali per affrontare le sfide, globali e locali, che il futuro ci riserva.
Il Prof. Ciucci, grato a nome della Sapienza per la disponibilità dimostrata dall’Ente Parco, ha affermato: “Questa è una strada da sviluppare ulteriormente poiché, per quanto attiene alla conservazione della biodiversità, i parchi nazionali sono dei laboratori unici nel loro genere che i programmi universitari dovrebbero utilizzare al meglio per valorizzare le opportunità offerte dalle aree protette e dal patrimonio esperienziale del personale che in esse lavora, in uno scambio reciproco e soprattutto multigenerazionale.“