Un Cioccolatino Storico. Storia di Maewyin Succat meglio conosciuto come San Patrizio vescovo e patrono d’Irlanda
AVEZZANO- Buongiorno carissimi lettori ma soprattutto benvenuti al primo appuntamento settimanale con i racconti del Cioccolatino Storico: si, questa settimana pubblicheremo due Cioccolatini sperando di riuscire a solleticare la vostra curiosità storica. Oggi è il 17 marzo giorno in cui, oltre all’Anniversario dell’Unità Nazionale italiana, si celebra una figura storica e di santità assai interessante: volete sapere il suo nome? Maewyin Succat, ma noi lo conosciamo come Patrizio il santo vescovo patrono d’Irlanda. Insomma, avete capito, quest’oggi vi parleremo di lui.
Su il giovane Maewyin sappiamo assai poco e quelle poche informazioni ce le fornirà proprio lui nelle sue “Confessioni”. Nato da Calphurnius (dal nome un romano) e da Conchessa (di chiara derivazione celtica) il piccolo Maewyin nacque nella Britannia romana in un luogo ancora non identificato: alcuni studiosi sostengono che sia nato a Kilpatrick nell’odierna Scozia.
All’età di 16 anni venne rapito da alcuni predoni mandati dal re irlandese Niall dei Nove Ostaggi e fu venduto come schiavo al sovrano del Dál Riata Muirchu: nonostante la prigionia, che fu assai pesante Maewyin apprese la lingua gaelica e la sua mitologia. Dopo sei anni di prigionia maturò anche la sua conversione alla religione cristiana: ormai grande Maewyin riuscì a scappare e si ricongiunse alla sua famiglia, tornato a casa si fece battezzare e divenne Patrizio. Nel 407 d.C. divenne diacono e, dopo un viaggio in Gallia e la frequentazione con San Germano d’Auxerre lo ordinò prima sacerdote e poi, nel 420 d.C. vescovo.
L’allora pontefice, Celestino I, gli affidò l’importante missione di evangelizzare le Isole Britanniche in particolar modo l’Irlanda: evangelizzazione che non era riuscita a Palladius primo vescovo che approdò nell’isola. Tra il 431 ed il 432 d.C. il vescovo Patrizio girò in lungo e largo l’Isola di Smeraldo e, grazie alla conoscenza del gaelico e della mitologia celtica, riuscì a spargere il messaggio cristiano nell’isola. Inoltre, il vescovo Patrizio per evangelizzare le popolazioni irlandesi utilizzava anche l’aspetto naturale che offriva l’isola: ed è il caso dello Shamrock o meglio del trifoglio. Il vescovo, per spiegare il concetto della Trinità, utilizzava proprio il trifoglio: tre persone uguali e distinte, come lo sono le tre foglioline del trifoglio, ma alla fine è una cosa sola come l’intero shamrock. Si disse che lo stesso Patrizio fece un grande miracolo per gli abitanti dell’Isola, ovvero mandò via tutti i serpenti: ma questa è una leggenda che ci piace ascoltare.
Sappiamo che, quando il vescovo aveva all’incirca cinquant’anni, partì per un pellegrinaggio a Roma per poi ritornare in Irlanda, dove restò fino alla sua morte avvenuta (secondo la maggior parte degli storici) il 17 marzo del 461 d.C. a Saul, Co. Down, in una chiesa donatagli da Dichu, capitano locale che fu da lui convertito. Secondo la leggenda il suo corpo fu affidato a una coppia di buoi che, senza guida, lo depose a Down, nell’Irlanda del Nord, che da allora cambiò il nome in Downpatrick.
Avete visto? Oltre alla Guinness, al colore verde, alle feste in generale c’è qualcosa di più importante sotto ovvero la fede.
Ci piacerebbe salutarvi con una frase che tutti voi conoscerete di sicuro, e che è proprio di San Patrizio ed è la seguente: “Sia la strada al tuo fianco, il vento sempre alle tue spalle, che il sole splenda caldo sul tuo viso, e la pioggia cada dolce nei campi attorno e, finché non ci incontreremo di nuovo, possa Dio proteggerti nel palmo della sua mano.”
Un Abbraccio Storico