GDF Pescara: un museo dell’olocausto in casa Parete per non scordare la shoah

L’omaggio di Abbateggio per il finanziere testimone degli orrori del nazismo

Si è tenuta ieri mattina, in occasione dell’anniversario della nascita di Ermando Parete, la cerimonia commemorativa che, con l’apposizione della targa, riportante anche il logo del Comando Regionale Abruzzo della Guardia di Finanza, ha inaugurato il villino della contrada Valle di Abbateggio eletto sede del museo multimediale della Shoah, dedicato al ricordo del finanziere superstite del campo di sterminio nazista di Dachau.

Alla cerimonia, organizzata dal Comune in accordo con la Regione Abruzzo e Donato Parete, figlio di Ermando e fondatore del prestigioso “Premio Parete”, hanno preso parte le Autorità civili e militari locali, tra cui il Prefetto Giancarlo Di Vincenzo, il Colonnello t.ST Antonio Caputo, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, il questore Luigi Liguori, il Colonnello Riccardo Barbera, Comandante Provinciale dei Carabinieri, il sindaco Gabriele Di Pierdomenico e Antonio Di Marco, presidente dell’Associazione “I Borghi più belli d’Italia in Abruzzo e Molise”.

L’evento ha voluto ricordare l’impegno civile e la storia del finanziere Ermando Parete, che a soli vent’anni ha subito la tragedia della guerra, della tortura e della deportazione. Sopravvissuto a Dachau, riesce a tornare al paese natio di Abbateggio, divenendo da allora protagonista di convegni, seminari e dibattiti presso le scuole e le università, istituzioni culturali dove raccontare il dolore e la sofferenza dell’internamento sino alla scomparsa avvenuta nel 2016, all’età di 93 anni. 

È a lui che, ieri, le principali Istituzioni pescaresi hanno dedicato una targa, divenuta “pietra d’inciampo” del nuovo luogo simbolo di Abbateggio, il salotto di casa di un suo illustre concittadino, dove l’arte si fa memoria e l’Olocausto viene narrato in maniera intima. 

Il museo della Shoah vuole raccontare la deportazione proprio nel ricordo di Parete, finanziere simbolo della lotta per la libertà, la cui incrollabile volontà nel dedicare la sua esistenza alla condivisione delle atrocità dello sterminio, è piuttosto – come ha affermato il Colonnello Caputo – “una missione, quella di aiutare gli altri, che Ermando non ha mai lasciato, da quando ha indossato la divisa, neanche quando poteva scegliere di odiare l’umanità per il male patito. La sua vita, forgiata di dignità e alto senso del dovere, incarna alla perfezione il nostro motto “Nec Recisa Recedit” (“Neanche spezzata retrocede”). Il suo appassionato impegno per la collettività è un esempio per tutti noi”. 

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