“Primo Maggio doloroso e amaro” per Mario Casale di Articolo Uno. Dal lavoro precario e vilipeso ai diritti negati e ai giovani abbandonati

AVEZZANO – Pare proprio che Festa e Primo Maggio non possano più stare insieme. Stranamente, in soli cinquanta anni, “Festa” del “Primo Maggio” è diventato un tragico ossimoro.

A spiegarci il perché di questa drammatica mutazione ci prova Mario Casale, ex sindacalista della Cgil proprio negli anni ’70 e ’80, nonché ex assessore nella Giunta di Mario Spallone ad Avezzano.

Il I Maggio festa ormai perduta. Come il 25 Aprile

Ed è importante sottolineare questi passaggi: il lavoro negato, quello vilipeso, quello che non c’è, i diritti negati, il pensiero unico, l’incapacità di criticare e di reagire, di opporsi e di lottare.

Tutte conseguenze di una sorta di ipnosi o narcolessia collettiva, entrambe indotte, che hanno colpito il popolo italiano da trent’anni esatti a questa parte.

E allora, in attesa che arrivi un metaforico principe azzurro (ma forse è meglio di un altro colore) a risvegliare il rame stregato, leggiamo insieme e proviamo a farci colpire dalle parole di Mario Casale.

Il Primo Maggio di Mario Casale

«Un primo maggio ‘22 doloroso e amaro per le guerre in corso e per i diritti negati.

E la retorica fatta di belle parole e buona musica lascerà intatta la condizione di sfruttamento di tanti lavoratori e lavoratrici in balia del mercato e di avvoltoi che speculano sulla necessità di un lavoro, mal pagato e ancora oggi tragico.

La fabbrica della Prima Rivoluzione Industriale (dal sito Smartweek)

Vergognoso verificare le fantasiose modalità’ di assunzione (a chiamata, a tempo determinato, a part-time discrezionale, somministrato…), con l’unico obiettivo di ridurre il salario del personale e aumentare le casse aziendali, oltre che umiliare le persone.

Con le festività civili, come il 25 Aprile e il Primo Maggio, praticamente abolite.

Tralascio volutamente gli orari a singhiozzo imposto ai dipendenti o la cancellazione delle pause, o la discrezionalità nell’assegnare le ferie, ovviamente senza concordarle con gli interessati.

Alla insicurezza del rapporto di lavoro e alla umiliazione si aggiunge il ricatto: subire per non essere licenziato anzitempo.

“Ci deve essere l’ambizione di un mondo da cambiare migliore per tutti. Si fa con l’unità, la solidarietà e l’entusiasmo di ragazze e ragazzi portatori di idee e utopie”

Mario Casale

Eppure con un’unica forma di assunzione, come la formazione -lavoro, potrebbero essere abolite tutte queste modalità assurde e incomprensibili e dare certezza di lavoro, oltre che una prospettiva di futuro a tantissimi giovani soli e sfiduciati.

“Il tentativo di rifugiarsi in un mondo virtuale alimenta un ulteriore allontanamento dal quotidiano”

Un Primo Maggio ‘22 solitario e angosciato, dove nemmeno l’utilizzo di Facebook riesce a lenire la mancanza di futuro.

Anzi il tentativo di rifugiarsi in un mondo virtuale alimenta un ulteriore allontanamento dal quotidiano, lasciando ragazze e ragazzi sospesi tra sogno e realtà, in questo quadro, in cui i salari degli italiani sono i più bassi d’Europa e la precarietà è il segno distintivo della qualità della vita, ovvero disperante, le opportunità di lavoro sono pari a zero, e risulta problematico festeggiare una ricorrenza nata per migliorare le condizioni di lavoro e per l’emancipazione di uomini e donne.

Un vecchio manifesto della Cgil per il I Maggio di qualche anno fa

Neppure il salario minimo, strumento esistente in tutta Europa, ha cittadinanza per il veto posto da Confindustria, l’associazione imprenditoriale che rappresenta gli interessi delle grandi aziende e che ignora i bisogni di quanti effettivamente producono la ricchezza del Paese con il lavoro.

È una moderna schiavitù da cui tutti sembriamo dipendere per evitare condizioni peggiori.

Ma basta un soffio di vento per precipitare da un’impalcatura o rimanere incastrato in un ascensore e verificare la fragilità del nostro sistema produttivo in termini di sicurezza e di dignità.

È tempo di indignarsi, di ribellarsi ad un sistema economico tanto sensibile agli interessi dei forti, quanto ignavo ai bisogni dei più deboli che sono la stragrande maggioranza e che tengono in piedi economicamente e culturalmente il Paese.

“È una moderna schiavitù da cui tutti sembriamo dipendere per evitare condizioni peggiori”

Il Grande Fratello di George Orwell (non quello Vip di Canale 5)

E allora un primo maggio ’22 che sia di lotta e di riscatto per le persone che ambiscono ad un futuro migliore, ad una emancipazione vera e solidale, alla costruzione di un paese che metta al centro della sua esistenza il rispetto delle persone e la sicurezza in tutti i posti di lavoro.

Una conquista non è per sempre e nessuno stato regala un futuro migliore e degno di essere vissuto: ci deve essere l’ambizione di un mondo da cambiare migliore per tutti e la si costruisce con l’unità, con la solidarietà e con l’entusiasmo di ragazze e ragazzi portatori di idee e di utopie, dall’ambientalismo al pacifismo alla libertà ovunque e comunque, per migliorarci tutti.

Insomma si può: un primo maggio ‘22 meno retorico e più combattivo nella difesa degli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici». Mario Casale – Articolo Uno.

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