Un Cioccolatino Storico. In ricordo dell’Eccidio delle Fosse Ardeatine: la coraggiosa storia di don Pietro Pappagallo

ROMA – Buongiorno carissimi lettori ma soprattutto benvenuti al settimanale appuntamento con i racconti del Cioccolatino Storico.

Quest’oggi ricorre il 78esimo anniversario dell’Eccidio delle Fosse Ardeatine e per ricordare tale evento ci piacerebbe raccontarvi la storia di una di quelle 335 vittime, il suo nome era don Pietro Pappagallo.

Ma prima facciamo il classico passo indietro.

Il Contesto Storico

Il 24 marzo del 1944 le truppe naziste che occupavano la città di Roma, come rappresaglia per l’attentato di Via Rasella (23 marzo del 1944) compiuto dai GAP romani, in cui restarono uccisi 33 soldati nazisti del regimento “Bozen” trucidarono 335 civili e militari italiani, prigionieri politici, ebrei o detenuti comuni.

Lapide posta all’interno del mausoleo delle Fosse Ardeatine (foto web)

Fatta questa importante premessa – che in qualche modo ci aiuta nel comprendere gli eventi storici accaduti 78 anni fa – possiamo iniziare questa nostra storia.

Che era Don Pietro Pappagallo

Don Pietro nacque a Terlizzi in provincia di Bari il 28 giugno del 1888 in una famiglia di modeste condizioni economiche: suo padre era un artigiano che fabbricava corde mentre sua madre era una casalinga.

Fu sua madre che alimentò la sua vocazione nonostante ciò, il giovane Pietro iniziò a lavorare con suo padre così da guadagnare le lire per il seminario.

Don Pietro Pappagallo

Il 3 aprile del 1915, era un Sabato Santo, don Pietro fu ordinato sacerdote.

Passò i primi dieci anni della sua vita da sacerdote nella cura pastorale di un convitto nella diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi e, successivamente, del seminario “Pio X” di Catanzaro.

Nel 1925 ci fu la sua svolta, fu chiamato a Roma per entrare a far parte del Collegio dei Beneficiati della Basilica di Santa Maria Maggio e padre spirituale delle suore oblate del Santo Gesù Bambino.

Pensate che fu anche vice parroco della Basilica di San Giovanni in Laterano (la cattedrale di Roma pe capisse, dove il papa è vescovo).

La casa romana in cui don Pietro Pappagallo viveva (foto web)

Quando Roma – a seguito dell’8 settembre del 1943 – venne occupata dai nazisti, don Pappagallo si impegnò nel salvare ebrei, soldati italiani che rifiutarono la chiamata da Salò, dissidenti politici, partigiani, tedeschi disertori etc.

Insomma la sua canonica era diventata un buon nascondiglio! Fino a quel 29 gennaio del 1944 quando un traditore lo consegnò alle SS: venne processato e condannato a morte.

Condivise il triste destino insieme ad altri innocenti nell’eccidio delle Fosse Ardeatine.

Papa Giovanni Paolo II, durante il Giubileo del 2000, lo annoverò tra i martiri del XX secolo.

Un Abbraccio Storico

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