Dal Purgatorio a quello Crimonologico passando per gli orrori di Dario Argento. I musei stupendi e poco noti della città eterna
ROMA – Quando venite a Roma che vi guardate oltre ai momumenti? I soliti musei, da quelli Capitolini a quelli Vaticani. Non visiterete mai quelli poco noti che, però, seppure spesso strani, a volte sono bellissimi. Proprio per questo voglio proporvene alcuni.
Inizio da due musei “comodi” perché sono a un passo l’uno dall’altro e siccome a Roma nun se stà mai tranquilli ecco a voi il Museo delle anime del Purgatorio, avete capito proprio bene. Si trova sul lungotevere Prati, all’interno della splendida Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio. Un prete, padre Victor Jouët, volle fondare questo museo perché aveva raccolto quelle che secondo lui erano le prove della presenza del Purgatorio. Il museo è un luogo un po’ inquietante (guardate che è unico) e si trova all’interno della sagrestia. Poco dopo l’inaugurazione della chiesa, un incendio devastò parzialmente l’edificio e proprio dietro l’altare divorato dalle fiamme, il prete pensò di scorgere un volto umano che a suo dire, era un’anima del Purgatorio in attesa di andare in Paradiso.
Che ti fece padre Jouet? Cominciò a raccogliere quelle che secondo lui erano le prove dell’esistenza del Purgatorio provenienti da altre città d’Italia, ma anche da Francia, Belgio e Germania. La raccolta è formata da oggetti toccati da quelle anime che, per lasciare il Purgatorio, vogliono attirare l’attenzione dei vivi allo scopo di ottenere preghiere. Non vi aspettate grandi cose, è piccolino, ma proprio tanto, però ve lo consiglio anche perché potete prendere due piccioni con una fava, infatti, avete l’occasione di visitare anche il Museo Napoleonico che gli sta praticamente di fronte, bello ma poco noto.
Vi faccio un po’ di storia del posto: nel 1927 il conte Giuseppe Primoli, figlio della principessa Carlotta Bonaparte, donò alla città di Roma la sua raccolta di opere d’arte, cimeli napoleonici, memorie familiari e gli ambienti al pianterreno del suo palazzo dove ad oggi sono esposti.
La collezione fu realizzata per raccontare la storia della famiglia Bonaparte e i rapporti che li legarono a Roma. Vi troverete alla presenza di quadri che avete visto solo nelle enciclopedie assieme a mobili e oggettistica che vi trasporteranno nel clima dell’epoca. Lì tutto è da guardare. A me è molto piaciuto, buttateci un occhio, ma pure due.
Altro discorso vale per il museo che ora vado ad illustrarvi: la Centrale Montemartini . Se ve ne andate a fare due passi per la Via Ostiense, magari avete visitato la Piramide di Caio Cestio o avete visto Testaccio, non molto distante dalla metropolitana c’è questo gioiello dell’archeologia industriale. Era una centrale termoelettrica che a seguito della sua dismissione è oggi adibita a museo. Ospita circa 400 statue romane, già esposte nei Musei capitolini o recuperate dai depositi comunali, insieme a epigrafi e mosaici, tutta roba di altissimo valore che faceva muffa negli scantinati. La bellezza della struttura, tutta da vedere è la straordinaria ambientazione dove i reperti antichi sono posti vicino alle attrezzature del 1912, in pratica due musei in uno.
Tanto per stupire, in quella che era la Sala Caldaie n. 2, ci sono, niente meno che le tre carrozze del Treno di Pio IX e sono splendide! Sapete come era fatto il trenino? Il primo vagone,la “balconata”, serviva come loggia per le benedizioni papali. La seconda vettura, collegata alla prima era la “sala del trono”, con un piccolo appartamento annesso, ad uso privato del Pontefice. La terza vettura, ospitava unaCappella consacrata nella quale il papa tenne messa durante uno dei suoi viaggi. Sentite me: se capitate a Roma, pigliatevi la metropolitana, scendete alla fermata “Piramide” e andatevi a vedere questo museo!
Rispondete a questa domanda perché ho pane per i vostri denti: siete interessati all’Horror? Bene ve lo fornisco subito su un piatto d’argento, anzi di Dario Argento perché voglio indicarvi un posto poco noto, un museino: il Museo degli orrori di Dario Argento.
È imperdibile e si trova nei sotterranei del negozio del regista, “Profondo Rosso”, in Via dei Gracchi. Sono ricostruiti dei piccoli set dei suoi più importanti film compresi gli oggetti di scena originali. I rifacimenti sono posti all’interno di celle (in pieno stile Horror) e propongono le parti più macabre dei suoi film. Ci sono i manichini originali utilizzati nei film “Dèmoni”e “Dèmoni 2” scritti da Dario Argento, la maschera indossata dal bambino protagonista di “Phenomena” e i rifacimenti degli Horror Movie “La Chiesa” e “Opera”. Una particolarità: L’intero percorso è guidato dalla voce del regista. Per guardarlo tutto ci vogliono solo 10 minuti. Pure Tim Burton se l’è andato a vedere. Quando è Hallowen, Dario Argento è sul posto per fare autografi ai fan e magari ve ne fate fare uno.
Siccome siamo in tema, per chi passeggia dalle parti del centro eccoti là il Museo Criminologico in Via del Gonfalone. Oè se siete sensibili lasciate perdere perché quello che c’è là è tutto vero ed è stato adoperato, come il mantello di Mastro Titta il Boia di Roma. La raccolta consta di tre sezioni tutte da visitare.
Nella prima sono presentati tutti gli strumenti di tortura usati dall’Inquisizione, oltre alle asce, alle forche, ai mordacchi e a una collezione di ghigliottine. Sapete cosa sono i mordacchi? Erano delle cosine di ferro che venivano infilate in bocca ai condannati per non farli urlare. Giordano Bruno, quando l’arsero vivo, gli infilarono uno di questi ammennicoli in bocca. La seconda sezione è dedicata all’Ottocento e a tutti i strumenti adoperati dagli studiosi di antropologia criminale, inoltre le camicie di forza e il letto di contenzione di cui si servivano (a fin di bene, pensate!) nei manicomi giudiziari. Non manca la pistola con cui Gaetano Bresci uccise Umberto I. La terza e più interessante sezione riguarda il mondo del crimine dagli anni 1930 agli anni 1990. Qui si trovano alcune armi usate nei delitti passionali, la documentazione della vita nei penitenziari del Paese e infine, un’area dedicata agli omicidi di maggior scalpore come quello di Aldo Moro ad opera delle Brigate Rosse.
Avete visitato questi posti allegri? Bene, rilassatevi con la visita di alcuni musei semi sconosciuti ma belli da morire! Sono quattro, uno attaccato all’altro, situati all’EUR. Se avete in programma una passeggiata al laghetto, prolungatela e recatevi lì.
Il Museo Nazionale dell’Alto Medioevo è un piccolo gioiello incastonato tra le bianche linee verticali dell’architettura razionalista dell’Eur. unica al mondo la sezione dedicata alla ricostruzione integrale della straordinaria decorazione a intarsio di marmi colorati che ornava una sala della domus monumentale fuori Porta Marina ad Ostia Antica risalente alla fine del IV secolo d.C. . Si tratta dell’unico esemplare di decorazione in opus sectile tardoantico quasi completamente recuperato e scusate se è poco. Noi naturalmente lo teniamo ben nascosto!.
Accanto , il Pigorini, museo etnoantropologico. E’ enorme e al primo piano ospita i padiglioni della sezione etnografica: i reperti furono raccolti in Africa dal gesuita Athanasius Kircher ai quali Pigorini ne aggiunse altri. A seguire enormi sale piene di reperti dall’Africa nera, barche indonesiane, feticci, maschere rituali pellerossa.
Per terminare, sempre lì, gustatevi il Museo Nazionale delle Arti e delle Tradizioni Popolari. E’ un patrimonio enorme e spettacolare: carrozze e bardature siciliane, nella sala della marineria è posta un’immensa gondola, vele di lancette sambenedettesi e poi coltellacci emiliani, i costumi delle feste popolari calabresi, le nasse di vimini usate in Puglia.
Ultimo il Museo della Civiltà Romana che raccoglie esclusivamente riproduzioni e ricostruzioni destinate a documentare la storia di Roma. Dovete sapere che ospita uno stupendo plastico della Roma Imperiale della grandezza di 200 metri quadri che fu richiesto e usato da Ridley Scott in alcune scene del film “Il Gladiatore”! Prima di andare a visitarlo informatevi se il museo è aperto perchè non si sa mai quando lo è… . Descrivere questi posti è difficile sia per i contenuti che per la bellezza. Non sono pubblicizzati, poco frequentati e rappresentano la vergogna della cultura romana proprio per questo. Mi fermo qui: vi ho illustrato alcune cose praticamente sconosciute e alternative che, però, ritengo, devono essere viste, andateci se avete tempo e se non lo avete… trovatelo. Un saluto e alla prossima.