Un paese … ci vuole, per non essere soli !

Bisegna – “Li chiamano comuni a rischio scomparsa, o anche comuni in polvere. Eppure sono una parte integrante del nostro patrimonio storico e artistico. L’Italia dei borghi è fatta di circa 6mila comuni, con una popolazione inferiore ai 5mila abitanti: ed è qui che molti possono decidere di fare una scelta di vita. Specie se incentivati da scelte coraggiose delle amministrazioni locali che combattono, con gesti concreti, la deriva dello spopolamento”.

Bisegna, La Torre

Così dice la dottoressa Rita Di Giacomo che, dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza, ha deciso di frequentare un Master, promosso dalla Facoltà, che aveva come tematica l’ambiente, presso la Fondazione Appennino di Potenza.

Rita di Giacomo

“Si è trattato di un master interdisciplinare – precisa la Di Giacomo –  ed ho avuto l’occasione di approfondire alcune materie, tra le quali: geologia e fisica, che mi hanno permesso di avere un quadro generale della tematica ambientale”.

La Fondazione, si occupa di promuovere, conservare, gestire e fruire di luoghi e beni del paesaggio, della cultura, delle tradizioni e della storia, e di sostenere politiche per la sicurezza del territorio.

“Mi sono occupata nel tirocinio della questione delle aree interne, analizzando le caratteristiche, ponendole a confronto con le aree urbane per arrivare a trattare la questione ambientale”.

Inevitabile non approfondire e calare gli studi su un quadro di riferimento concreto. Ed ecco, allora, focalizzare l’attenzione sui paesi della Valle del Giovenco e di Bisegna in particolare (paese nativo della Di Giacomo).

Bisegna

“Per la verità, devo dire che sono attratta dalle tematiche delle aree interne. E Bisegna è un paese di circa 200 abitanti che si trova nel Parco Nazionale d’Abruzzo, che purtroppo, a causa di scarse opportunità lavorative, risulta essere fortemente spopolato. Molti giovani hanno deciso di lasciare il paese per recarsi in centri vicini con maggior qualità di servizi. Paesi che hanno comunque luoghi incontaminati e che hanno bisogno di essere rivalutati. Bisegna ha origini antichissime, si trova nella Valle del Giovenco, dal 1999 è entrato a far parte del Parco Nazionale d’Abruzzo; l’economia del Paese dapprima era fondata sulla pastorizia, ma nel corso degli anni’70 la situazione è cambiata. Molte persone sono emigrate in America in Svizzera, per cercare opportunità e nuovi orizzonti”.

Bisegna

 E del borgo medievale del Giovenco?

“Bisegna, come del resto tutti gli altri della Vallata, risulta oggi fortemente spopolato – dice Rita Di Giacomo – ma ha una natura incontaminata, ricca di boschi. Passeggiare per le strade del paese evoca molte emozioni, oltre i ricordi di infanzia e la speranza che questo borgo venga rivalutato. Vederlo rivivere in estate, quando le case dei residenti tornano a riaprirsi, è un vero piacere. Le associazioni del luogo, organizzano escursioni in montagna, portando i turisti ad ammirare le bellezze del posto e tante altre attività. Ecco, cosa dovrebbe fare la politica? Visto che l’Italia è ricca di comuni, che sono lontani dai centri di servizi, l’obiettivo dovrebbe essere quello di rivalutare tali zone, perché il loro abbandono è un fattore problematico per l’intero Paese, sia dal punto di vista economico che sociale. Mi auguro che i fondi che l’unione europea ha riservato all’Italia, vengano investiti anche in queste zone, per poter uscire dal periodo oscuro che ci stiamo lasciando alle spalle. La presenza di tali aree non sta ad indicare che debbono essere isolate dal contesto, ma al contrario devono essere viste come opportunità, magari grazie al turismo; questo perché tali aree presentano bacini di risorse inutilizzate. La commissione Europea ha concesso agli stati membri la possibilità di accedere ai fondi del Nex Genertion Ue, conosciuto come recoverl plain, per redimere i disagi comportati dalla pandemia da covid-19 ma anche recuperare le debolezze dell’economia e per rivalutare le aree interne”.

Bisegna

La dottoressa Rita di Giacomo ci lascia con un auspicio:

Mi auguro che le amministrazioni locali si adoperino per poter rivalutare questi luoghi, perché l’abbandono di tali aree, oltre a costruire un problema dal punto di vista idrogeologico comporterebbe una perdita culturale per il Paese. Le aree interne pongono oggi grandi sfide rappresentano luoghi in cui costruire innovazione, ripensando a un modo di vivere in cui la garanzia dei diritti base di cittadinanza e le opportunità di realizzazione possano emanciparsi. Insomma, investire sui giovani che vivono nelle aree interne, vuol dire investire sulla capacità di sviluppo di questi paesi e quindi sul Paese intero. Tali aree dovrebbero essere viste d’esempio per il paese intero per promuovere le politiche ambientali e di sostenibilità”.

“Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei, resta ad aspettarti”: dice Cesare Pavese.

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